SATANA NELLA CHIESA
Un tempo, ai cortei della sinistra extraparlamentare, si gridava: “Andreotti ce l’ha insegnato, la mafia è nello Stato”.
Adesso possiamo dire, con una certa cognizione di causa, che Satana è entrato nella Chiesa, come già ammoniva Paolo VI.
Come diversamente si può commentare quanto hanno scoperto le autorità del Sud Sudan?
Nientemeno il giovane vescovo missionario Christian Carlassare non è stato gambizzato da sedicenti estremisti islamici ma, come è emerso dalle indagini delle autorità del posto, da un commando composto o mandato (non è ancora chiaro) da… sacerdoti cattolici locali!
Tre di questi preti sono stati arrestati, insieme ad altre otto persone. Questi avevano in odio Carlassare innanzitutto perché avrebbero voluto un vescovo locale, ovviamente ancor meglio se fosse stato nominato uno di loro, ma anche perché essi appartengono ai Dinka, un’etnia che si contrappone fortemente ai Nuer, un’altra tribù dove, per anni, aveva lavorato Carlassare: ciò che contribuiva a fare di lui un indesiderato.
Tribalismo ed animismo: due componenti della storia africana che agiscono ancora oggi ed hanno un peso enorme, unite alle umanissime debolezze costituite dal desiderio di avere potere ed autorità, hanno creato un miscuglio esplosivo. Ma è scioccante constatare che dei sacerdoti abbiano potuto ordire o eseguire questo crimine.
Viene da concludere che essi non abbiano interiorizzato nulla del messaggio cristiano e che, in definitiva, come si è sempre sospettato, molte di queste vocazioni del Terzo Mondo sono fasulle: si abbraccia il sacerdozio per avere uno stipendio e sperare di poter venire in Europa o, comunque, in un Paese industrializzato. O almeno di poter spadroneggiare un po’ nel proprio Paese di provenienza.
E non c’è l’impronta di Satana, in questo?