TRUMP, INCREDIBILE UOMO DA PALCOSCENICO
Non ho nessuna stima di Donald Trump: rappresenta tutto ciò che disprezzo in politica e non solo, e cioè demagogia, populismo, rozzezza, sciovinismo, ignoranza, sessismo, razzismo e potrei continuare per un quarto d’ora a colpi di altri “ismi”; credo inoltre che sia, obiettivamente, un pericolo per la democrazia americana e per la democrazia tout court, nel senso che con parole ed atti effettivamente deteriora e mette in crisi l’istituzione, oltre ad aver svilito la presidenza degli Stati Uniti, uno dei ruoli più prestigiosi del mondo.
Eppure, da appassionato di comunicazione (quale un tempo mi piccavo di essere) devo riconoscere che egli è un grande animale politico e da palcoscenico. Dopo essere stato colpito di striscio ad un orecchio da un proiettile, sanguinando vistosamente e sentendo certamente un forte dolore, rendendosi probabilmente conto di essere ancora vivo e sostanzialmente incolume per una questione di millimetri, invece di essere vistosamente scioccato ed impaurito, come credo sarebbe accaduto a quasi tutti noi, e chiedere di essere portato via, ha prima gridato “Wait, wait!” (“Aspettate!”) agli agenti della sicurezza che gli facevano scudo con il proprio corpo e lo stavano trascinando altrove, e poi ha alzato il pugno con una meravigliosa espressione di fierezza, incitando i suoi fanatici seguaci a lottare: “Fight, fight!” (“Lottate!”), con sullo sfondo la bandiera americana ed uno sguardo da leone mai domo. Per un attimo è sembrato un bellissimo anziano guerriero.
La fotografia di Evan Vucci, dell’agenzia di stampa Associated Press, è già entrata nella storia: nella “Storia” con la “s” maiuscola, non solo nella storia della comunicazione. Mostra un uomo che, anche se non è attualmente presidente degli Stati Uniti, lo è stato e probabilmente lo sarà ancora, nonostante tutto. Ma, soprattutto, siamo di fronte ad una potente immagine evocativa delle migliori qualità del popolo americano: la forza, il coraggio, l’intraprendenza, la resilienza. Sarebbe veramente un simbolo straordinario, se non ci trovassimo di fronte a Donald Trump.
E, tuttavia, bisogna riconoscergli che è un uomo dotato di una grande presenza di spirito e di un fiuto soprannaturale per lo spettacolo: ha capito in un istante che quest’attentato era per lui una mano santa e gli consentirà di essere rieletto a novembre.
La solita fortuna sfacciata di “The Donald”.
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