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Far morire Eluana affamandola ed assetandola: una mostruosità dovuta all’impossibilità dell’eutanasia
Post n°1064 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da massimocoppa
Domandiamoci: perché si è arrivati a questo? Per colpa
Come il caso di Piergiorgio Welby, è uno di quegli episodi che attengono alla singolarità di una persona, ma assurgono ad emblema di un problema gravissimo che investe le coscienze. Di più: investe il rapporto tra Stato, Chiesa e significato della vita umana. Il tema è tra i più laceranti che si possano immaginare, e cammina su quel sottile, pericoloso confine dell’eutanasia, della morte compassionevole somministrata appositamente, specie in presenza di precisa volontà da parte del malato. La vicenda di Eluana si trascina da tempo ed ha attraversato vari gradi di esame, anche giudiziario, oltre che politico, morale, sociale. Sembravamo finalmente essere arrivati alle ultime battute, ma la situazione ha assunto contorni clamorosi nel momento in cui si è arrivati allo scontro tra il capo del governo, Berlusconi, ed il capo dello Stato, Napolitano. Peggio di così le cose non potevano mettersi: una vicenda amarissima e privatissima diventa perno di un conflitto istituzionale con pochi precedenti nella storia repubblicana. Lo scontro per Eluana si va ad innestare in una situazione già di per sé problematica nei rapporti tra governo, Parlamento e Quirinale. Il discorso di Berlusconi, preso da solo, sarebbe anche convincente: è effettivamente mostruoso, come dice anche il Vaticano, far morire la ragazza affamandola ed assetandola. Tutti, però, dimenticano di spostare il discorso a monte: questa mostruosità è causata innanzitutto dall’assenza, in Italia, di una legge sull’eutanasia. Nel nostro Paese non è possibile dare la morte ad un malato terminale che la voglia, che soffra moltissimo e non abbia alcuna speranza di guarigione, o ad una persona (come Eluana) il cui cervello è morto e che vive una vita paragonabile a quella di un vegetale. L’eutanasia è un istituto che mette in difficoltà quasi tutti i Paesi del mondo, anche i più avanzati: quasi dappertutto è vietato dare la morte compassionevole, anche semplicemente “staccando la spina”, come si dice, dei macchinari che tengono in vita una persona praticamente già morta. Quindi, in effetti, il problema esiste ed è serio. Tuttavia ritengo che l’istituto debba essere consentito e regolamentato, perché mi sembra che non ci sia nulla di più crudele di condannare a vivere, soffrendo, una persona malatissima o di prolungare artificialmente una vita senza vita. Il sistema di far morire la Englaro privandola di nutrimento e acqua è davvero mostruoso. Ma domandiamoci: perché si è arrivati a questo? Perché la magistratura ha individuato in questo escamotage l’unico modo di consegnare alla madre terra le povere spoglie di Eluana, visto che l’eutanasia non è consentita da noi. Al contrario, se fosse stata possibile, con un cocktail di farmaci la povera ragazza sarebbe stata consegnata dolcemente alla morte. Oltretutto rispettando le sue opinioni, espresse quand’era ancora vitale, sana e bella. Il sistema ripugnante con cui Eluana finalmente andrà al Signore è dovuto alla responsabilità della nostra classe politica, ed ora anche di questo governo e di questa maggioranza, ed all’influenza che ancora la Chiesa ha sulla laicità dello Stato italiano. Per colpa di questi attori politici e sociali bisogna, per dare la pace a lei ed ai suoi familiari, affamare una ragazza in coma irreversibile da tanti anni.
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