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un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

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Gheddafi e la pagliacciata delle hostess

Post n°1684 pubblicato il 30 Agosto 2010 da massimocoppa
 

E’ giusto sopportare tutto questo per i rapporti economici
che abbiamo con la Libia?
GHEDDAFI E LA PAGLIACCIATA DELLE HOSTESS

Ieri Gheddafi è giunto a Roma: per l’ennesima volta, verrebbe da dire.
Ripetendo uno strano rituale già accaduto, ha fatto riunire da un’agenzia oltre 500 hostess presso la residenza dell’ambasciatore libico e, quindi… Le ha arringate sull’Islam, sul Corano, sulla Libia e su sé stesso! Almeno è quanto si dice, visto che all’incontro non sono stati ammessi giornalisti.
Dal punto di vista numerico il leader libico ha surclassato Berlusconi, infrangendo ogni record di adunate di belle donne: distanziati di molto persino i “carichi” sugli aerei presidenziali diretti in Sardegna e sui bus di quest’estate…
Il personaggio, lo sappiamo, un tempo sarebbe stato definito “eccentrico”: però suona grottesco quanto accade ogni volta che viene in Italia. Che senso ha questo rituale? Che utilità riveste? Venire qui a dire che l’Europa e l’Occidente fanno schifo e che le nostre belle ragazze devono convertirsi all’Islam e sposare un libico, oscilla tra la guasconeria e la provocazione.
È giusto accettare tutto questo in nome dei fortissimi rapporti economici che ci sono tra l’Italia e la Libia? È giusto sorvolare su questa pagliacciata, anche in nome della promessa libica di cooperare per stroncare il traffico dei clandestini? È giusto fare buon viso a cattivo gioco per avere petrolio a costi più vantaggiosi?
La questione può sembrare oziosa, perché apparentemente non è accaduto nulla di veramente importante; invece ha un valore morale e politico da non trascurare. I musulmani, giustamente, si irritano molto se si critica la loro religione o la loro organizzazione sociale. Però non esitano a criticare gli altri, ed in casa loro! Vengono qui a dirci che la nostra religione, i nostri valori, le nostre istituzioni sono poco più che merda. E noi dobbiamo pure far finta di niente!
Purtroppo quest’arroganza gheddafiana accade da quando gli Stati Uniti hanno tolto la Libia dall’elenco dei Paesi che finanziano il terrorismo. Il fatto è che, un tempo, questo accadeva veramente. Gheddafi è stato per anni accusato di ordire complotti anti-occidentali. Ma il leader libico è solo apparentemente un pazzo: andavo alle scuole superiori quando, nel 1986, gli Stati Uniti bombardarono Tripoli e per poco non uccisero il dittatore. Ricordo bene quei giorni: sembrava arrivata la fine del rais; si diceva che l’avrebbe presto sostituito un altro gerarca, Jalloud. Invece, 24 anni dopo, in Libia è ancora al potere un uomo asceso al governo grazie ad un colpo di Stato risalente addirittura al settembre del 1969, cioè quando io sono nato!
È evidente che in Libia non esiste alcuna democrazia. Però è anche vero che, contrariamente a quanto sembrerebbe da questi patetici show filo-islamici che il Colonnello inscena in Italia, a Tripoli governa un regime illiberale, sì, ma laico. Ed è questa una gran cosa, se consideriamo quel che accade quando l’Islam governa totalmente la vita delle persone e dello Stato. In Libia le donne camminano vestite anche all’occidentale e ricoprono ruoli maschili (come le “amazzoni”, le pretoriane del dittatore), i talebani non hanno asilo ed Al Qaida è bandita. Gli estremisti islamici sono sempre stati repressi duramente, perché Gheddafi non tollera sfide al suo potere. Per questo gli Stati Uniti, dopo l’11 settembre, hanno benedetto il Colonnello: con un ragionamento di real politik hanno deciso che era meglio lui che bin Laden… Non lo stesso ragionamento, però, è stato fatto con l’Iraq: anche lì Saddam Hussein governava con pugno di ferro anti-islamico; ma Bush junior aveva deciso che fosse “cattivo”.

 
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