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"Ci sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati"

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Ray Bradbury, "Fahrenheit 451"

 

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"And all this science,
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Un uomo può perdonare
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                     Winston
                        Churchill

 
 

Presto /
anche noi (…) saremo /
perduti in fondo a questo fresco /
pezzo di terra: ma non sarà una quiete /
la nostra, ché si mescola in essa /
troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, /
un sonno doloroso, che non reca /
dolcezza e pace,
ma nostalgia
e rimprovero
PIER PAOLO PASOLINI
 

 

 

 

 

Cazzarola!

 

 

Messaggi di Maggio 2019

 

Neruda ad Ischia

Post n°2066 pubblicato il 29 Maggio 2019 da massimocoppa
 

NERUDA AD ISCHIA

Finalmente è stato pubblicato il nuovo numero di “Nerudiana”, la rivista internazionale in spagnolo di studi sul poeta cileno Pablo Neruda.

Il giornale contiene anche un mio articolo-inchiesta sulla permanenza di Neruda sull’isola d’Ischia, nel 1952. Avendo sostenuto l’esame di spagnolo oramai trent’anni fa, ho preferito che il mio scritto venisse tradotto direttamente dalla redazione, ed a farlo è stato il direttore del magazine, il luminare di studi nerudiani prof. Hernan Loyola.

Questo il link per leggere il file in PDF:

 https://fundacionneruda.org/2019/05/nerudiana-23-24/

 Il mio articolo parte da pag. 43.

E scusate se mi sto “atteggiando” un poco, ma per un nerudiano come me (passione trasmessami da mia madre) è una bella soddisfazione vedersi richiedere un articolo dalla rivista della Fondazione Neruda, veder comparire il proprio nome sulla copertina e ricevere parole di elogio nell’editoriale del direttore!

:-)

Comunque, se la cosa vi interessa davvero, gli stessi concetti li ho espressi in un articolo molto più esteso, in italiano, comparso sulla rivista culturale “La Rassegna d’Ischia” qualche mese fa, e leggibile anche qui:

 http://www.ischialarassegna.com/rassegna/Rassegna2019/rass01-19/neruda.pdf

 
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Trump ha deciso che devo buttare il mio cellulare Huawei…

Post n°2065 pubblicato il 21 Maggio 2019 da massimocoppa
 

TRUMP HA DECISO CHE DEVO BUTTARE IL MIO CELLULARE HUAWEI…

La guerra economica che gli Stati Uniti hanno dichiarato alla Cina sta uscendo dal quadro delle schermaglie propagandistiche e sta diventando qualcosa di molto grosso e di maledettamente serio.

È notorio che il presidente Trump sembra avere un conto aperto con Pechino e, di recente, ha inaugurato una salva di dazi che penalizza enormemente una gran quantità di merci di produzione cinese, rendendole di fatto non più concorrenziali sul territorio americano.

C’è poi la guerra contro Huawei.

Qualche giorno fa, Trump ha vietato la commercializzazione, sul territorio americano, non solo di impianti Huawei (reti, router, server ecc.), ma anche di telefoni cellulari.

Ma la cosa ancora più grave è che ieri Google, mostrandosi più realista del re, ha annunciato che ritirerà ai cinesi la licenza per il sistema operativo Android, utilizzato anche dagli smartphone Huawei.

In realtà Android, praticamente usato su tutti i telefonini che non siano iPhone, è un “open source”, cioè un sistema gratuito aperto, da tutti modificabile. A sua volta Huawei l’ha già modificato, perché usa un sistema che si chiama Emui.

Ma Google si fa pagare l’utilizzo delle app più importanti, come Gmail, Maps, Youtube, Chrome ed altri.

In pratica, nel giro di qualche tempo non solo il sistema operativo montato sugli smartphone Huawei rischia di non potersi aggiornare più, creando problemi di sicurezza, oltre che di funzionalità, quanto bisognerà rinunciare ad applicazioni che sono oramai indispensabili.

Io ho un Huawei, detto per inciso, e questa cosa mi sta provocando una grandissima irritazione.

In pratica Trump ha deciso che dovrò spendere molto di più per un cellulare, perché Apple e Samsung sono molto più costosi, specie nei modelli di punta. Huawei è invece un ottimo compromesso tra qualità e prezzo: ma evidentemente questo dà fastidio a qualcuno. Maledetto capitalismo di merda.

 
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Incredibile: Salvini era comunista!

Post n°2064 pubblicato il 17 Maggio 2019 da massimocoppa
 

 

INCREDIBILE: SALVINI ERA COMUNISTA!

Un giorno sì e l’altro pure il ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, si scaglia contro i “comunisti”, accusandoli di ogni nefandezza e, soprattutto, di contestarlo ai comizi. Fa niente che ci siano tra loro professionisti, imprenditori, mamme con i figli piccoli: tutti “comunisti”. Peggio ancora: verrebbero tutti dagli odiati “centri sociali”…

Pensavo che i “comunisti” esistessero ormai solo nella fantasia di Berlusconi; ma a questi si è aggiunto un degno erede: Salvini, appunto.

Potrete dunque immaginare con quale sorpresa ho appreso, dal “Corriere della Sera” di oggi, che Salvini, in gioventù, è stato… comunista!

Gian Antonio Stella ha dato notizia dell’uscita di un nuovo libro che indaga sulle inquietanti vicinanze tra la Lega ed il neofascismo (Claudio Gatti, “I demoni di Salvini”, edito da Chiarelettere).

Gatti (o Stella?) ha fatto una semplice ricerca nell’archivio degli articoli del quotidiano milanese (una cosa che possiamo fare tutti stando comodamente al computer, ma che in effetti nessuno aveva fatto) ed ha scoperto una cronaca del 1994, quando Salvini era un giovane consigliere comunale di Milano. In un intervento in consiglio, il futuro “uomo di ferro” d’Italia difendeva i ragazzi di uno dei centri sociali di estrema sinistra più famosi della storia, il “Leoncavallo” di Milano, affermando di “avere per anni frequentato” quella struttura, dicendo di conoscere “quei ragazzi; i violenti sono pochi” e spiegando che lì “ci si trova per discutere, confrontarsi, bere una birra e divertirsi”.

Grande Matteo, uomo di lotta e di governo!

 
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La criminalità imperversa e Salvini pensa agli immigrati: ma finalmente gli italiani lo stanno capendo

Post n°2063 pubblicato il 13 Maggio 2019 da massimocoppa
 

 

LA CRIMINALITÀ IMPERVERSA E SALVINI PENSA AGLI IMMIGRATI: MA FINALMENTE
GLI ITALIANI LO STANNO CAPENDO

Qualcuno mi accuserà di aver preso un po’ di fissazione su Salvini; inoltre, un vecchio insegnamento del giornalismo americano dice “nessun articolo puzzi mai di ‘io l’avevo detto’ ”.

Ma, scusate, come posso non sottolineare che si è rivelata estremamente fondata la mia critica su di un ministro degli Interni che, per motivi elettorali, insegue la lotta al “negro” che arriva sui barconi, montando un’emergenza immigrati inesistente (sono appena l’8 % della popolazione italiana, a fronte di cifre molto più alte all’estero) e “cecando” sull’arroganza ed il potere della criminalità organizzata?

Ed infatti, nel giro di poche settimane, abbiamo avuto un agguato mafioso a Milano (Milano!) ed un regolamento di conti a Napoli che ha visto, come vittima incolpevole, una bambina piccola.

Queste sono le emergenze, non quattro sfigati su un gommone!

Ed infatti pare che lo stiano capendo anche gli italiani: per la prima volta dall’insediamento del governo Conte la Lega è scesa nei sondaggi. Sono solo due punti, ma è un’inversione di tendenza rispetto alla travolgente scalata registratasi finora. Inoltre, i fischi e le contestazioni ai comizi del ministro diventano sempre più forti. Persino la Campania, finora inspiegabilmente presa da innamoramento per Salvini, sta riportando le cose nell’ordine della logica, ricordando che la Lega era razzista anche verso il Sud. Ma il ministro ha reagito scompostamente: a Salerno la Polizia ha fatto togliere uno striscione con scritto “Questa Lega è una vergogna” che, oltretutto, è un verso di una vecchia canzone di Pino Daniele. Niente da fare, non si può: evidentemente in Italia il diritto di critica sta morendo. Non ne parliamo di alcuni provocatori che si sono messi in posa per i selfie, salvo poi rivolgere domande scomode al ministro, ribaltando la strategia da social network tanto cara al leader leghista: spintonati, insultati (non si capisce se da personale e simpatizzanti della Lega o da esponenti delle forze dell’ordine), con l’imposizione di cancellare dai cellulari i video. Ma con quale diritto? Con quale giustificazione, se non la lesa maestà?

Giustamente il PD ha presentato delle interrogazioni parlamentari su questi episodi, anche se una è partita addirittura da… Renzi, che non può onestamente dare lezioni di democrazia a nessuno.

 
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