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Post N° 229

Post n°229 pubblicato il 08 Novembre 2007 da mediareport

La lezione di Mao applicata ai (rari) giornalisti scomodi.
La grande finanza mobilita gli avvocati
“COLPIRNE UNO PER EDUCARNE CENTO”:
GERONZI QUERELA “REPORT” E LA RAI

La stampa italiana, è notorio, non vanta grandi scatti di reni verso il potere. Anzi, le reni sono normalmente abbastanza piegate. Ma la situazione non potrà che peggiorare ulteriormente se si ricorre all’intimidazione giudiziaria (specie con l’arma della richiesta di risarcimento) contro qualche giornalista che fa veramente il suo mestiere.

Lo so, non ci siamo abituati, ma qualcuno pure c’è. Diciamo meglio: “qualcuna”, al femminile.

Milena Gabanelli, instancabile mente e conduttrice del programma “Report” (domenica sera, Rai Tre), che spesso ci ha dato un esempio di cosa sia veramente il giornalismo di denuncia, domenica scorsa ha osato puntare l’attenzione, tra gli altri, verso il banchiere Cesare Geronzi.

La Gabanelli ha giustamente osservato che, come dire, non è proprio il massimo dell’eleganza e dell’etica consentire che uno con i precedenti e le pendenze di Geronzi figuri ormai tra i personaggi più potenti d’Italia e vada a presiedere Mediobanca, un tempo considerato il “salotto buono” della finanza italiana, senza che nemmeno la Banca d’Italia, massima autorità di sorveglianza, eccepisca niente.

Geronzi ha fatto sapere di aver dato mandato al suo pool di legali di presentare querela penale e richiesta di risarcimento danni alla Gabanelli e, ovviamente, alla Rai.

Così la Gabanelli impara… La lezione dell’immortale presidente Mao è sempre attuale: “Colpirne uno per educarne cento”…

Tra i banchieri più importanti d’Italia (è stato la mente geniale della fusione Unicredit-Capitalia), Geronzi è stato condannato in primo grado a un anno e nove mesi di reclusione per concorso in bancarotta nell’Italcase-Bagaglino, e rinviato a giudizio per i disastri Parmalat e Cirio.

Insomma, un grande finanziere, ma con qualche problema: una condannuccia lì, un rinvietto a giudizio qui, un’inchiestina là. Eppure gode di stime incondizionate e trasversali e nessuno ha da ridire nulla sul suo presenzialismo, finanche in Mediobanca. Sarebbe accaduto ai tempi del mitico Cuccia, severissimo censore e moralista?

Intanto, all’estero, di queste smagliature se ne accorgono eccome. Il “Financial Times”, la Bibbia del giornalismo finanziario internazionale, il 25 luglio di quest’anno, per esempio, ci ha fatto sopra un servizio…

 
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