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La Denuncia
Quei fondi negati alla cultura campana
di Vincenzo Pepe*
Anche quest’anno, con vivo rammarico, prendiamo atto che la politica culturale della Regione Campania opera scelte che penalizzano fortemente i tanti musei e le biblioteche che rappresentano il grande tesoro della Regione Campania. Più volte anche pubblicamente il presidente Antonio Bassolino che è anche assessore regionale alla cultura, musei e biblioteche ha affermato che il ruolo dei musei e delle biblioteche è fondamentale non solo per lo sviluppo sociale e culturale di un popolo ma anche per lo sviluppo del turismo e, quindi, economico. Il recente bilancio annuale programmatico della Regione Campania 2008 relativo ai musei e alle biblioteche prevede per l’anno 2008, per le spese correnti, Euro 378.750 e per le spese di investimento Euro 5.262.500.
Di questi ultimi, nel collegato al bilancio è previsto che la somma di Euro 5.000.000 è finalizzata al funzionamento del museo regionale per l’Arte contemporanea “Madre”. Com’è evidente per la gestione dei musei e delle biblioteche è stata riservata solo, fra spese correnti e spese d’investimento, la somma di Euro 641.250. Con tali risorse finanziarie si dovrebbe provvedere al sostegno e alla promozione delle oltre 1.000 strutture museali e bibliotecarie della Regione Campania. Questi numeri si commentano da soli. Ancora una volta la politica culturale della Regione Campania penalizza i “figli di un dio minore”, i tanti musei e le biblioteche che rappresentano i veri valori culturali del popolo campano e che, purtroppo, sono costretti a chiudere o sopravvivere solo grazie alla passione di chi crede che la democrazia è fatta di cultura diffusa e non elitaria.
I musei e le biblioteche rappresentano un servizio pubblico essenziale finalizzato non solo alla conservazione dei beni culturali e del patrimonio librario ma hanno una funzione essenziale di promozione della cultura, dell’educazione e del turismo.
In tal senso, sono strumenti indispensabili rispetto agli obiettivi sanciti dall’articolo 9 della Costituzione il quale statuisce non solo la tutela del patrimonio storico-artistico della nazione ma anche la promozione della cultura al fine di arricchire e migliorare socialmente la persona umana e la collettività. Un Paese che non sa promuovere una cultura diffusa di tutela del proprio patrimonio culturale è destinato a non avere futuro. Speriamo che la politica culturale della Regione Campania ritrovi presto i motivi profondi, il vigore e lo slancio utile ad un nuovo fervore culturale che nasce proprio nella rete delle biblioteche e nei musei locali. Addà passà a nuttata
*Presidente Nazionale Fareambiente
da L'Opinione
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