Un blog creato da hscic il 26/02/2009

Memorie di una colf

Contorsionismi mentali e funambolismi lessicali

 
 
 
 
 
 

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Memorie di una colf. Per il vasto mare della mente.

Post n°567 pubblicato il 24 Luglio 2013 da hscic

C'è silenzio. O meglio...non sento nulla. L'anima và alla deriva. Per sbaglio, poggio le dita sulla tastiera e mentre chiudo gli occhi per riposare un attimo la mente, parte una lunga linea di "C"  che riempie il foglio. Mi alzo, apro la porta e cerco un pò di caffè. Questa mattina, attraversando il cortile dai mille archi, ho avuto la visita di un vecchio amico. Ho percepito tanto spazio intorno a me che, come una nave la cui prua fenda un oceano senza fine, attraversavo quello spazio. Non c'erano minacce nascoste. Nessun leviatano affamato nella mia scia...ma tanto spazio ed io, con le vele perfette, con la cambusa piena di cibo, con lo scafo integro che navigavo....navigavo e basta. Non pensavo ai porti; forse potevano anche non esistere, come per quei marinai che, passate le colonne d'Ercole, avevano davanti solo mare...un mare dove puoi trascorre la vita senza incontare un lembo di terra, in un viaggio perpetuo. Guardo in basso e controllo di avere il mio buon filo legato ai piedi che, a mò di palloncino, mi tiri giù quando il vento si diverte un pò troppo a scompigliare i pensieri di un misantropo per vocazione.    

 
 
 

Memorie di una colf. Il capolavoro di Domenico Siciliani.

Post n°566 pubblicato il 22 Luglio 2013 da hscic

Una lama di luce penetra nella distanza che separa le ali dell'antico palazzo. Taglia in diagonale il cortile di marmo e si ferma sulla parole scritte sulla lapide di bronzo del grande condottiero. Ne ho viste decine di quelle lapidi nel bel Paese. Credo le costruissero in serie alla fine della guerra e le distribuirono a tutti quelli che ne fecero richiesta. Forse avevano migliaia di tonnellate d'acciaio e rame che gli avanzavano al termine della strage e tanto valeva commemorarla ed esaltarla un pò. Non che che ci fosse d'andare particolarmente orgogliosi, dopo aver regalato al mondo una generazione di storpi nel fisico e nella mente ma senza dubbio come lo vai a spiegare ad un poveraccio che non ha più le gambe che forse si poteva arrivare ad un risultato analogo permettedogli però di continuare a muoversi in piena autonomia? Difficile giudicare con un metro costruito in un tempo diverso ma sempre mi è rimasto il sospetto che questa cosa del metro e del tempo sia solo una bella scusa per addolcire la pillola. Intanto lascio che l'aria fresca del mattino si faccia strada attraverso la finestra aperta e che le grida dei gabbiani si confondano con i motori 125cc dei centauri del lungofiume. 

 
 
 

Memorie di una colf. Abbeverata clandestina.

Post n°565 pubblicato il 12 Luglio 2013 da hscic

Le cicale cantano con furore. Sembra che debbano recuperare i giorni di pioggia che le hanno rese mute. Mi chiedevo perché le cicale si diano così da fare quando fa caldo. Ho letto che il movimento delle ali che produce il rumore serve a raffreddarle ma ho anche letto che il cicaleccio non è altro che il richiamo d’amore dei maschi per le femmine. Insomma niente è chiaro in natura anche perché…non ho mai saputo di un richiamo d’amore che raffreddi…anzi. Sono da solo. Il venerdì estivo qui è piuttosto tranquillo malgrado i tempi di crisi. Lavoro seguendo i miei ritmi senza dover fingere di dar risposte a chi non è disposto ad ascoltarle. Intanto penso a boschi e sentieri. Macchie di verde dalle mille sfumature e formiche che mi camminano sul palmo della mano. Quasi quasi rapisco una lattina di chinotto…..shhhh….dato che lavoro….meglio non farmi beccare.   

 

 

 

 
 
 

Memorie di una colf. Overdose da orizzonti vicini.

Post n°564 pubblicato il 11 Luglio 2013 da hscic

C'è silenzio stamattina...silenzio rarefatto ed un pò triste. Ho percorso la vecchia strada, una di quelle strade che hanno visto la polvere sollevata di tanti calzari, e non c'era quasi nessuno. Il traffico è filato liscio fino al palazzo lungo il fiume. La sbarra bianca e rossa si è sollevata, una macchia bicolore dietro un pesante vetro mi ha sorriso e sono stato di nuovo fagocitato dalle ombre della famiglia cardinalizia. Mentre i viali mi sfilavano a fianco pensavo a boschi, sentieri, macchie di sole tra le foglie ed ai silenzi. Non ho le idee molto chiare sul dove, dato che per certi versi vivo un momento di precarietà escursionistica ma andrebbe bene anche il cucuzzolo coronato di pini dietro casa....e sopratutto vorrei dimenticarmi di questi occhiali. Non voglio dovermi concentrare su nulla di vicino. Il vicino o lo posso annusare, toccare e gustare oppure niente.....desidero solo panorami. 

 
 
 

Memorie di una colf. Ascoltando.

Post n°563 pubblicato il 10 Luglio 2013 da hscic

…E’ che questa città la mattina è proprio bella. E non lo dice uno che c’è nato e quindi è di parte ma bensì uno che a tratti la subisce, con la sua afa, le sue code, la sua protervia maleducazione, con la sua arruffonaggine pseudo furbetta. La mattina è un altra storia. La luce è come un abbraccio tiepido. I suoni sono come sussurri di qualcuno che non ti vuol svegliare perché ti vuol bene e si muove in punta di piedi per la stanza. L’aria è fresca e sa di verde e di mare. Ieri sera guardavo il cielo appoggiato ad un muretto degli orti sallustiani e pensavo che quel grande impero del passato non poteva che trovare il suo cuore in questo luogo. La natura è autostabilizzante per principio.  Se nel mondo c’è un angolo dove l’uomo può vivere bene, senza subire il freddo, il caldo, la fame, il buio, l’isolamento…quel angolo è qui. Da tutte le altre parti qualcosa manca sempre, oppure c’è un fattore di squilibrio. Qui no. Qui tutto è presente e di tutto c’è quanto basta. Nessuna eccellenza certo…ma un melange di tante piccole cose che fan si che uscendo dalla porta di casa la mattina si provi il desiderio di fermarsi ad ascoltare il respiro calmo e profondo della creatura che riposa vigile lungo le sponde del vecchio fiume.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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