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NAPOLITANO PRIMA DI SCENDERE DAL COLLE....

Post n°37 pubblicato il 03 Aprile 2013 da LIBERODIPARLARE
Foto di LIBERODIPARLARE

Un popolo stanco assiste alla pantomima politica, stanchi, delusi, sfiduciati, gli italiani si chiedono a che servono elezioni, referendum, proteste, se coloro che sono preposti  alla difesa dei diritti dei cittadini sanno solamente opprimerli,  dando oltretutto un’immagine di un Parlamento inetto ed incapace anche solamente di governare se stesso. Piangono nella tomba i Padri di una Costituzione disattesa e oltraggiata, oltremodo obsoleta,  per esigenze di un mondo che cammina più veloce del pensiero stesso. Una costituzione nata tra le rovine di un popolo, benché orgoglioso, vinto; un popolo che risorgeva faticosamente dalle ceneri di una guerra mondiale, persa quasi con ignominia, e da una Guerra Civile dove fratelli avevano ucciso i fratelli. Allora aveva ragion d’essere, ma ora? Vediamo per esempio  il “ l’Italia è un repubblica fondata sul lavoro”  sembra un comandamento, o è una presa in giro visto il numero vergognoso di disoccupati, sottoccupati, esodati, che in questo momento affliggono il panorama lavoro di questa repubblica.  E i cittadini della Repubblica Italia vorrebbero lavorare ma una politica incapace ha portato un Paese allo sfascio, una burocrazia  vessatoria ha obbligato le aziende a chiudere causando licenziamenti a catena, una tassazione dittatoriale ha avviato il popolo  del boom economico alla povertà e obbligato imprese alla fuga verso politiche fiscali meno opprimenti. L’Italia del Carbone e dell’Acciaio, tra le maggiori potenze industriali c’era un ‘Italia la stessa che ora è prona davanti all’Europa. Prona davanti ad  una Germania prepotente, che impone le sue leggi. l’Europa che ha creduto nel sogno della Grande Europa Unita  è ora sbigottita  davanti allo strapotere degli eredi  del nazismo, cede ad imposizioni che massacrano l’economia nazionale dei più deboli. Il nazismo espansionista oppresse l’Europa con le armi, la Germania della Merkel opprime un’Europa con le armi del denaro. Quello che un tempo era rappresentato dai Governi, dall’autonomia nazionale, ora è rappresentato dalle Banche, e c’è ancora chi grida dall’alto degli scranni “ combattiamo lo strozzinaggio”  mentre permette alle Banche il più vergognoso strozzinaggio autorizzato  mai visto. Ci impongono sacrifici in nome del salvataggio dell’Italia, peggio della consegna delle Fedi alla Patria di lontana memoria, almeno quello era un prelievo volontario, ma non tagliano spese e benefici del loro potere. Piangono in pubblico come coccodrilli, emanando leggi  umilianti, inique e deleterie, ma continuano imperterriti ad usufruire di emolumenti esagerati e da privilegi della Casta, a sprecare soldi pubblici, mentre al cittadino si chiedono sacrifici, senza nemmeno l’ombra della vergogna. Beh questo ci oltraggia, ci offende, ci avvilisce, ma peggio, ci fa arrabbiare e la rabbia cresce quando un Presidente, il padre degli italiani, ci impone i SAGGI, ed è così forte la rabbia che scaturisce in una risata isterica.  Qualcuno ha balenato alcuni nomi del prossimo Presidente della Repubblica, nomi vecchi come la classe politica italiana, nomi come Amato l’uomo del prelievo forzato. Ma ora ci sono i saggi, che daranno un altro saggio dello schifo in cui è caduta la politica italiana; gli stessi che fanno della Costituzione Italiana il vademecum  della legalità, una Costituzione nata dall’accordo di politiche, ideologie, diverse ma frutto della volontà di un’Italia nuova, ora rifiutano accordi nascondendosi sotto le loro bandiere per nascondere interessi di parte, dileggiando in questo modo IL CITTADINO ITALIANO.

Un tempo non lontano uomini di buona volontà partirono per paesi lontani, in cerca di fortuna, menti eccelse fuggirono da questo Paese, ora stiamo assistendo ad un nuovo esodo e ci tocca assistere alla fuga dei nostri giovani, alla fuga dei cervelli migliori, alla fuga delle imprese, mentre il popolo che rimane viene schiacciato dai debiti che una classe inetta ha loro imposto. Si vergogni un Colle che ci costa più di un Regno, si vergogni un Parlamento che costa quasi quanto il debito nazionale, si vergognino i Parlamentari eletti che non riescono a dare un governo al Paese, ma soprattutto vergogna per  noi che li abbiamo votati ciechi davanti a mille promesse, illusi dalle favole e dai proclami.

 

 
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