Se dovessi cercare l'aggettivo più adatto per descrivere il film credo che arriverei a definirlo scorretto. E sarebbe comunque limitativo ed anche banale. Con il precedente Borat si poteva parlare (soprattutto) di un'idea politicamente scorretta,eccessiva e a tratti demenziale. Col reporter austriaco gay si supera anche l'osceno: basta guardare le facce degli spettatori,un misto di incredulità e schifo,mentre osservano le situazioni imbarazzanti in cui Bruno si cimenta pur di raggiungere il suo obiettivo. Diventare una star mondiale è il suo scopo e non si pone limiti nell'abbassarsi (letteralmente..) ai vari giochi di potere dello show-business.
Eccentrico,imbarazzante e dichiaratamente gay,il film vuole essere una denuncia nei confronti del bigottismo,del pregiudizio ed anche della facilità con cui i media trasformino un tipo qualunque nella celebrity n.1. Ma -e qui sta la pecca del film- la chiave ironico-demenziale usata e voluta sovrasta la natura del film: se il successo (anche di critica) del reporter kazako era un'ironia funzionale all'idea,qui siamo di fronte all'inversione delle parti,con l'eccessivo colore di dialoghi e situazioni a scapito della pellicola.
Detto questo ed appurato che Borat rimane geniale,questo Bruno vale il costo del biglietto anche solo per assistere alla dichiarazione (forse giuramento è il termine migliore..) del reporter gay come manifesto del suo essere: "voglio diventare la più grande celebrity austriaca dopo Hitler!".
Se non è coraggio questo...
Inviato da: cassetta2
il 08/12/2022 alle 12:30
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il 19/07/2022 alle 10:01
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il 27/04/2020 alle 08:56
Inviato da: cassetta2
il 20/08/2019 alle 21:00
Inviato da: RavvedutiIn2
il 29/07/2019 alle 17:53