Creato da splendore07 il 06/12/2011

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DOORS

Post n°52 pubblicato il 18 Agosto 2012 da splendore07

Siamo porte.

Ognuno di noi ne possiede,ma non per tutti il numero e la "gestione" risultano essere gli stessi..

Le porte presiedono all"ingresso" di mente,cuore,anima. All'interno di esse,abitano le nostre emozioni.

Possiamo decidere di lasciarle chiuse per sempre,di aprirle quel tanto che basta  a lasciare spazio per una piccola fessura, di spalancarle, o di aprirne solo qualcuna.

A seconda della misura e del  numero delle quali decidiamo l'apertura,permettiamo al "sentire" nostro e degli altri, di entrare ed uscire.

Molto spesso,non siamo in grado di controllare quello che dalle nostre porte esce-magari contemporaneamente da tutte quelle esistenti-ci vogliono molta pratica e autocontrollo,per arginare emozioni che come vento impetuoso,escono,facendole sbattere con violenza.

Per contro,siamo in grado di scegliere,controllandole,le emozioni che ne varcheranno la soglia, andando ad occupare uno "spazio" nuovo all'interno,affiancandosi a quelle già esistenti.

(Splendore)

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Commenti al Post:
ottamoccacs
ottamoccacs il 19/08/12 alle 12:47 via WEB

Un post..
come sempre da assaggiare..
masticare..e deglutire..
e poi digerire.

Al momento non sò che dire..
mi son perso tra le porte :))))
 
 
splendore07
splendore07 il 19/08/12 alle 13:29 via WEB
Ti concedo tempo che tu ritieni necessario per tuo "metabolizzare" :-) Nessuna fretta,il mio "scrivere" non ha data di scadenza :-)non reca la scritta "best before":-) Quando avrai,ritrovata la strada, che ti riporterà sulla "dritta" via che non sia quella che ha generato lo "sperdimento", puoi ripassare,sicuro che non ti perderai nuovamente,e potrai,se ,lo vorrai,lasciare qualche "bianco sassolino" sul tuo cammino,a testimonianza del tuo passaggio :-)
 
frfenghe
frfenghe il 21/08/12 alle 19:08 via WEB
non dò molto spazio alle mie emozioni; non che non le conosca o non le viva,.. per esempio molte cose mi commuovono o mi toccano in maniera veramente intensa e viva, quasi da scoppiare e mi tolgono il fiato; ma cerco di aprire le porte e di comunicare più a un livello di consapevolezza che di emozioni, mi attira di più.... un grazie e un saluto...
 
 
splendore07
splendore07 il 22/08/12 alle 13:41 via WEB
C'e stato un tempo,non troppo lontano nel quale ho desiderato ardentemente di non provare emozione alcuna, tanto "selvagge" e viscerali erano quelle provate sia negative che positive,vissute con un'intensità da procurararmi disagio fisico, dolore. Mi prendevano in pieno, mi scuotevano fin nel piu' profondo di me, perchè io, sono essenzialmente "albero",non "fuscello" che sa piegarsi rimanendo elastico nella tempesta, permettendole di "scivolargli" sopra senza danni. Ogni volta, proprio come l'albero, mi ritrovavo con diversi "rami" spezzati. E'stata dura,permettere ai rami sopravvissuti alla violenza, di riempire lo spazio, lasciato da quelli spezzati. l'equilibrio, sta nel fatto di imparare a dosare in egual misura le emozioni che danno gioia e dolore,riuscire ad esercitare su di loro quel controllo che ti permette di non farti travolgere e travolgere gli altri. Equilibro maledettamente difficile. L'uomo, è fatto forse piu' di istinto che di ragione. E l'istinto, ha volontà propria che la ragione non conosce. La consapevolezza,sorta di "saggezza" arriva con l'età,questa è "ubicata" nelle porte che abbiamo nella mente,preposta alla rifessione e all"'imparare". Ma risente un pò della "freddezza",che le appartiene,non facente parte della sfera emozionale,dove "regna" l'istinto.E' comunque questione di scelta,il metodo di comunicare con gli altri.Se scegli,se dai la predominanza la cuore e all'anima,la comunicazione assume essenzialmente caratteristica emozionale, che non vuol significare solo sentimento,ma sensibilità alla bellezza,per esempio.Per la quale occorre avere però cuore ed anima esercitati affinche' l'emozione prodotta,possa arrivare agli occhi.E' sufficiente guardarsi intorno per trovavarla ovunque.Basta interrompere la nostra quotidiana corsa,per qualche attimo e goderne. Grazie per la "sosta"
 
ASSISTENTE05
ASSISTENTE05 il 23/08/12 alle 14:43 via WEB
Imparo ancora oggi e lo faro' sempre a controllare le mie emozioni , essendo da sempre un impulsivo . Impulsivo ma fondamentalmente un buono , mi dicono quando parlano di me . Rami spezzati ? Eccome ... poi pero' ne crescono sempre altri , quel che mi dispiace veramente sono i rami degli altri , quelli che per mia colpa , avventatezza e superficialita' di quando ero giovane ... ho perso per sempre . Ciao a te . Roberto
 
 
splendore07
splendore07 il 28/08/12 alle 12:36 via WEB
E'un vero e proprio lavoro per chi come te impulsivo esercitare controllo sulle proprie emozioni. E' una "pratica" che richiede un lungo e paziente lavoro su se stessi,lungo tanto quanto si è impiegato per sviluppare l'istinto che spesso fa pronunciare parole che no hanno il tempo-prima di uscire dalla bocca-di transitare nell'organo presposto alla ragione: il cervello.E allora vengono fuori parole che hanno il potere di ferire molto profondamente, che provocano ferite,che a volte difficilmente si rimargineranno,essendo la "parte" alla quali sono state inferte,l'anima,molto piu' sensibile delicata e profonda, del nostro essere. L'impulsivià non è sinonimo di cattiveria, anche se la si scambia per tale. L'impulsivo è quello che dà fuoco alle polveri,che con le sue "brucianti" esternazioni,provoca l'incendio,ma quasi mai rimane solo cenere,anche se la controparte lo capisce solo parecchio tempo dopo,magari quando il "danno"inflittole,forse non è piu' "sanabile".****** Sono piu' convinta che i "rami" rimanenti" occupino-come ho scritto- lo spazio lasciato vuoto da quelli spezzati,crescendo, molto piu' della crescita di nuovi. E'solo con la maturità che si diventa consapevoli, degli "altri rami" che abbiamo spezzato. La gioventu' è sempre età di forze potenti che abitano dentro di noi e dalle quali ci lasciamo trascinare. L'irruenza,la mancanza di auticontrollo ci portano ad agire a volte con scelleretezza,avventatezza. Solo quando l'animo si fa quieto, abbiamo modo di riflettere e rimpiangere tali comportamenti, ma troppo tempo è passato da allora, per "rimediare" in qualche modo. Ma credo che "tagliare"rami che non siano nostri,faccia parte del percorso della vita di ognuno.grazie per la tua sosta
 
PERLASNAKE
PERLASNAKE il 28/08/12 alle 13:42 via WEB
Tutto questo sembra regolato e modulato , come se queste porte potessero essere regolate, ma talvolta qualcosa s'insinua e tu non riesci piu' a chiudere, e tutto cio' che avevi sepolto o era naufragato torna impetuosamente a galla...e piu' spingi e piu' forzi e piu' senti un profondo ed inesauribile dolore che non ti permette di rimanerne fuori.....e questo è un potere che noi non possiamo ne' gestire ne' controllare....è la vita che richiede la nostra partecipazione. Un abbraccio forte carolina
 
 
splendore07
splendore07 il 31/08/12 alle 13:38 via WEB
Difficile trovare un equilibrio all'interno di noi stessi.Sono convinta che l'essere umano è costituito piu' di istinto che di ragione.Ci vuole pratica continua nel gestire le nostre "porte",questo diventa piu' agevole con la maturità,quando-forse-le emozioni,quelle piu' violente, piu' devastanti, cessano per lasciare posto ad un "sentire"ad un "divenire" piu' tranquillo. Quelle emozioni spiazzanti a apportatrici di dolore,alle quali fai riferimento,sono sentire che appartiena la passato, e che non abbiamo ancora allontanato da noi, non abbiamo ancora chiuso in maniera definitiva "quella" porta per impedire loro di fare ritorno. E allora il dolore provato è ancora piu' grande. D'altra parte ci sono "tanti noi" che ci abitano, noi non siamo una sola "persona" ma tanti "noi" diversi, in lotta,per la "supremazia" tanti noi che spingono per uscire a seconda delle emozioni che in quel momento si stanno vivendo.Lo scontro è sempre duro,certi noi, non li vorremmo,non ci piacciono,ma spesso sono "quelli" piu' forti, capaci di tenerci in "scacco",capaci di spiazzarci,di farci domandare: ma questo sono davvero io? Siamo esseri in continua mutazione. Le emozioni che ci "governano" si alternano spesso. Non siamo mai gli stessi,nemmeno all'interno dei singoli giorni,delle singole ore. Questo è frutto, di un caleidoscopio di emozioni,sensazioni,desideri,bisogni,pensieri,dubbi in continuo divenire.
 
omnamahshivaya0
omnamahshivaya0 il 31/08/12 alle 13:52 via WEB
L'immagine delle porte è davvero affascinante. Trasmette bene l'idea dell'apertura e della chiusura da e verso le energie della VIta. Troppo spesso le mie porte sono serrate alla consapevolezza. Troppo spesso maledettamente spalancate alle emozioni che ti affogano. Porte che sbattono...porte di cui bisogna ritrovar la chiave per gestirle nel migliore dei modi. Porte di cui non conosciamo l'esistenza spesso...da ritrovare e capire...Corpo, Cuore e Mente. Un sorriso e un abbraccio MIchele
 
 
splendore07
splendore07 il 03/09/12 alle 12:33 via WEB
La scelta delle porte,è stata dettata dal fatto che sono convinta sia la metafora ideale per rappresentare il nostro rapportarci con le emozioni che caratterizzano l'esistrnza e il conseguente modo di rapportarcisi. Non puoi immaginare quanto mi senta in sintonia col tuo dire che hai porte "serrate" alla consapevolezza e spalancate alle emozioni che annientano,quelle che entrano con la furia di tempesta,ci colpiscono in pieno,incapaci di opporre alcuna barriera,siamo sprovvisti di qualsiasi "materiale" e di qualsiasi "tecnica" per costruire una sorta di seppur fragile barriera che, possa metterci al riparo da venti che "urlano" tra i nostri "rami" spogliandoli e, spezzandoli. Porte che chiuse magari da eventi dolorosi,e che vorremmo riaprire, ora che siamo "guariti"ma abbiamo forse "gettato" la chiave o piu' semplicemente l'abbiamo nascosta e non ricordiamo piu' l'ubicazione.
 
   
splendore07
splendore07 il 03/09/12 alle 12:42 via WEB
Le porte chiuse che hanno bisogno di essere riaperte, mi portano alla mente un meraviglioso aforisma di K. Gibran: IL PARADISO E' LA' DIETRO QUELLA PORTA,NELLA STANZA ACCANTO.MA HO PERSO LA CHIAVE. FORSE L'HO SOLTANTO INFILATA MALE. Grazie per la tua sempre preziosa sosta.
 
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