AREA PERSONALE
MENU
I MIEI BLOG AMICI
« LA SCRITTURA E' UNO SPE... | NON PICCHI TUA MOGLIE? V... » |
Post n°61 pubblicato il 27 Febbraio 2013 da splendore07
Il coraggio non si nutre di certezze, non si nutre di promesse per il futuro: ogni promessa creerebbe aspettative, le aspettative, la speranza, e, nutrire la speranza significa alimentare la disperazione. Occorre “solo” essere vigili, presenti, consapevoli, imparare ad “abitare” il momento, in modo che sia sempre un continuo rinnovarsi del “qui e ora”con tutte le incertezze, le insicurezze, proprie della vita umana, e con tutti i suoi pericoli. La vita è un gioco d’azzardo terribilmente rischioso: fosse una scommessa, non l’accetteremmo. Coraggio non è assenza di paura, ma l’essere consci di averne-a volte parecchie-ma di riuscire ad affrontarle. Forse cerchiamo sorta di “prigione” dorata, nella quale poter vivere al riparo, dai venti impetuosi, ai quali la vita ci espone. Invece dovremmo “abbracciare” l’incerto”, perché così è la vita. Il sentirsi vivi è appannaggio dell’insicurezza. La vita non essendo processo meccanico, non dà certezza alcuna; è un mistero imprevedibile, nessuno sa cosa potrebbe accaderci il momento successivo. Se così fosse, la vita diventerebbe finzione, perderebbe il fascino dell’imprevisto, delle soprese, e questa è la sua bellezza e allo stesso tempo la sua“paura”. Ma è nelle incertezze di cui la vita si “nutre”,che risiede la libertà. Il coraggio non si identifica con compiere imprese eroiche con assoluto sprezzo del pericolo, ma un molto piu’ “umano”vivere ,affrontando le nostre insicurezze, timori, quelli che ci vengono dalla quotidianità. Bisognerebbe imparare a “gioire” di ciò che è nuovo, accettandolo senza riserve, anche se genera timore. Spesso il nuovo viene percepito come fonte di eventi negativi, dimenticando che potrebbe essere fonte di nuove opportunità. Bisognerebbe abbandonare vecchi schemi di comportamento che non ci rappresentano piu’, ma che siamo restii a lasciare, perché frutto di abitudini consolidate, di “riti” che ci danno sicurezza,ci fanno sentire protetti. Coraggio che dovrebbe comprendere il cambiare ciò che deve essere cambiato, anche andando contro il pensiero di chi abbiamo intorno. Coraggio di abbracciare il nuovo nei rapporti affettivi, tagliando i cosiddetti “rami secchi”, nonostante la paura che una decisione del genere comporta, sul lavoro, sul cammino, che mai dovremmo interrompere, quello che porta alla ricerca, alla conoscenza di noi stessi, perché siamo un continuo “work in progress ”con tutti gli “sconvolgimenti” che questo comporta. C’è molto di me in quello che ho scritto. Proietto in quelle parole, le mie paure, insicurezze e, il conseguente bisogno di attingere alle mie risorse piu’ profonde per “estrarne” il coraggio, appunto.
Non puoi essere veritiero, se non sei coraggioso. Non puoi essere amorevole, se non sei coraggioso. Non puoi essere fiducioso, se non sei coraggioso. Non puoi cercare la realtà, se non sei coraggioso.
NON CHIAMARLA INCERTEZZA:CHIAMALA MERAVIGLIA NON CHIAMARLA INSICUREZZA:CHIAMALA LIBERTA' (Splendore) |
https://blog.libero.it/mindsoulheart/trackback.php?msg=11949408
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: splendore07
il 30/11/2018 alle 18:14
Inviato da: bizzina61
il 23/11/2018 alle 23:32
Inviato da: ITALIANOinATTESA
il 07/04/2016 alle 16:09
Inviato da: rugiada_nel_mattino
il 04/10/2015 alle 05:40
Inviato da: RavvedutiIn2
il 04/08/2015 alle 15:49
Il concetto speranza=disperazione,si rifà ai filosofi greci:Eschilo, che condivido appieno. La speranza piu' che alimentare il sogno,alimenta l'illusione con conseguente delusione,sconforto, ecc. esempi ce ne sono a iosa.
Mi hai detto:ok pura filosofia,il quotidiano richiede energia immediata e positiva.Siamo vittime e carnefici di noi stessi. La filosofia è applicabilissima nella quotidianità.Molto spesso serve ad alleggerire la "fatica di vivere". Cerco di trarne esempi,conforto e mi sforzo di "trasferirla" nel mio quotidiano. Puo' essere l"appiglio" al quale aggrapparsi, nei momenti piu' difficili.
Sono totalmente d'accoro con te: vittime e carnefici di noi stessi:è parte dell'umana natura.
Come ho scritto,devo fare ricorso alle mie risorse piu' profonde,affinchè il coraggio possa prevale.Non facile,almeno in questo momento
quale dispiegamento di "desuete" parole,per il tuo "sincero" pentimento. Hai trovaro davvero accorate parole,inusuali per un barbaro dal "cuore crudo"che ama i fumi densi dei fuochi dei bivacchi che stordiscono ed inebriano i sensi,lo scorrere della bionda forte e scura bevanda,il "pugnar" nemici,la sola compagnia di grida longobarde genti,echi di vite lontane.
Sono certa che il tuo pentimento,non mancherà di fare breccia nel cuore della fanciulla,"vittima" della tua ironia.
Nessuna cruenta punizione, si abbatterà su di te o druido, il Dio sciagurato sarà benevolo nei tuoi confronti,continuerà a proteggerti;-)
Direi che quello che mi difetta maggiormente in questo periodo, è proprio l'armonia. Non ci sono le condizione necessarie per esserlo, e tu non immagini quanto lo agogni e quanto io ne abbia bisogno.E anche la luce è solo un piccolo bagliore in lontananza.
Il mio produrre poco,è riferito alla frequenza dei miei post:la maggior parte dei blogger,ha sorta di "produzione a ciclo continuo", il loro essere tanto prolifici, non smette mai di procurarmi stupore, e non nascondo anche un po' di invidia.Ma scrivo essenzialmente per me e lo faccio solo quando trovo qualcosa che sia in linea al mio sentire.
Il "signorbardo" (ho sorriso leggendo il modo in cui l'hai appellato)è ora,uomo "avvisato":-D in merito alle sue esternazioni. Sono sicura farà il "bravo" :-D
E' un percorso lungo e difficile,irto di ostacoli e non esente da insuccessi. Un cammino che dura tutta la vita.
Ma ho la consapevolezza-finalmente-che il coraggio non ha nulla a che vedere con il "ruggito",ma piuttosto ad un piu'tranquillo dire: Ok, posso riprovarci domani.