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Post n°72 pubblicato il 15 Giugno 2013 da splendore07
Non permettere allo sguardo di celarsi nell'ombra, che il timore imprigioni le parole sul bordo delle labbra, quelle che giacciono nell'anima da sempre, che respirano piano, che aspettano un soffio del tuo sentire per rivelarsi, perchè mai periranno. Non permettere che l'oblio le pervada cancellandole dalla mente e dall'anima, che il tempo le trasformi nel ricordo, che ne rimanga solo un eco lontano dai contorni sbiaditi, se mai un ricordo, possa contenere tracce di un vissuto. Non permettere al vento che spazza la pianura, o il refolo che increspa il mare in un mattino di primavera, ti apra le labbra e soffi lontano il tuo respiro. Non permettere mai che i tuoi sogni diventino leggeri come piuma, che il piu' piccolo alito di vento porta lontano. Non permettere che un solo istante renda muto il tuo cuore. Non permettere che le tue emozioni appassiscano reclinando il capo come fiori in un vaso di vetro dimenticato sul davanzale assolato di una finestra, aperta al sole dell'estate, lontano nel tempo. Ama! sai di potere, sai di sapere. Ama! fino a che l'ultimo respiro danzarà sulle tue labbra, fino all'ultimo battito. Sei tu, e tu solamente, il bene piu' prezioso che possiedi (Splendore)
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L’amore di sé è un pilastro che viene eretto durante l’infanzia, è un processo lungo che durerà tutta la vita. Ma il pilastro spesso non viene costruito, oppure crolla appena si è iniziato a erigerlo.
Difficile poi da adulti instaurare un percorso così complesso. Difficile riuscire ad accettarci, difficile convincersi di valere, il confronto con gli altri sarà sempre a nostro svantaggio.
Difficile sarà amare il nostro cammino di vita, e difficile sarà amare chi incrocerà il nostro percorso.
Se non ti ami, non solo non riuscirai ad amare gli altri, ma gli altri non ameranno te.
Ognuno di noi è unico, un piccolo “capolavoro” eppure si puo’ passare la vita a desiderare di essere qualcun altro. Dimenticando il nostro valore che è composto anche dagli errori, e nell’errore sta la grazia la “grandezza” dell’imperfezione.
Piu’ impariamo ad amarci piu’ ci trattiamo con dolcezza,piu’ tale atteggiamento diventerà reazione automatica verso gli altri.
Amandoci, siamo avvolti da sorta di luminosa aurea che gli altri avvertono e che sugli altri proiettiamo.
E’ luce che proviene dalla nostra essenza.
Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita (O.Wilde)
So per certo che con il tuo modo di approcciare la vita, con il tuo andarle incontro sempre con un sorriso, non puoi essere che una persona che si ama, si valorizza ,si piace, si perdona quando non si sente perfetto, o meglio, neppure lo vorrebbe.
Qualcuno, che mai desidererebbe essere qualcun altro, e mai l’ha desiderato.
Invidio molto il tuo equilibrio e soprattutto, l’amarti di quel sentimento che si traduce nel rispetto di se stessi, prima di tutto.
Meravigliosa ed essenziale “conquista”.
Rispetto, che non solo coinvolge la mera sfera “corporale”, ma quella ben piu’ importante che ha sede nel profondo di ognuno di noi: l’intelligenza, la sensibilità, le emozioni.
Amati e osserva: oggi, domani e sempre (Osho)
Si puo’ capire, o perlomeno, intuire molto dalla scrittura.
Lo scrivere è lo specchio dell’anima.
E se riflette l’essenza, riflette la vita.
Lo specchio di chi vibra delle proprie emozioni e di quelle altrui, perché capace di “captarle”, rimanderà la pienezza della vita, non solo frammenti.
Chi scrive di emozioni , riversa sul foglio il sogno, quello che abita il retro dello specchio.
Non sarà mai specchio infranto, perché persone, quali tu sei, hanno accesso al sogno, e lo rendono vivendo la realtà, quale riflesso dell’essenza piu’ profonda.
Allora, non puo’ che essere meraviglioso riflettere.
Grazie per i tuoi sorrisi “ricamati”
Concetto piuttosto difficile da capire, accettare, perché appunto trattasi di paradosso. Sono convinta che il sé non possa scomparire, perché è sinonimo di percezione in quanto persone, di individualità, di unicità.
E’ la consapevolezza del sé che ci porta alla completezza come esseri umani, e quindi all’accettazione di noi stessi, allo sviluppo di una personalità.
E’ la coscienza di percepirci come persone che ci differenzia dagli animali, che percezione del sé non hanno.
Se non ci percepissimo come persone, non potremmo essere quei meravigliosi esseri dotati di una straordinaria ricchezza interiore, non percepiremmo le emozioni, tra le quali l’amore.
L’avere coscienza del sé nulla ha a che fare con il narcisismo, o avere un ego smisurato.
Infatti ,chi ama troppo se stesso non riesce ad amare gli altri, non perché non sappia cogliere l’amore dell’altro, ma perché “l’innamoramento” di se stesso, è tale da non permettergli di capire cosa gli manca.
Quindi, sia la mancanza d’amore per se stessi che il troppo amore, impediscono di amare gli altri. Modelli comportamentali della società poi, fanno il resto: si scoraggia l’amore per se stessi riconducendolo a egoismo, vanità, narcisismo.
Questa convinzione fa si che ci aspettiamo che debbano essere gli altri ad amarci, che siano gli altri a doverci portare quello che ci manca per smettere di essere insoddisfatti incompleti infelici.
Quando invece siamo noi che amandoci andiamo incontro agli altri con naturalezza e gli altri avvertendolo, non possono che ricambiare.
E’ lo stesso discorso della felicità: siamo convinti anche in questo caso che ci debba venire dagli altri, quando invece è vero l’esatto contrario: la felicità va ricercata dentro di noi.
Noi siamo il mezzo, non il fine, per arrivare alla felicità dell’altro.
Amarsi costituisce un insieme di pensieri, parole, atteggiamenti che riserviamo a noi stessi e che portano all’ascolto, all’accudimento, all’accettazione, al rispetto , alla valorizzazione di noi stessi sempre in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione, e questo per tutta la durata della nostra esistenza.
Socrate dice: Conosci te stesso, Buddha dice: Ama te stesso .
E’ l’amore per se stessi che apre le porte alla conoscenza di se stessi perché se non ti ami, non potrai mai conoscerti. L'amore è piu’ di una possibilità di conoscersi, è la via da seguire per arrivarci.
Ci sono due frasi di K.Byron autrice americana del “manuale” di “self help” Loving what is” che potrebbero essere la “summa” dell’amare se stessi, mi hanno fatta riflettere. Nella loro semplicità, risulterebbero quasi scontate, eppure, se ci fermiamo un attimo a riflettere, ci accorgiamo di quanto siano lontane dal nostro pensare, in merito a noi stessi,e sono estremamente vere:
Al di fuori di noi stessi, non c’è nulla in grado di darci ciò che cerchiamo.
Dobbiamo incontrare una sola persona, l’unica che stiamo aspettando: noi stessi
E’ parte della conoscenza di se stessi l’accettazione dei limiti e la consapevolezza delle possibilità. Fa parte della natura umana riconoscere la nostra limitatezza: lo stesso corpo così com’è strutturato è limitante.
Ma credo, la tua affermazione sia rivolta ad altro, che meriterebbe di essere sviluppato e non solo accennato, ma esula l’argomento e se lo trattassi, la mia replica non avrebbe piu’ fine. :-). Stesso discorso per quel che riguarda il nostro “progredire” migliorandoci. Ho già avuto modo di dire che siamo degli eterni “work in progress”,la "costruzione" cesserà quando noi saremo arrivati alla fine del nostro cammino.
So, Catia, che guarderai con occhio benevolo a questo "fiume in piena" che è il mio esternare, e perdonerai cotanta prolissità. :-)
Ormai sono certa tu abbia "interiorizzato" il fatto che quando scrivo, è difficile fermarmi :-) Thanks in advance, per la pazienza e l'attenzione che riserverai alla mia "never-ending" replica
Mi riportano alla mente un altro scritto -che qualche anno fa- una mia cara amica americana, mi inviò “Reason, season lifetime” non saprei se chiamarla poesia, forse non lo è anche se viene proposta in versi. Mi disse: leggila attentamente, e capirai a quale "categoria" di persone appartieni, e ti accorgerai che le persone incontrate e che incontrerai nel corso della tua esistenza, sono arrivate arriveranno non lo faranno mai per caso.
Mi sono occorse diverse riletture, e alcune riflessioni, per "penetrare" l'esatto messaggio .Ma alla fine ,ho capito che gli incontri, brevi, o quelli destinati a durare, dipendono dal nostro sentire, in un determinato momento.
Forse, inconsciamente attiriamo chi risponde alle vibrazioni che emettiamo e l’altro, se le “capta”, significa che è sulla nostra “lunghezza d’onda” e il “contatto” che si stabilisce è quasi immediato. Non siamo mai uguali a noi stessi, ma siamo un "contenitore" di emozioni, bisogni, dubbi ,desideri, in continuo divenire. Non siamo gli stessi neanche durante lo scorrere di una giornata. Siamo abitati da ragione e istinto, in eterna lotta tra loro, per la supremazia, e questo condiziona la nostra essenza. Il fondamento delle relazioni ,non dovrebbe essere la ricerca di qualcuno perché siamo spinti da un bisogno, da una mancanza che deve essere colmata. Bisognerebbe imparare a bastare a se stessi prima di tutto, imparando a non sviluppare l’attaccamento.
Non è assolutamente facile bastare a se stessi, è un cammino lungo, in salita e costellato di ostacoli, che richiede assoluta dedizione ,impegno ,coraggio ,per non desistere. Un cammino che spesso, per essere coronato da successo, richiede l'impegno di una vita intera. L'uomo, è forse l'unico animale che ha bisogni che esulano il suo potenziale che prevede la capacità di essere da solo, in grado di soddisfarli.
Questo ci permetterebbe di metterci al riparo dal dolore quando la persona decide di uscire dalla nostra vita. E non dovremmo dimenticare che le persone che “scelgono” di dividere con noi l’intera esistenza, non possono essere che pochissime: solo quelle che ci somigliano davvero, quelle nelle quali ci ritroviamo, fondamento primo per le relazioni d’amicizia, per esempio
Forse non ci crederai ,ma sono diventata consapevole della straordinarie e grandi sfumature che caratterizzano la nostra interiorità, solo in un periodo che posso definire abbastanza recente, perchè sperimentato in prima persona. Ho constatato che nel corso degli anni, soprattutto gli ultimi, comportamenti che credevo consolidati, sono scomparsi ,lasciando spazio a nuovi e sconosciuti, con tutto lo sconvolgimento che questo puo' comportare. L'accettazione non è stata facile, perchè il "nuovo sentire", è stato caratterizzato da un "peggioramento" La mutevolezza che in particolari circostanze diventa così frequente, non manca di disorientarmi ,destabilizzarmi, lasciandomi smarrita.
Sono davvero sorpresa e non posso nascondere il mio “orgoglio” se tu ravvisi in me cotanto “potere”. E che possa essere messo “al servizio” dell’altro, in uno scambio emozionale che non puo’ che essere fonte di arricchimento e di scambio continui. Io, non ravviso in me solo un “dare”, ma quello che tu mi “attribuisci” come “meraviglioso potere taumaturgico”, non è “one way”, ma è forza, linfa che scorre in entrambe le direzioni, in un continuo fluire. Quando teniamo aperte le porte del cuore e dell’anima, quelle che per eccellenza presiedono al sentire, non puo’ che essere sinfonia di note altissime, un caleidoscopio di emozioni, infinite sfumature, quelle che fanno di poche persone-invero-”contenitori” di inestimabile ricchezza interiore.
Well, libero mette a disposizione dei commenti 33.0000 caratteri, che per i piu' costituiscono un'enormità. Siccome, come ben hai avuto modo di constatare, non soffro della temibile "sindrome da foglio bianco", Well, la mia proposta è: fai una petizione con raccolta firme, affinchè, al mio nick, venga concesso,un numero molto ridotto di caratteri, atti ad arginare la mia "valanga" :-D
i caratteri a disposizione sono 30.000. sempre parecchi :-) Forgot: raccolta firme da inviare alla direzione di libero, con preghiera di esaudire la richiesta, motivata da "lettori" esausti :-D
La differenza è sottile ma sostanziale.
Il vivere comporta uno sforzo molto piu’ grande del semplice respirare.
Vivere l’esistenza tutti i giorni anche quando la mattina di un nuovo giorno, ti vede privo di volontà, di energie, con un vuoto che come voragine ti pervade, e l’angoscia di non sapere, di non potere riempire. Trovare la forza di sorridere alla vita anche quando “ti tratta male”.
Cercare di fare proprio il pensiero che la vita dà quello di cui si ha bisogno. La vita non toglie, non è crudele, è solo a favore della vita stessa. Nulla dell’umana esistenza è giusto o sbagliato, tutto è utile, tutto serve.
Siamo esseri emozionali, la nostra vita si srotola tra gioie, dolori, illusioni, delusioni, aspettative, in un continuo divenire.
Ma a volte, è piu’ semplice decidere di “smettere” di vivere, scegliendo una lenta ma inesorabile deriva, che inaridisce le emozioni, tutto ottunda, uniforma.Costituisce difesa per non essere annientati dal dolore, un sorta di bozzolo protettivo che ci isola dal mondo avvertito come avverso, dove prevale la stanchezza di lottare, dopo tante battaglie perse. Oppure l’evasione da una quotidianità priva di stimoli, dove tutto quello che circonda è solo un "arido sentire", senza nessun palpito, senza emozioni.