A volte, ingaggio lotte titaniche con un’oceanica sensibilità.
Vorrei con tutte le mie forze costringerla entro confini da me stabiliti, ma è lotta impari: dilaga, si espande, mi inonda, perdendosi in galassie che non sono solo in cielo.
Finisco per smarrirmi.
Spesso, dimentico che l’acqua -elemento primordiale che è parte della mia essenza-ovunque si spinga, è apportatrice di uno speciale sentire che affonda le sue radici in qualcosa molto vicino alla felicità, capace di generare visioni, percezioni differenti -per profondità- delle “cose” dell’esistenza.
Ed ecco che come per magia, si “addolciscono”, si lasciano “penetrare”, si rivelano, perdendo la loro immobilità e la loro “granitica sostanza”.
L’acqua, rappresenta da sempre il movimento senza fine che prelude al cambiamento.
Impossibile definire razionalmente ciò che l’umana percezione non coglie: l’acqua ha in sé ciò che sfugge, non solo a noi, ma anche a se stessa
(Splendore)