Creato da splendore07 il 06/12/2011

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Ultimi Commenti

splendore07
splendore07 il 31/03/14 alle 23:27 via WEB
Tu ravvedi uno scopo piu’ alto che va oltre il mero- che agli animali ci accomuna- continuazione della specie.
Qualcosa che possa essere trasmissibile alla nostra progenie che esuli i comuni caratteri somatici, che non investa la materia, ma qualcosa che elevi, qualcosa che nutra la mente e l’anima, un’impronta che non arrivi dal nostro patrimonio genetico, ma che coinvolga il patrimonio delle emozioni, della conoscenza
Possiamo trasmettere una verità che non sia affabulazione, una cultura che esuli da un arido nozionismo, ma che spesso viene scambiato per tale. Una cultura sinonimo di vivacità e apertura mentale, dove la mente possa essere in grado di formulare proprio critico pensiero, evitando il conformarsi.
Possiamo trasmettere l’entusiasmo, la passione, l’educazione alla bellezza, nel senso piu’ ampio del termine, dando così linfa nuova ad un divenire fecondo che esuli dalla frenesia del fare senza, di fatto, portare a nulla.
Allora, forse, potremmo trovare un senso alla nostra esistenza, rifacendoci alle parole di Nietzche:
No, la vita non mi ha disilluso, da quando ho scoperto che potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza, non un dovere, non una fatalità, non una fede. La vita come mezzo di conoscenza. Con questo principio nel cuore, si puo’ non soltanto valorosamente, ma anche gioiosamente ridere.

Ben venga la tua “folle” idea!
Ma è la vita stessa che richiede quel pizzico di follia, per rimanere “sani”, per impedire che la quotidianità diventi un doloroso avvitarsi su stessi.
In ultima analisi, sono convinta che con la tua “folle visione”, si possa rendere la vita degna di essere vissuta. Qualcosa che possa elevarci da quella condizione di riproduzione destinata a tutti gli esseri viventi, ma che noi in quanto uomini, animali superiori, rifiutiamo in nome di un piu’ alto scopo

Ancora una volta grazie, Catia, per il prezioso apporto e calore del tuo sincero affetto. Un affetto sororale che ha la speciale condizione del riconoscerci una nell’altra
 
g1b9
g1b9 il 31/03/14 alle 21:57 via WEB
Infatti. Tutte verità le tue, condivise nel mio pensiero seppur breve. Mi unisco ancora una volta al tuo pensiero quando parli di buddismo e di filosofia zen. Io mi ci perdo nei loro pensieri, luoghi meravigliosi in cui portare in viaggio la mente stanca a riposare, vita condita di spiritualità, corpo e anima nella spiritualità cosmica. Ho un piccolo giardino Zen, curarlo è il momento migliore della giornata . Buona serata Giovanna... dall'altra Giovanna
 
splendore07
splendore07 il 26/03/14 alle 13:57 via WEB
Lo spazio “dovrebbe” essere costituito dal presente, l’unico tempo che di fatto, possediamo e sul quale, possiamo esercitare una seppur minima forma di controllo.
Un lunghissimo eterno momento che si dipana sotto i nostri occhi in continuo divenire: altro non c’è.
Bisognerebbe imparare a svincolarsi dal passato, smettendo di angustiarsi o di indugiarci: di fatto non esiste piu’, evitare l’angoscia per un futuro che ancora non c’è.
Dimorare solo nell’attimo, che si srotola in altre migliaia di attimi che compongono l’esistenza.
Arduo tutto ciò. Non è parte della nostra filosofia di occidentali.
Personalmente ,invidio molto questa concezione della vita degli orientali, propria della dottrina zen e buddhista, capaci così facendo, di sgombrare la mente dei tanti inutili pensieri che normalmente la intasano, acquisendo e mantenendo una straordinaria serenità interiore.
A noi, resta solo l’inevitabile lotta con il nostro quotidiano.
Eterna danza con l’istinto e la corsa con la ragione. Forse si potrebbe riassumere così, la nostra esistenza, se impediamo alla razionalità di soffocarla, concedendoci il vitale respiro dell’irrazionalità, di un sano pizzico di follia.
Da “Giovanna a Giovanna”, grazie a te per la sosta
 
bizzina61
bizzina61 il 24/03/14 alle 15:00 via WEB
...vedi ,cara Gio...io penso che "ripetizione della specie " possa assumere variegati significati ...E' invero meccanico atto biologico ,ma in se' racchiude anche un senso metafisico ed evolutivo ..persino determinante ...Noi ,a volte, siamo in grado di inculcare un indirizzo ...una singolare direzione alla nostra progenie ...che nulla ha a che spartire con la "barbara " educazione ...Come tu ben esprimi ..esiste un mondo interiore ,che ,come i libri e la tradizione orale o " legenda"...ha la facolta' di "non morire mai" ...e puo' essere tramandato ...Ebbene ...ecco io credo che ognuno di Noi ..sia un insostituibile testimone del proprio tempo ...In questa mia idea folle ristagna lo scopo del nostro vivere o status vivendi ...Tu ...stai cercando di far affiorare quel che tanti "sommergono"...TI ABBRACCIO E TI SOSTENGO CON TUTTO IL MIO INDOMITO AFFETTO ..Catia
 
splendore07
splendore07 il 21/03/14 alle 19:19 via WEB
Fatica e pesantezza sono grandi, un nulla dove è così facile naufragare.
In questo periodo, complice anche uno scritto di Galimberti, sto riflettendo in merito al nostro “compito” su questo pianeta. Se siamo solo frutto di una casuale venuta sulla terra, oppure, se per ognuno di noi, ci sia un disegno che si sviluppa in un preciso ruolo che siamo chiamati a svolgere. Allora, se così fosse, credo rimanga ai piu’ sconosciuto.
Gran parte di noi, vive esistenze dove la ripetitività, non solo delle azioni, ma degli stessi gesti, la riduce a ben poca cosa.
Davvero c’è da chiedersi se la nostra esistenza sia solo questo.
Se la nostra “missione” su questa terra fosse una mera continuazione della specie, perché “arrabattarci” tanto? Perché cercare disperatamente di dare ad essa un senso, quando forse il senso della vita sta nella sua mancanza di senso?
Forse quelle devastanti sensazioni di impotenza, inutilità, mancanza, sono determinate dal mio cercare a tutti i costi di dare un senso alle mie giornate, quelle che spesso, guardo passare, in un tempo che si dipana sempre nella stessa patina leggera, ma incredibilmente tenace ,di grigio. Spettatrice e quasi mai attrice.
Lascio che la vita mi viva, ben lontana dal viverla.
Esisto, ma non vivo
E il tempo scorre, veloce, inesorabile.
La sua perdita, la consapevolezza che mai potrò recuperare quel vuoto di tutte quelle ore lasciate andare, che mi permea, lungi dallo scuotermi, mi caccia dentro quel grigiore ancora piu’ profondamente.
Arduo, riuscire a non disperdere parti di me, arduo trovare quella tenerezza verso me stessa che mi permetterebbe almeno, di non frammentarmi in pezzi così piccoli d renderne quasi impossibile, poi, il recupero.
Spesso non riesco né ad essere netta, né tantomeno, coraggiosa. A volte penso, anche se non fa parte di me che, se riuscissi a mescolarmi, uniformarmi: l’essere parte di un tutto sentito somigliante nei quale poter sparire, dà sicurezza.
Ma come detto, la mia anima, il mio sentire ha ancora la forza di ribellarsi all’oblio dove a volte mi abbandono.
La bellezza, concetto esteso a tutto quello che la sensibilità puo’ percepire come tale, ancora mi permea, e mi regala attimi di autentico rapimento.
Finirà la tempesta? Quei venti tesi che sono un’autentica sfida al rimanere in piedi, ancorati alla terra, smetteranno di soffiare, cedendo a dolce, leggero refolo, apportatore di benefica e calda carezza sul viso al pari del sole?
Rimango sospesa, in attesa.
Alla mente, proprio in questo istante, si è affacciato il pensiero, in relazione ai versi di Keats sulle ombre: se non ci fosse sole, non ci sarebbe neanche ombra.
Chissà, forse potrei essere quell’ombra con la quale il sole gioca, sapendo creare magici intrecci, che si riflettono su di un muro di rossi mattoni.
Grazie Catia per le tue parole, sempre profonde
Non posso che esserne felice, se il mio esternare ti ha trasmesso intensità e commozione. Non c’è soddisfazione maggiore, per chi scrive
Grazie per la tua ammirazione, conoscendo la “fonte”, non posso che orgogliosamente gioirne
 
g1b9
g1b9 il 19/03/14 alle 18:13 via WEB
Mi piace come definisci passato e futuro, storditi dervisci che danzano al ritmo ossessivo della vita, e noi lì, nell'attimo, tra questo spazio che si perde nell'infinito.
Grazie della visita.
Buona serata.
Giovanna
 
splendore07
splendore07 il 18/03/14 alle 13:57 via WEB
Caro Mario, è il fermo immagine di una situazione che lungi dall’essere nuova si trascina da parecchio.
E’ un tempo nel quale avverto il cosiddetto “male di vivere” .
L’ardente fornace si spegne se non piu’ alimentata e l’ambito vitale è determinante.
Cerco nutrimento per l’anima come un naufrago l’approdo, vivendo una quotidianità che si dipana tra la pesantezza di un’attesa che potrebbe rimanere tale.
Dicono che la primavera sia la stagione del rinnovamento, di energie nuove dopo l’immobilità dell’inverno, ma forse il fermento che sveglia la natura, il tepore del sole, è piu’ foriero della consapevolezza che quella energia, non arriverà. Non sono pronta, vorrei ancora l’abbraccio dell’inverno, di un calore nel quale avvilupparci come una pesante coltre e cedere all’oblio d un tempo che ha altri ritmi, simili ai miei.
Nonostante tutto, la mia anima, a tratti si ribella al grigiore e al torpore interiore.
Allora, mi basta la visione di tre violetti giacinti in una ciotola di vivo arancio, per respirare colori. La mente si placa, l’anima vibra
E’ il segnale che non ho abdicato al sentire. Un sentire che affiora soprattutto attraverso la scrittura che come atto autoconsolatorio.
Diventa catarsi.
Meraviglioso mezzo nella “cattiva sorte”.
E’ sorta di balsamo vedere le emozioni trasformate in parole, prendere forma sotto le dita, srotolandosi piano sul foglio. Quei piccoli segni neri, al pari di insetti in fila indiana, sono apportatori di calma, pace, di estraniamento.
Mi svuoto, di quella pesantezza avvertita.
Ho spostato il peso dalle spalle al foglio. Un sospiro di liberazione, accompagna “l’ideale” gesto.
Aspetto che quella prodigiosa sprigionante forza, quella del rinnovamento, quella che tu tanto graziosamente mi auguri, trovi la “strada” per raggiungermi.

Un sentito grazie, pe l’ammirazione nutrita nei miei confronti.
 
splendore07
splendore07 il 14/03/14 alle 23:16 via WEB
Accetto il tuo severo “giudizio” anche se dissento. Credo abbiamo modi differenti di intendere il barocchismo, la stucchevolezza, la ridondanza.
Non mi sembra che questo post emozionale, differisca dagli altri per i quali hai espresso apprezzamento, commentando con emozioni proprie, segno inequivocabile che qualcosa ti hanno trasmesso.
Non mi aspettavo di certo un “brava” e nemmeno lo avrei voluto! Sai che aborro le lusinghe.Il mio non voleva essere di certo un mero esercizio di stile.
Non credo di peccare di presunzione se il mio obiettivo, è quello di comunicare a chi legge, un’emozione, e se possibile, riceverne una in corrispondenza.
Non sono interessata a lodi per la mia tecnica espressiva.
La stagione invernale è sorta di letargo soprattutto per il sentire, non solo il tuo.
Succede che le emozioni, si affievoliscono fino a sembrare sfuggenti. Pensiamo erroneamente, siano diventate polvere, lasciandoci “vuoti aridi gusci”. Non dobbiamo cercare un nuovo sentire, nuovo divenire, ma adoperarci affinchè il sentire esistente, non venga meno, abbia linfa costante, incrementandola, se possiamo.
Non correremo mai il rischio che il “contenitore” trabocchi.
La primavera, non sempre è foriera di quel rinnovamento che tanto agogniamo.
I germogli, devono essere dentro le “secche arterie invernali” se vogliamo che a primavera si aprano e diano nuovo impulso al sentire.
Credo l’ultima “immagine”, ben rappresenti il torpore generato dalla quasi totale assenza di emozioni.
Forse, hai ragione: devi tornare a leggere quello che non hai visto.
Gli stati d’animo che determinano l’emozione generata da una lettura, cambiano velocemente e hanno la peculiarità di essere esattamente l’opposto, sia in senso negativo che positivo.
Non credo esista una stagione prestabilita per riflettere. Come non credo che il sole o, la bella stagione, possano essere d’intralcio al tuo “scattare in avanti”.
Rimango in attesa di una nuova sosta, per una tua "rilettura" :-)
 
splendore07
splendore07 il 14/03/14 alle 23:08 via WEB
Ci sono giorni, durante i quali, è davvero difficile rimanere saldi, ancorati al terreno, quando i venti spirano con forza e minacciano tempesta.
E senti che le radici, quelle grosse, robuste, profonde, che ti tenevano salda, diritta, sono state strappate e rimpiazzate da piccole radici che, poca presa hanno e rimangono in superficie. E ti senti piccolo cespuglio in balia della forza del vento contro il quale nulla puoi.
Allora, puo’ succedere che consapevolmente, ti abbandoni, lasciandoti sollevare e trascinare senza opporre, una resistenza, che inutile sarebbe.
Grazie per la tua bella immagine.
Amo i colori, soprattutto il giallo, l’arancio, tinte che rimandano al calore del sole.
E’ difficile mantenere vivi, sull’arazzo dell’esistenza, quei colori, impedendo che sbiadiscano e si uniformino in sfumature di grigio.
Posso solo cercare di “impegnarmi” maggiormente per avere successo “nell’impresa”
 
bizzina61
bizzina61 il 12/03/14 alle 16:38 via WEB
...Evoluzione ..progresso..e colpi d'arresto.Soste forzate che racchiudono malcelata sopportazione...The Past...non lo percepisco come letterale passato,ma mi perviene come riflessione ove se le esperienze fossero state diverse ...ora il presente ed il Tuo Essere sarebbero una risultante molto distante da cio' che vivi-non vivi. Langui...e ,senza ordine prestabilito,ti lasci vagare nell'universo della memoria inconscia per recuperare la tua originaria sensibilita'...La continuita' tra cio' che hai vissuto ed il conseguente futuro non la "riconosci"...In un qualmodo stai osservando il tuo quotidiano con distacco...apparentemente con atteggiamento passivo...Invero, nel tuo Io e' scoppiata la vera battaglia con te stessa!..Cosi'non ti piaci piu'...Stanca di esser vittima degli eventi,aneli diventarne Eroina ,ma non trovi in te le forze di reazione sufficienti...Onde per cui risali alla bambina che osava sognare cio' che non si dice..Ora vorresti vivere quel che t'imporporava le guance e voltare le spalle ,in assenza di comprensione riflessa nei confronti delle tue parole... di condivisione.In questa tua ricerca di complicita' coi tuoi vari e mirabili aspetti ,il primo punto indispensabile e' che tu divenga FONDAMENTALE per te stessa !...TU SEI QUALCUNO ed in TE e' gia' presente la grandezza d'ANIMO che ravvisi nel MAESTOSO VOLO D'AQUILA!...Conoscendo le tue giornate ,non e' processo facile ...Sei un'aliena in un mondo di terrestri pragmatici e privi di fantasia..e,la tua dolcezza e timida essenza ,han fatto di te eterna crisalide...Non pensare che il tuo tempo fugga inutilmente ...non cadere in tale equivoco.Ora sei come una feluca in mezzo a venti che spirano contrari ,con tale forza equilibrata da far si' che tu rimanga sempre immobile nel medesimo punto...Ma non sei arenata !..Attendi e sii pronta ad ammainare la vela ...ed a riprendere con le tue forze la direzione cui piu' ambisci. Non rimanere piu' ai bordi del tuo "viaggio"...intraprendilo! In Te vedo quella meravigliosa luminosita' "che rende capaci di ogni impresa",cara Amica mia !..Provo a mandartene il riflesso...Ti dedico una bellissima lirica di J.KEATS "Ode sull'indolenza" e cito solo alcuni brevi versi "...Ombre!Era tempo davvero di dirvi addio!Sulle vostre vesti non una lacrima sparsi...Via tra le nuvole e non tornate mai piu'"...Post intenso e commovente ..Ti stringo forte, con affetto ed ammirazione Gio cara...Catia.
 

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