Noblesse

Non credevo che sarei stato sufficientemente forte.

Sufficientemente forte da alzarmi.

Ma...

E' stato come venire colpiti dal fulmine!

Una saetta che mi ha catapultato giù.

Ed ora sono qui.

Godo della migliore compagnia possibile – il mio cavallo – ma ti vedo.

Non sono, invece, sufficientemente forte. Se io lo fossi, sarei ancora nella mia stanza. Se io lo fossi stato, avrei detto a mia madre di farti passare.

Ti avrei invitato a sedere. Avremmo parlato, dopo esserci presentati. Ufficialmente.

Invece... No.

Non sono affatto forte. No.

Sono qui, alle prime luci dell'alba. Ho chiesto a lui di accompagnarmi. So di poter contare sulla sua presenza. Sempre.

Tento di reggermi.

Credevo che avrei visto lei.

Invece, ho visto te.

Forse tu non mi hai notato, a meno che mia madre non ti abbia portato alla finestra e non ti abbia invitato a guardarmi. Ad osservarci.

Con interesse scientifico.

Paradossalmente, ho sentito un sentimento di simpatia, per te. Non posso dire che si tratti di compassione, ma...

Guardandoti...

Me ne sono accorto.

Sei stanco. Si nota. Non è solo la naturale stanchezza dell'aver trascorso un'intera notte a vegliare... No...

E' qualcosa di più profondo.

Sei molto più ferito di me. Molto più di Charmant.

Molto più profondamente.

Mi spiace.

Non credevo che l'avrei notato. Che mi avrebbe colpito. Che avrei provato interesse.

Per te.

Certamente, fai l'impossibile, per non mostrarlo, ma uno sguardo un po' meno che distratto sa coglierlo.

Qualcosa ti divora, dall'interno.

Ne conosco il nome.

Uno è il mio.

L'altro è il nome che, per me, è il più caro e dolce che io conosca.

Michelle.

Chissà se soffri più perché mi ama, perché sai che siamo amanti, o perché sai che non ami te.

Questa mattina, stranamente ed inaspettatamente, mi sei apparso, ed io, sorpreso, ti ho visto con occhi nuovi.

Non ti credevi osservato. Ne sono certo.

La tua espressione era molto meno serena e conciliante del tuo usuale. La determinazione, anche.

Il tuo passo non era così leggero, come lo conosco.

Per qualche istante mi è parso che tu camminassi come trascinandoti un immane peso.

Più pesante del mio.

Ho sentito un moto di solidarietà, nei tuoi confronti!

Indubbiamente, tu hai tutto ciò che si potrebbe desiderare. Tutto. Tranne ciò che desideri maggiormente.

Lei.

Perché è mia.

Non credo di sbagliarmi, ma penso proprio che la tua bella ami me. Non è qui perché non ha voluto metterti in una condizione imbarazzante... Ma – io lo so! - è me, che ama.

Mi dispiace.

Non ti conosco, quindi non so giudicare la vera intensità dei tuoi sentimenti per lei. E di quelli per me.

Posso tentare, ma non sono certo che saprei interpretarli.

Quindi taccio.

Tu sei il bersaglio di tutti i miei pensieri negativi. Da qualche tempo, più intensi.

Ah! Se, almeno, io fossi riuscito ad ammazzarmi!

Ora sarei libero. Non ti avrei nel mio giardino, ad esempio.

Scusami.

Sai... Io sono ferito, gravemente, e la mia donna è scomparsa. Eppure... Nel tormento della mia condizione non riesco ad essere completamente disperato.

Perché sono certo del suo amore.

Io so che Michelle mi amerà per sempre.

Potresti dire altrettanto?

Ti prego – hah! - di non considerarmi eccessivamente cinico. O freddo. O, come immagino che tu mi veda, incapace di reali sentimenti.

Avrei voluto che tu avessi visto i miei pensieri, mentre credevo che Charmant non sarebbe sopravvissuto!

Guarito. Ora posso dire che sia guarito.

Non posso dire lo stesso per me.

Per te?