A kind of magic

Roma, 5 aprile 2005 - Oltre diecimila persone in silenzio per un minuto di raccoglimento in onore del Santo Padre, poi un forte e lungo applauso.

Così è iniziato il concerto dei Queen + Paul Rodgers al Palaottomatica di Roma. Evento atteso da quattordici anni, è il primo tour della band inglese dopo la scomparsa di Freddie Mercury. Il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor, ormai ultracinquantenni, si sono sottoposti fin dall'inizio alla cocente critica di mezzo mondo per la decisione di suonare di nuovo senza Freddie e, addirittura, di "rimpiazzarlo" con l'ex Free Paul Rodgers.

Poi la scelta di non annullare la data in segno di rispetto per il decesso del Santo Padre, invito ribadito anche dal capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. In merito, la risposta è arrivata ad inizio serata da Claudio Trotta, organizzatore italiano del tour, che da dietro le quinte a detto alla platea: "Al Papa piaceva la musica e non credo che quella dei Queen gli sia di disturbo". Quindi sessanta secondi di cordoglio e poi il concerto.

In scaletta ventidue brani, di cui quattro originali di Rodgers, per poco più di due ore di musica. Forse però, dai nuovi Queen ci si aspettava qualche emozione in più, soprattutto nel ripercorrere i successi storici.

I momenti più belli sono stati quando May, prima di intonare Love of my life, ha parlato di "persone care che ci hanno lasciato e che in questo momento ci sentiamo di ricordare".

Poi Days of my life cantata da Taylor dietro il quale scorrevano immagini dei giovanissimi Queen in occasione di una visita in Giappone. Infine, una commovente Bohemian rapsody suonata al pianoforte da Mercury e proiettata sullo schermo montato sul palco. Ancora emozione per un assolo di chitarra di May, durato ben otto minuti, sulle note di Chinese Torture.



Per quanto riguarda la performance di Paul Rodgers, il cantante si è presentato al pubblico vestito con pantaloni stretti di pelle, canottiera e collanine penzolanti. Presenza sul palco disinvolta, a parte qualche indelicato richiamo allo stile di Freddie nel far volteggiare in aria l'asta del microfono. Rodgers ha sicuramente una bella e possente voce, espressa più che mai nell'interpretazione di The show must go on, ma qualunque confronto con il leader è fuori luogo, Freddie Mercury è stato e sarà sempre unico e inimitabile.