Creato da anchise.enzo il 30/01/2012

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IL MAIALE TEDESCO

Post n°37 pubblicato il 13 Marzo 2012 da anchise.enzo

 

Mio padre, che commerciava in animali domestici dei quali si nutriva e ci nutriva, ha sempre considerato quella del maiale, la carne più prelibata. Non a caso le salsicce e le soppressate sono il vanto del nostro paese.

Nel 1964 eravamo all’estero, a Wilflingen, un piccolo villaggio della Selva Nera bavarese, dove mio padre s’era ammalato di nostalgia per il paese natale. Soprattutto rimpiangeva la nostra cucina, in mezzo a gente che usava solo olio di semi e scambiava il nostro olio d’oliva per un olio motore troppo denso.

Quell’anno mio padre volle comprare un maiale da una contadina, vedova di guerra. Pattuito il prezzo, la donna s’informò di cosa ne avremmo fatto del suo maiale e come l’avremmo ucciso. Fece succedere il finimondo e non volle più venderci il suo maiale quando sentì mio padre, che si vantava di ammazzarlo con una, due, o al massimo tre coltellate al collo, per recuperare il sangue e farne un gustoso companatico da spalmare sul pane con le mandorle.
"Nein, Nein!!!", urlò la donna. "Il mio maiale non farà mai una fine così violenta con voi italiani".

Mio padre ci rimase male. Solo dopo qualche giorno capì che l’animale andava ucciso in modo incruento, lontano dagli sguardi dei piccoli, usando una pistola speciale che non l’avrebbe fatto soffrire. Ma in quel paese di vedove di guerra, si chiedeva indignato e sarcastico, i defunti mariti quanti cristiani avevano ammazzati, e in quanti e quali modi efferati, prima di essere a loro volta ammazzati?

Sia come sia, comprammo altrove il maiale e usammo la pistola avuta in prestito, dopo aver allontanato i bambini. Non riuscimmo, invece, ad allontanare i giornalisti che vennero a fotografare le lunghe salsicce appese alle pertiche a casa nostra. Qualcuno ci mostrò il giornale con le foto e la didascalia che recitava: "Casa di emigrati italiani a Wilflingen, con serpenti appesi alle mazze, sulle volte della soffitta".

Dovemmo subire tale affronto, perché i tedeschi in Baviera col maiale ci facevano solo dell’insipida gelatina.

 

 
 
 
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