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IL MALOCCHIO
Post n°66 pubblicato il 17 Marzo 2012 da anchise.enzo
Il malocchio era l’azione malefica per eccellenza. Si manifestava con acuti e lancinanti dolori di testa. L’azione era spontanea e non legata alla volontà dell’individuo che lo emanava. Anche un complimento, non accompagnato dalla formula “Dio ti benedica”, poteva causare un malocchio. I rimedi più usati erano l’utilizzo dell’acqua e dell’olio, oppure acqua e carboni. Nel primo caso si facevano cadere in un piatto pieno d’acqua delle gocce di olio e se queste si allargavano era in atto il malocchio. Nel secondo caso la presenza dell’azione malefica era indicata da carboni accesi che, immessi in una tazza colma d’acqua, andavano a fondo. In entrambi i casi la ritualistica imponeva che dopo la preghiera di accompagnamento il paziente sorseggiasse l’acqua utilizzata. Il formulario delle preghiere poteva essere vario. Dalla lettura di carte d’archivio è possibile conoscerne alcune: “Io Angelica Lombardo vedova d’anni quarantacinque in circa denuncio, e dichiaro con giuramento, come da molti, e molti anni in tempo che viveva il mio marito mi imparò un secreto su incanto contro il mal d’occhi, con le parole che seguono: “Si e’ stat zitella iettala per terra, se è stata vedova iettala per la selva, se è stata maritata iettala per la casa”, e così dicendo con strisciare le dita agli occhi, con dire anche sette Pater, et Ave, e sette Gloria Patri, ad honore della Santissima Trinità, “senza spiegar altro passa il male d’occhi”… (Archivio Cattedrale di Campobasso - Documento citato). |
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