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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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DIMMI COSA MANGI E COSA BEVI
Questo è l'anno del nostro cibo nazionale. I famosi prodotti nostrani che tutto il mondo ci invidia e che da quando siamo nella Comunità Europea non riusciamo a tutelare completamente viste le imposizioni, le misure categoriche e le tante imitazioni che ci danneggiano in tutto il mondo. In occasione della celebrazione, il nostro cibo finalmente potrà godere di un supporto in più: una sorta di "Treccani Gusto". Una idea finalmente giusta e azzeccata e dopo anni di patimenti, leggo una notizia che dovrebbe esaltarci ricordandoci che non abbiamo molto da imparare dagli altri, anzi, dovrebbero essere gli altri ad imparare da noi. Per esempio, i cinesi che diversi anni fa vennero a Gioia del Colle (BA) per imparare a fare le mozzarelle per poi usarle sulle pizze. Oggi le mozzarelle sono causa di ricorso al TAR tra Campania e Puglia perché al Consorzio napoletano non va giù l'attribuzione della sigla DOP (Denominazione d'Origine Protetta) alla nostra produzione pugliese. Perché la querelle tra "poveri"? Perché loro producono con latte di bufala e a Gioia con latte vaccino. Si troverà la soluzione, state sereni, ma scontrarsi in casa non è bello: oggi abbiamo due posti che vantano una produzione eccellente e si deve litigare per un DOP in più? Torniamo quindi alla grande iniziativa che porterà solo vantaggi alle nostre eccellenze enogastronomiche: la collaborazione nasce tra la Treccani e la Fondazione "Qualivita". Una sinergia per evidenziare e sostenere in tutto il mondo, le nostre grandi risorse, i nostri prodotti che dalle Alpi alle isole tutte, sono motivo di orgoglio per la nostra economia. Il ministro Martina sostiene e non ha torto: "Il nostro patrimonio enogastronomico ci rende unici e poggia sulle tre A italiane: agricoltura, alimentazione, ambiente". Quindi un Atlante che indichi peculiarmente tutti i luoghi degni di notazioni per cibo e vino, sarebbe il massimo, il top per indicare geograficamente tutto ciò che produciamo, dove lo facciamo e come lo facciamo. In più e questa è ancora una perla che deponga a nostro favore, una esauriente indicazione delle coincidenze culturali e artistiche. Insomma, uno strumento che alla faccia dell'Europa puntigliosa e severa (specie con noi), ci metta in bella vista con i marchi che contano, le sigle decisive (DOP, IGP, STG e DOC) e infine lo sposalizio unico e interessante tra territorio e ambito agricolo e alimentare. Se non puntiamo su tutto ciò, con tanto di segnalazioni turistiche in bella evidenza, allora siamo proprio fessi.
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