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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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INDOVINA INDOVINELLO...
Che rivista è? Lo so, se non si è maturi e avanti con gli anni, i più giovani non ci arriveranno! Nel lontano 1959 "Postalmarket", nato grazie alla lungimiranza di Anna Bonomi Bolchini arguta imprenditrice milanese, fu il primo catalogo formato rivista, per effettuare vendite dirette e senza alcun intermediario: scelte minuziose sul nutrito e ben assortito catalogo, si ordinava la merce e la si riceveva a casa. Cosa credono di aver inventato Bezos e compagni? Non parliamo di 10/20/30 anni fa, parliamo di oltre sessantanni fa, quando la nostra economia cominciava a crescere dopo la guerra, l'attività degli italiani si impennò magistralmente in tanti settori. Cominciammo a lavorare sodo, a far crescere la nostra economia e il nostro benessere. Quel catalogo, ha continuato la sua vita per decenni tra alti e bassi, crisi e modeste riprese, fino al 2015, anno del suo fallimento definitivo. Postalmarket, come molti sanno, ebbe subito successo: nelle case italiane tutti lo sfogliavano e quasi tutti compravano ciò che veniva proposto: assortimento vario per quanto riguardasse l'abbigliamento in genere, articoli per la casa, casalinghi e tanta altra roba. Prezzi buoni per quel tempo e buoni affari per tutti. Per noi ragazzi sbarbatelli e alle prime armi, la rivista assunse magicamente un'importanza ragguardevole: scoprire quasi per caso, mentre la si sfogliava con poco interesse, le pagine dedicate all'intimo femminile, tante pagine e tutte arricchite con modelle che indossavano i capi in vendita, furono un sorprendente regalo: un must ambizioso per noi imberbi guardoni pronti a sbarrare gli occhi davanti a cotanto ben di dio. Insomma, tanto per essere chiari: le famose riviste che sarebbero giunte poco più tardi come "Playboy", "Le Ore" tanto per citare le più...patinate, tanto ambite e molto più pruriginose, avevano avuto un'antesignana degna di menzione. Non vedevamo l'ora che giungesse in casa il nuovo numero per potere "visionare" le novità, dare una approfondita ripassata e lustrarsi gli occhi come non mai. Così è stato per alcuni anni, fino a quando non si presentò un'altra strada da percorrere: il cinema con i suoi divieti a partire con la soglia minima dei sedici anni. Che tempi e che trucchi per cercare di entrare quando quei maledetti sedici anni non li avevamo ancora compiuti. Ricordo il mio primo film vietato: "Un mandarino per Teo". Se vi prendeste la briga di approfondire su web, non riuscireste a spiegarvi perché fosse vietato!!!! Vabbè, anche questo fa parte della storia e della rivista "Postalmarket" prima rivista da sfogliare attentamente come nemmeno per i libri di scuola si facesse! La notizia è che la rivista torna in trincea: Stefano Bortolussi, imprenditore molto attento, ha rilevato il marchio e riprenderà la pubblicazione. Cosa cambia? Che le vendite saranno solo on line, pertanto un concorrente per i leoni come Amazon, Ebay e tanti altri che dall'estero comandano i mercati in rete a loro piacimento. Bortolussi promette una condotta simile agli altri lupi del web e conta di diventare il numero uno almeno in Italia. Glielo auguro di cuore: è italiano e la rivista mi ha dato dato sessanta anni fa...per il piacere delle vista. Forza Postamarket, in bocca al lupo e...nel sedici...dei concorrenti. Io che la sfoglio a fare? Non compro in rete.
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