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ADOTTA UN...PISTACCHIETO

Post n°3652 pubblicato il 24 Agosto 2020 da monellaccio19
 

 

 

 

Mi ha stupito vedere in tv lo spot pubblicitario nel quale lo stato chiede la destinazione dell'otto per mille per le proprie casse. Non è una novità, conosco i suoi competitori che pubblicizzano da sempre la loro richiesta, ma lo stato non l'ha mai fatto! Ebbene, in parole povere io non darei mai, oltre le tasse che devo allo stato, anche l'obolo facoltativo; preferisco devolvere diversamente quell'otto per mille e così faccio ogni anno.  Orbene, desidero a tale proposito, palarvi di una iniziativa molto interessante: soldi da destinare all'adozione a distanza. Una scelta che metterebbe chi volesse rendersi utile per qualcosa che procurerebbe soddisfazione e tornaconto. L'iniziativa è "Adotta un pistacchio": semplice e proficua, intende  raccogliere soldi necessari per impiantare 70 alberi di pistacchi in quel di Canicattì (Sicilia). Immagino il vostro stupore nell'apprendere la notizia curiosa e originale. A parte la precisione che mi corre fare circa Canicattì che con Pescasseroli, sono due città spesso indicate nel linguaggio corrente, come luoghi a caso...quando non si riesce a dire..."Vattelapesca", l'iniziativa è partita da due pasticcieri della città: piantare 70 alberi di pistacchi generati da un vecchia varietà di "oro verde". I nuovi pistacchi tornerebbero utili ai due pasticcieri e metterebbero loro nella condizione di produrre dolci più gustosi servendosi di una produzione di alto livello. Canicattì in tal modo affiancherebbe la cioccolata di Modica e le mandorle di Avola: prestigiose produzioni locali che renderebbero ancor più ambiti i dolci siciliani. Ovvio che coloro pronti a partecipare all'adozione, avrebbero un ritorno garantito: ognuno sarebbe proprietario virtuale di foglie, rami e frutti ricevendo puntualmente dolci, panettoni e tanto altro ancora secondo la donazione che va dai 27 euro ai 1.000 euro. I due fratelli hanno intenzione di piantare gli alberi in un "pistacchieto" storico a Canicattì e rinnovarlo, consentirebbe inoltre di recuperare un grande valore storico e agroalimentare. Io ci faccio un pensierino, l'idea non è malvagia e mi intriga.

 
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