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Parafrasando Dante e Kundera...
..."Conservate ogni speranza, o voi ch'entrate..." perche' qui forse troverete "La sostenibile pesantezza dell'avere"...
Hemingway non sbagliava quando sosteneva : "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge" . Io, purtroppo, sono nella prima metà (ahimè) e cerco di mettermi in pari!
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Il ministro della Pubblica Istruzione Fedeli, avrebbe pensato di consentire l'uso dei cellulari in classe: "L'uso dei telefonini aumenterebbe la conoscenza e la ricerca per i ragazzi". Ovviamente la concessione varrebbe se tutto avvenisse con moderazione e solo in casi di evidente necessità. Sapete cosa sia accaduto per questa proposta? All'italiana: "Apriti cielo!". I soliti due fronti pronti a combattere: c'è chi dice sì, c'è chi dice no. Mi sembra giusto che si discuta sui problemi, sulle proposte, è indice di civiltà ed educazione. Da noi, invece, si parte in quarta e a priori si cerca di imporre il proprio pensiero senza se e senza ma. Vedremo come andrà a finire, ma nel frattempo ci trasferiamo a Cambridge nota e storica Università inglese, dove si pone un problema molto interessante e particolare: i giovani non sanno più scrivere a mano. Un bel problema specie per i prof che nelle prove scritte hanno difficoltà a leggere gli elaborati: sono ricchi di strafalcioni, illeggibili e poco comprensivi. Il tempo come sappiamo, cambia le cose e non ci stupiamo più: c'erano una volta carta, calamaio e penna, poi la biro è divenuta amica intima delle nostre mani e per decenni e decenni, è stato l'unico mezzo per scrivere. Oggi dobbiamo lasciare lo spazio alla tecnologia e quindi necessariamente ricorrere, come stia facendo io in questo momento, al PC. Ammetto anche che se avessi voglia di scrivere qualcosa, la biro più di cinque minuti non riuscirei a tenerla in mano, con l'aggravante che produrrei come i giovanotti ormai disabituati alla calligrafia, solo sgorbi illeggibili...anche per me. L'abitudine costante e l'uso perpetuo della tastiera, ci hanno portato a questo bivio: scegliere definitivamente uno dei due mezzi di scrittura e non mi sembra il caso di precisare su quale cadrebbe la nostra scelta. Ho visto ragazzi smanettare sui cellulari con una velocità pazzesca: con la bocca aperta per la meraviglia, li ho visti scrivere periodi composti e piuttosto lunghi rispettando senso logico, punteggiatura, nessuno errore e anche inserimenti veloci di emoticon. E' fuori discussione: date un mezzo tecnologico ai ragazzi e ne vedrete delle belle!!! Pensate che a Cambridge i docenti oltre a non poter leggere i compiti scritti con i geroglifici, spesso hanno dovuto misurarsi con gli emoticon fatti a mano sul foglio. Forza dell'abitudine! Pertanto, nell'antico college inglese fondato oltre 200 anni fa, si potrebbe passare dopo le penne d'oca, le penne e i calamai, le biro in tutte le sue forme e colori, al PC per scrivere i compiti e gli elaborati. La proposta è partita e se ne discuterà, si confronteranno tutti: genitori, ragazzi, docenti perché da quelle parti i problemi si affrontano, si discutono e si risolvono. Loro saranno anche per il: "Niente sesso, siamo inglesi", ma sui problemi seri, non perdono tempo. Si agisce!
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