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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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"Riforma delle Pensioni: dal prossimo anno andrà in pensione solamente chi ha capito come si fa". E con questo aforisma di Daniele Luttazzi, introduco l'argomento citando un caso "sui generis": Vittorio Sgarbi ha annunciato che dall'anno prossimo andrà in pensione con 50 anni di contributi! Detta e data così, la notizia sorprende e lascia disorientati coloro che ancora oggi, assaliti dai tanti interrogativi, sono a rimuginare come accedere, detenendo titoli e facoltà, alla tanto sospirata pensione. Ciò che più abbia irritato il lettore, è stata la spocchia, l'arroganza provocatoria del nostro critico d'arte: la scelta non è sua, lo mandano in pensione e con la solita faccia tosta che lo distingue, ammette: "Vado in pensione senza mai aver lavorato!". Credo che sia abbastanza chiara l'intenzione di sfottere, prendersi gioco dei tanti pensionati che sono in bilico e stanno ancora decidendo cosa fare aspettando, ancor più importante, cosa sortirà dalle leggi che entreranno in vigore. Sappiamo la confusione ancora in essere sulle decisioni da prendere: "Smonterò la Fornero pezzo per pezzo", ebbe a dire Salvini e da buon politico, sapeva bene come non sarebbe stato facile abbattere un meccanismo come la legge Fornero senza avere molte risorse e senza rimettere su il palinsesto della nuova disciplina. Sgarbi invece, ci andrà servendosi proprio della Fornero e per il meccanismo spietato e farraginoso delle leggi in vigore, ci andrà per motivi leciti, legittimi e senza rubare soldi, ossia, ci andrà con i nostri soldi a 66 anni, ma è la legge che lo stabilisce. Vittorio lavora sin da quando aveva 20 anni: supplente a scuola e insegnava latino, poi nel 1972 ha riscattato gli anni della laurea e un anno di perfezionamento; pertanto 45 anni di lavoro e cinque di abbuoni, siamo a cinquanta anni. Nel 1977 passa a ispettore dei Beni Culturali ma chi sa, sostiene che non stava mai in ufficio, poi nel 1985 chiede l'aspettativa e ancora oggi è là con la sua brava aspettativa aperta. Tutti i luoghi e i posti che doveva occupare per lavoro, non lo vedevano mai, sempre a spasso o a svolgere mansioni extra. Questa è la base del mito Sgarbi: mai lavorato veramente, ha fatto risparmiare soldi agli italiani e oggi può contare per legge sulla pensione. Per le sue evoluzioni professionali, è stato processato, condannato, ma il suo posto non l'ha mai mollato, e quando c'era bisogno, i certificati medici piovevano alla grande per giustificare le sue assenze. Oggi Sgarbi ricorda tutto ciò con il sorriso sulle labbra, ha sempre inchiodato le istituzioni facendo sega come a scuola e mai il critico d'arte "pregiudicato", si è scomposto più di tanto. Il resto è storia recente, sindaco in un paio di cittadine, molte esibizioni in tv, presente ovunque più del prezzemolo, onorevole alla camera grazie a Berlusconi, oggi sarebbe "la pietra dello scandalo", ma come ripeto, non è colpa sua, purtroppo la sua condizione socio/politica, lo ha sempre messo in regola e quindi può godere della sua brava pensione, magari al contrario di moltissimi altri che sono in attesa e non sanno ancora che pesci pigliare. Così è se vi pare, Pirandello docet, e un elemento cacciato ovunque fosse impiegato, oggi si permette di dire: "Vado in pensione senza mai aver lavorato". Io di tutta questa storia critico solo la sua protervia e la sua arroganza, mentre devo ammettere che le nostre leggi lo hanno favorito. Ben ci sta, e con il tanto auspicato cambiamento, non vedo luci in fondo al tunnel di questo paese strano e incapace di porre fine alle malefatte che si sono susseguite nel lungo tempo. C'è ancora molto da fare e non vedo le premesse necessarie per ben sperare. Chi vivrà vedrà!
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