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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 12/04/2017
La pianista cinese Yuja Wang in Italia per una tournée (il 28 aprile sarà a Roma al Parco della Musica) e sicuramente, come da anni ormai, sarà sold out per l’esibizione del mostro Yuja: pianista eccellente, come del resto tutte le cinesi e le coreane, la trentenne e bella concertista non finisce di stupire le platee di tutto il mondo: tecnica superba, Ipad professionale sul leggio al posto del classico spartito e mise esuberanti, eleganti e affascinati. Se non è una perfida minigonna, è un spacco lunghissimo al vestito (lato pubblico) a mettere in netta evidenza le belle gambe con ai piedi tacchi a spillo dai 12 ai 15 cm. Un caso raro quello di Wang, sempre al top con i suoi concerti di musica classica, eseguiti con una tecnica basata sulla velocità e sulla perfezione: non vi sono pecche, la sua velocità non conosce eguali e la Martha Argerich, veterana e impagabile pianista mondiale, potrebbe solo invidiarla. Ma….ecco il ma: la Yuja su cosa punta quando si esibisce? Sulle sue apprezzabili gambe nude, il suo esorbitante look oppure sulle sue interpretazioni pianistiche? Questo il dilemma amletico su cui si basano le correnti critiche: gli spettatori sono attratti dalla sua forte personalità artistica, ma chi conosce la buona musica classica, i pianisti del passato in particolare, quelli che ormai siedono sull’Olimpo tutti insieme attorno al tavolo dei privilegiati, sanno che l’interpretazione è ciò che conta in una esecuzione. Quando si sente proprio il brano che si suona, quando si entra in simbiosi con l’autore del pezzo, allora si interpreta, si conosce il pathos del brano e quindi, a prescindere dalla tecnica perfetta dell’esecuzione, si può lodare o criticare, oppure cogliere le eventuali mancanze. Le cinesi e le coreane, le musiciste tutte nate in oriente, sono generalmente eccellenti nella tecnica e nella velocità, però spesso pagano un prezzo sull’altare del pathos: quello da provare mentre si suona e quello da trasmettere al pubblico. Non sempre questo avviene e chi sa notare le differenze le rileva e le critica. E’ un po’ come quando io sento la musica classica su cd: sono in poltrona, mi giungono dall’impianto hifi le note, pulite, nette, perfette ma algide, scostanti nella loro freddezza. Al contrario, se ascolto i miei amati LP sul giradischi dello stesso impianto, il caldo e avvolgente suono, magari anche con qualche scarica elettrostatica, mi arriva direttamente all’anima, al Pathos. C'è empatia tra me e il disco, è come se l’esecutore mi chiedesse di alzarmi ed “entrare” nella musica, coinvolgermi e confondermi tra le note che mi catturano. Se la Wang, mostrasse meno le cosce, rallentasse la velocità delle sue mani sulla tastiera e badasse più all’interpretazione di ciò che esegue, allora potrà essere meno ammirata, più ascoltata….e più brava!
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C'è uno spot pubblicitario in tv, un video insistente e martellante che occupa spazi su tutte le reti nazionali e passa a tutte le ore. Sono offerte imperdibili, prezzacci da cogliere al volo. Ogni sabato c'è una voce fuori campo che avverte: "Attenzione, offerte valide fino a domani (domenica), approfittate!". Infatti dal lunedì lo spottone rimane sempre quello, ma le offerte cambiano. Certo è che con questa pubblicità asfissiante e in onda a tamburo battente, "PoltroneSofà" è una realtà produttiva (almeno credo) perché l'esposizione mediatica frutta molto, la clientela si orienta sempre verso le offerte e il lavoro non dovrebbe mancare. Ed è questo il motivo per cui, dovendo lasciare Libero e non volendo rimanere inattivo, altrimenti cadrei in una depressione latente, ho pensato di cercar lavoro; certo non un lavoro pesante e stressante, ma una occupazione attagliata alle mie modeste possibilità, un impiego vago e moderatamente proficuo. Mi ha incoraggiato, presumo l'abbiate notato anche voi, che sono tutti anziani gli artigiani della qualità, certo non sono giovanotti prestanti e aitanti, ecco, io potrei fare l'aiutante! Posso muovermi a tutti livelli grazie alla mia multiforme formazione professionale: posso fare l'amministrativo, posso fare l'autista, posso dirigere il magazzino, potrei addirittura provvedere al marketing poiché a suo tempo abbia maturato esperienze nel settore e quindi provvedere alla pubblicità e alla commercializzazione dei prodotti. Insomma ho le capacità, mi mettano alla prova e con un rapporto adeguato e proporzionato tra prestazione e salario, penso che si possa avere un intesa. Oh, io ci provo e se mi daranno buca, tenterò altre strade; magari torno alla radio che mi ha dato tanto dalla fine degli anni settanta agli inizi anni ottanta: ho già un idea per un programma azzeccato giusto per gli ospizi di tutta Italia. "Arzilla's Radio", la musica per noi giovani...anziani! Vabbè, ho mandato il curriculum alla azienda, veramente più che un c.v. ho mandato solo una foto indicativa e significativa per dimostrare le mie capacità creative nel campo della pubblicità. Almeno potranno cambiare il logoro spot che va in onda da tanto.
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