« Messaggio #27 | I segnali dell'antimafia » |
Non è certo passata inosservata l'operazione antidroga "Conte Alaimo" portata a termine lo scorso 26 settembre nel territorio lentinese dai Carabinieri delle locali stazioni di Lentini e Carlentini insieme alla compagnia di Augusta, sotto la direzione del Comando Provinciale di Siracusa.
Un duro colpo inferto all'organizzazione mafiosa del Clan Nardo, oramai indiscusso dominatore della scena criminale lentinese, che il nostro movimento accoglie con entusiamo. Tali operazioni, assicurando alla giustizia i criminali, ribadiscono la presenza dello Stato dal quale il cittadino si sente troppo spesso lontano ed abbandonato.
Volti certamente conosciuti alle forze dell'ordine quelli coinvolti nell'inchiesta.
Ma i dati di questa operazione non possono non porci degli spunti di riflessione:
- L'organizzazione era capeggiata dal tale Raffaele Randone, sottoposto al regime del carcere duro, secondo il 41 bis, presso il carcere di Cuneo, dal quale impartiva gli ordini attraverso i propri familiari.
E' evidente, quindi, che le attuali precauzioni e restrizioni carcerarie non sono soddisfacenti a garantire l'isolamento degli esponenti mafiosi con i clan/famiglie di appartenenza, permettendo purtroppo la continuità e la reiterazione.
- Una buona percentuale dei trenta arrestati ha un'età compresa tra i 20 ed i 30 anni circa.
L'assenza di adeguate possibilità di lavoro nel territorio agevola un'alta disponibilitòà di una giovane manovalanza facilmente allettabile dai facili guadagni che lo spaccio e l'associazione mafiosa garantiscono.
Come abbiamo già più volte avuto modo di dire, il problema mafioso è anzitutto un problema culturale. Si affianchi, allora, a quello, lodevole, delle forze dell'ordine, un lavoro di trasformazione e di sviluppo sociale, politico ed economico. Anche in questi ambiti la prevenzione è molto più proficua della successiva eventuale repressione, comunque necessaria.
Un plauso a tutti coloro i quali hanno contribuito alla riuscita dell'operazione... e l'augurio di buon lavoro.
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SCIO’, libero movimento contro la mafia, nasce a Lentini dall’idea di un gruppo di ragazzi con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione alla lotta alla mafia ed all’astensione dal pagamento del pizzo.
Il movimento si propone come elemento aggregante per tutti i liberi cittadini e per le associazioni operanti, a vario titolo, nel territorio lentinese, attraverso la condivisione di ideali comuni, aconfessionali ed apartitici, nell’interesse e per il bene della nostra comunità, alla ricerca di un possibile riscatto, sostanziale più che formale, di un popolo troppo e troppo a lungo ricattato, oppresso e mortificato.
SCIO’ vuole abbattere il muro dell’omertà, del consenso tacito o del mancato dissenso; SCIO’ vuole cancellare i tabù e dar voce alla ribellione; SCIO’ vuol dire NO ALLA MAFIA (!), in tutte le sue manifestazioni: perché la mafia non è solo quella dei mafiosi, quella degli estorsori o degli assassini; la mafia è un atteggiamento diffuso, spesso radicato nella vita dei siciliani, nelle case, negli uffici, nei rapporti commerciali, nella politica.
SCIO’ è un’intimazione, un urlo di liberazione.
SCIO’ è un marchio per la libertà.
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