Creato da multipolarernr il 16/08/2014

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vita, concerti, emozioni

 

 

SOLO ED ESCLUSIVAMENTE IN ESTATE

Post n°65 pubblicato il 12 Luglio 2017 da multipolarernr
 

 

Estate e tutto rallenta...segue un ritmo diverso e addirittura certe attività che ci hanno accompagnato costantemente nelle stagioni precedenti si arrestano. Ciò può destabilizzare perché quando si fa parte di una certa routine spesso e volentieri la nostra identità si forgia grazie ad essa.

L'Estate è la stagione in cui ci si regala del tempo per noi stessi e per viaggiare, esplorare nuovi mondi e inedite realtà. L' estate appartiene alla dimensione del "Qui" e "Ora" in cui si fa pace con il far niente e ci si impone di imparare cose nuove che ci consentono di metterci in gioco e cogliere inedite sfaccettature del proprio essere  (che spesso e volentieri ci sfuggono).

In Estate persino una persona caotica e attiva come me rallenta il proprio ritmo. In estate prendo carta e penna e stilo una lista di buoni propositi che adempierò nei giorni in cui sarò lontana dalla città che mi vede protagonista ogni giorno nelle altre stagioni. Quest'anno nel stilare la mia lista di buoni propositi, mi sono lasciata ispirare da una scrittrice italiana che io stimo molto, Chiara Gamberale. In particolare mi sono lasciata ammaliare da due suoi romanzi che per me sono una sorta di "manuali di istruzione", utili per condurre le proprie esistenze: "Qualcosa" e "Per dieci minuti".

 In quest'estate ho bisogno di fare pace con me stessa,  col "niente" che spesso mi fa correre da una parte e l'altra per fare tante cose contemporaneamente per poi non concretizzarne nemmeno una perché ho innumerevoli interessi e una sola vita non mi basta per tutto ciò che voglio fare, imparare e vivere a pieno. In questa stagione che mi mette a disposizione più tempo da gestire in piena autonomia ogni giorno, per dieci minuti come la protagonista di "Per dieci minuti" imparerò qualcosa di nuovo, dedicandomi ad un'attività, hobby, passione che fin' ora non ho avuto la possibilità di fare o che ho rimandato ad un domani che non ha ancora bussato alla mia porta.

Ecco di seguito la mia lista di buoni propositi:

1)   RALLENTARE: vivere il più possibile la dimensione del "qui" e "ora" stando lontana dalla frenesia e dal caos del quotidiano che non consente di vedere con lucidità e analizzare bene le situazioni che ci accadono.

2)   LEGGERE E SCRIVERE TANTO: per alimentare la mente di nuovi imput e stimolare e amplificare la creatività;

3)   CIRCONDARMI DI GENTE POSITIVA E VERA: dedicarsi a chi merita veramente la nostra considerazione, il nostro tempo, le energie e le emozioni;

4)   PERDERMI NELLA BELLEZZA DI UN TRAMONTO: per recuperare il contatto con la natura che inevitabilmente mi mette quiete;

5)   ANDARE VERSO I "LUOGHI DEL CUORE":  in cui sentirsi in pace con se stessi e col mondo che ci circonda e sperimentare un'inedita Beatitudine.

 

 

 

 
 
 

FUGGIRE vs ANDARE

Post n°64 pubblicato il 28 Aprile 2017 da multipolarernr
 

Si può trasformare un "fuggire" in un "andare" perché ogni Fine è sancita da un nuovo inizio perché si può ripartire dall'origine riemergendo in tutto il proprio splendore...Non si finisce mai di imparare e conoscere. Occorre avere le antenne ritte per cogliere nuovi stimoli ed inedite ispirazioni. Si riparte dal "Me" perché spesso e volentieri si ascolta solo la dimensione dell'"Io".

Reprimere a lungo andare il "Me" fa male perché esso necessita di un dialogo interiore di cui ce ne dimentichiamo quando cresciamo e diventiamo adulti. Non dare sfogo al proprio dialogo interiore equivale a trascurare la nostra componente più vera, quella che esprime i propri bisogni e desideri, che si ciba di sogni per non soccombere alla Noia e al Grigiore, alla Falsità, all'Ipocrisia che purtroppo ci circonda e si diffonde senza freni.

Si riparte indossando nuove vesti...si resetta per costruire. Nella filosofia orientale si parla spesso della metafora dei "rami secchi" ed è proprio da essi che si può ripartire. I rami secchi vanno tagliati ed estirpati perché soffocano linfa vitale, perchè non ci permettono di aprirci al mondo e non ci consentono di cogliere le innumerevoli sfumature che si presentano al nostro cospetto e che sono dai colori così vivaci e splendenti.

Bisogna agire per uscire dallo stato di sopensione affinchè il fuggire possa trasformarsi in un Andare...Fuggire può coincidere con l'Andare perchè spesso è solo dopo aver toccato il fondo ed aver conosciuto l'Abisso che si può tornare a splendere e realizzare cose nuove. Un modo salutare per capire ciò è intraprendere un viaggio non solo fisicamente parlando ma anche solo mentale. Possiamo viaggiare anche solo ascoltando il nostro disco preferito, leggendo un libro che ci proietta in un mohdo nuovo ricco di personaggi e atmosfere che un pò ci appartengono e parlano di noi. Sono questi istanti magici che ci insgnano tanto e ci inducono a riflettere su ciò che siamo e vogliamo...dal mondo e da noi stessi...

 
 
 

un mondo migliore: possibilità o utopia?

Post n°63 pubblicato il 31 Ottobre 2016 da multipolarernr
 

Ascoltavo in radio il nuovo singolo di Vasco Rossi intitolato "Un mondo migliore" e subito ho chiesto a me stessa :"Esiste un mondo migliore o è tutta un'utopia?".. Io credo che esista ma dobbiamo contribuire noi stessi in prima persona a rendere concreto ciò. Come? Con le proprie azioni e decisioni quotidiane e soprattutto con la coerenza con la quale indirizziamo esse. Si possono dire tante parole al riguardo ma se esse non sono seguite da azioni concrete e coerenti con il nostro essere, tutto si disperde e perde valore. Solitamente vogliamo che il mondo cambi quando ci ritroviamo a credere in un nuovo Inizio.

Ogni Inizio porta con s'è tanti dubbi ed incertezze. Quando ci chiudiamo una porta alle spalle non sappiamo cosa ci riserverà quella nuova dinanzi a noi. Il coraggio sta nell'oltrepassare l'uscio della nuova porta con ottimismo e positività. Certi cambiamenti sono necessari se vogliamo evolverci. Se rimaniamo imprigionati nella Spirale non potremo mai evolverci e saremo continuamente frustrati, scontenti, vittime di noi stessi e prigionieri in vite alle quali non apparteniamo.

Ho conosciuto persone così insoddisfatte che conducevano vite spente e non coerenti con il proprio essere. L'unica loro soddisfazione era fare del male agli altri perché loro stavano bene solo se vedevano altri soffrire. Agendo così si crea un mondo malato e negativo in cui l'odio ingiustificato e gratuito domina a discapito di persone innocenti che almeno provano a vivere, ad emozionarsi, a soffrire e rialzarsi con energia e vitalità....

 
 
 

"Se" o "Ma"

Post n°62 pubblicato il 07 Ottobre 2016 da multipolarernr
 

 

"Fa sempre male stare qui

 a scrivere spiegandomi

spiegandomi perché c'è in me

una condanna a forma di una spirale vortice

che fa della mia vita

sempre e solo un "se""

(Da "Se"- Le Vibrazioni)

 

La pioggia cade silenziosa in questi giorni d'autunno. Ci purifica nell'anima e ci induce a dar vita ad un colloquio intimo col nostro essere. Cosa ne è stato di quello che abbiamo vissuto nel corso di un'estate così sfuggente? Tutto ci ha travolto e stravolto e, mentre cerco di recuperare i cocci di ciò che hai rotto senza ragione, lascio che la pioggia mi bagni nel profondo.

Cammino silenziosa tra le strade di una città che dovrebbe appartenermi ma che percepisco sempre più estranea. Vorrei venirti a trovare anche in un giorno di pioggia come questo per dirti ciò ciò che non ti ho detto, per difendermi da cosa, non lo so nemmeno io. A volte ci costruiamo barricate inutili tra noi e gli altri per paura di affrontare il dolore che è insito nella nostra anima. Temiamo di affrontarlo eppure parliamo da tempo di quanta voglia abbiamo di cambiare e.. poi che succede? Al minimo sentore che qualcosa ci sta dirigendo verso una nuova direzione strappiamo con vigore la lista di tutte le nostre potenziali buone intenzioni. Avvertiamo subito un segnale che ci mette in allerta. Ci ritroviamo a fare cazzate, a rovinare rapporti, progetti. A distanza di tempo riprendiamo il senno rielaborando quello che è accaduto e ci chiediamo: "come mai ho agito così?, "ero io quella persona?" ". Quante domande assillano la nostra mente nel tentativo di trovare risposte a tutti quei dubbi ed interrogativi!?"

Si tenta di fare pace con se stessi perché il vero perdono parte dal  proprio mondo interiore ma, proprio non ce la facciamo ad accettare ciò. Credo che sia meglio vivere di rimorsi che di rimpianti. Se cadi e ti fai male una cura in un modo o nell'altro la trovi. Ai rimpianti non c'è nessuna cura...ti accompagnano nel corso della tua esistenza e non ti risparmiano sofferenze. Ti lgorano e ti procurano dispiacere. E ti accorgi che siamo fragili e instabili e che dovremmo affrontare le paure che sono alla base del nostro essere e che ci hanno proiettato nella dimensione poco proficua del "se" e "ma".

I "se" e "ma" alimentano spirali intricate che ci rendono prigionieri e non consentono di far fluire nuova linfa vitale. Ci impediscono di evolverci e di essere noi stessi nel raggiungere uno stato di Pienezza.

 

 
 
 

NON SOLO POTENZIALI MAMME

Post n°61 pubblicato il 12 Settembre 2016 da multipolarernr
 

Non è possibile stilare in Italia un Piano Nazionale per la Fertilità confrontandosi con un Paese evoluto come la Danimarca in cui il welfare risulta efficiente e a sostegno soprattutto delle giovani mamme lavoratrici. Da anni l'Italia è il paese più "antifamiglia" d'Europa in cui si fanno meno figli e in cui le risorse destinate a promuovere un welfare si riducono. E' sconcertante scoprire che il tasso di disoccupazione femminile diminuisce con l'aumentare del numero di fligli e che dopo la nascita del primo figlio solo il 59% delle mamme continua a lavorare.

Alla luce delle fervide critiche che stiamo visualizzando nelle ultime settimane, in seguito alla proclamazione del "Fertility Day", ritengo che la maternità possa essere incentivata solo col miglioramento delle politiche lavorative riferite alle donne. Ho sempre ritenuto ingiusto che una donna debba trovrsi, ad un certo punto del suo percorso di vita, a dover scegliere tra la "famiglia" e la "carriera". Invece di progredire in Italia, sembra di essere tornati indietro, precisamente all'epoca fascista che contrastava l'idea di donna indipendente ed emancipata e mirava a diffondere la "donna chioccia" dedita ai figli e al marito. 

La mia generazione (under 35) pensa meno a mettere su famiglia e ad avere figli perché la precarietà in cui versa non le consente di realizzare un progetto responsabile e continuativo. A fare figli non ci vuole niente ma i figli bisogna pur crescerli, mantenerli e garantire loro un futuro. Non è egoismo questo ma realismo. Mi arrabbio quando sento affermare stupidamente che la donna moderna è egoista, non vuole assumersi le proprie responsabilità per crearsi un proprio nucleo familaare. Una vera campagna per contrastare la denatalità deve essere costituita da programmi e servizi concreti miranti a salvaguardare il posto di lavoro delle neomamme, a promuovere la flessibilità degli orari di lavoro, a diffondere la creazione di asili nido aziendali, a rendere concreti i congedi di paternità. Non dimentichiamoci che la donna non è solo una "sfornafigli" ma ha pienamente diritto di realizzarsi dal punto di vista umano e professionale.

 
 
 

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