Creato da: free_andy2005 il 27/04/2006
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un pò di storia del Ju Jitsu »

arti marziali..per me...

Post n°1 pubblicato il 27 Aprile 2006 da free_andy2005

Ogni giorno ognuno di noi si trova a dover affrontare delle difficoltà, a doversi scontrare con se stessi e con gli altri.
Pochi però sanno affrontare questi imprevisti, nella maggior parte dei casi ci troviamo impreparati, quasi schiacciati dal senso di sorpresa.
Nessuno al mondo potrà insegnarci qual sia il modo migliore, per noi stessi, di saper affrontare gli imprevisti e come superarli, né tanto meno queste poche pagine devono essere prese come un “metodo” da utilizzare.
Ognuno persona deve trovare in se stesso la propria Via, il cammino di ogni persona deriva dalle proprie esperienze e conoscenze.
Premetto che non sono un esperto, e non voglio spacciarmi per qualche cosa che non sono e che forse non sarò mai, ma da quando pratico il jujitsu ho interiorizzato e elaborato dei pensieri, un modo di vivere completamente diverso dal precedente.
Quello che voglio fare è condividere proprio questo, capire quello che ha funzionato per me e cosa invece mi ha portato ad una sconfitta.
Tutto questo seguendo una strada...l’arte della cedevolezza.
...................................
Quando nasce, l'uomo é tenero e debole; quando muore é rigido e forte...rigidità e forza accompagnano dunque la morte; morbidezza e debolezza accompagnano la vita.
Credo che questa sia la frase che ha in se il vero spirito di questa arte marziale.
Vita e morte, vittoria e sconfitta, come somma di una vita.

Ciò a cui dobbiamo tendere è sempre ciò che porta alla vita, alla possibilità di rigeneraci tramite le grandi forze della natura e della conoscenza.
Ogni popolo, ogni religione, ogni persona ha cercato di capire quale sia il modo di vivere migliore, cosa sia necessario per far sì che le moltitudini e allo stesso tempo i singoli possano avere una esistenza migliore.
Personalmente non credo ci siano soluzioni generalizzate, se non legate all’economia e alla legge.
Sono convinto però che ognuno abbia la possibilità di migliorare se stesso e di condizionare con la propria personalità l’ambiente che lo circonda, per quanto piccolo e ristretto esso sia, creando un insieme in cui vivere serenamente.
Soltanto cercando di far combaciare i margini dei nostri insiemi si riuscirà a creare una civiltà finalmente libera dalla morte e dalla sconfitta spirituale.
Non esiste nulla che sia più forte della nostra capacità intellettuale, nulla che possa superare le migliaia di pensieri che il nostro cervello è capace di elaborare in un secondo.
Sfruttate queste qualità e diventerete forti, naturalmente non imbattibili, ma forti abbastanza per vincere le vostre battaglie e per superare le sconfitte.
..................................
Provate a fare un esercizio, sedetevi o sdraiatevi al buoi, e cominciate a rilassatevi.
Fatevi venire alla mente tutto come in un film tutti gli avvenimenti della vostra vita che riuscite a focalizzare.
Portate le immagini alla mente e vi accorgerete di quanto poco sia rimasto.
Certo molti di voi avranno molti più ricordi rispetto ad altri, dovuti ad una vita più movimentata, ma mai tanti quanti pensavate di aver immagazzinato.
Se relazioniamo questo allo scontro tra vita e morte capiremo che tutto ciò che è dimenticato, tutto ciò che non è stato veramente importante equivale ad una sconfitta, alla incapacità di lottare per far sì che ogni momento sia realmente importante.
Nella lotta reale non devono esserci momenti vuoti, tutto il nostro essere deve essere portato a una serie continua di attacchi e di parate.
Se lasciamo anche un attimo al vuoto diamo la possibilità al nostro nemico di recuperare l’equilibrio e gli permetteremo di imporsi su di noi.
Prendete ogni momento come un metodo per lottare contro voi stessi, contro gli stati di comodo, l’indifferenza e l’incuria verso il passare del tempo.
Tutto questo diventerà con il tempo talmente naturale che un giorno ognuno di noi potrà accorgersi di non avere più nulla da attaccare o da difendere, trovando l’armonia in ciò che lo circonda.

 
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