Post n°52 pubblicato il 04 Agosto 2009 da najim
Blog temporaneamente sospeso se volete continuare a leggermi vi invito a venirmi a trovare a questi indirizzi
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Post n°51 pubblicato il 13 Luglio 2009 da najim
La storia più incredibile che abbia mai sentito è quella del cocchiere Salim, che perse la parola. E, se non l'avessi visto con i miei occhi, non ci avrei mai creduto. Tutto cominciò nell'agosto del 1959, in uno dei quartieri più vecchi di Damasco....( continua) |
Post n°50 pubblicato il 15 Giugno 2009 da najim
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Post n°49 pubblicato il 29 Maggio 2009 da najim
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Dicono che,quando nacqui, mia madre Mi insegnò teneramente ad attaccarmi al seno, E ogni notte seduta accanto alla culla Vegliando mi insegnò a dormire. Sorridendo mi sfiorò la bocca con la sua, E mi insegnò ad aprire questo bocciolo. Mi prese per mano e mi fece posare un piede davanti all'altro, Finchè non mi insegnò a camminare. Prima un suono, poi l'altro, mi mise le parole in bocca, Insegnadomi a parlare. Perciò la mia vita è parte della sua Finchè vivrò, ella mi sarà cara e preziosa. |
Durante un viaggio nel deserto Giuha aveva mangiato e bevuto, ma, a causa del caldo, aveva consumato tutta l'acqua e il cibo che gli era rimasto, saporito e piccante, gli faceva venire ancora più sete. Cercando da bere, trovò la tenda di un beduino e allora chiese al suo proprietario un po' d'acqua. |
Post n°46 pubblicato il 05 Aprile 2009 da najim
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C'era una volta un orfanello che viveva con una sorella sposata. Un giorno, nonostante fosse ancora poco più che adolescente, le disse di volersi sposare. La sorella non era affatto d'accordo, perché, a suo dire, era troppo giovane e non abbastanza maturo per il matrimonio. |
Sul tappeto davanti al padrone di casa viene posto un grande vassoio che contiene una teiera, tre scatole rettangolari, un martelletto piatto, dei bicchieri stretti e alti, ed infine il recipiente dove bolle l'acqua. Spesso è posato un piccolo braciere dove arde del carbone di legna. Tutti rimangono in silenzio, con gli occhi puntati sul maestro delle cerimonie. Dalla prima scatola prende una dose di tè verde e la mette nella teiera versandovi poi dell'acqua bollente; dalla seconda scatola rettangolare prende un panetto di zucchero, che spezza aiutandosi con il martelletto, e introduce i pezzi nello stretto collo della teiera. Dalla terza scatola prende un ciuffetto di menta fresca e odorosa che aggiunge alla bevanda. Infine chiude la teiera con il coperchio e resta in attesa per qualche minuto, chiacchierando tranquillamente con i propri ospiti. Dopo alcuni minuti versa un po' di tè nel proprio bicchiere e lo assaggia con un atteggiamento di grande concentrazione. Aspetta ancora un po', lo assaggia di nuovo eseguendo tutta una serie di travasi dalla teiera al bicchiere e viceversa, poi quando è all'esatta temperatura e con il preciso gusto voluto dalla tradizione, offre la bevanda agli ospiti. A questo punto se lo potreste assaporare, vi rendereste conto che non esiste bevanda più dissetante e digestiva, dopo un buon pasto, di un delizioso tè alla menta, ma non rifiutate mai un altro bicchiere fintanto che non siate arrivati al terzo. Sarebbe una scortesia imperdonabile. |
Se il demone fosse uscito dalla lampada illustrazione : http://www.farid-benyaa.com/ |
Danza orientale - la leggenda La danza orientale è considerata una delle più antiche danze del mondo, soprattutto inEgitto, Libano, Iraq, Turchia e nei Paesi del Medio Oriente e del Maghreb. Raqs sharqi è il nome arabo e significa " danza orientale" , mentre " danza del ventre" è il nome dato dagli occidentali intorno al 1800. Nell’Antico Egitto non veniva compresa l’alternanza fra giorno e notte come fenomeno naturale. Gli egizi pensavano che nel cielo vivesse una grande dea che partorisse dal suo ventre il sole di giorno e la luna di notte. Iside era consideratala Dea Madre che possedeva il dono di generare la vita ed in suo onore si eseguivano danze che simulavano la fertilità e l’origine della vita mediante movimenti e ondulazioni del ventre. La leggenda vuole che Iside, Dea della Luna, della Bellezza, della Magia e del Mistero affascinasse chiunque con la sua gentilezza e delicatezza e che concedesse fertilità, femminilità e bellezza alle donne che danzassero in suo onore. A lei si offrivano fiori di loto, incenso, essenze, acqua e frutta. Le donne iniziavano le danze compiendo passi e movimenti del ventre, coperte da un velo che, una volta tolto, simboleggiava la rivelazione del mistero, rappresentando la nascita della luce. Quando gli Arabi invasero l'Impero Egizio, rimasero affascinati dalla danza di Iside e ne assorbirono i costumi, aggiungendo un ritmo accelerato e un clima festoso. La danza egizia si compone di quattro fasi: Luna Calante: la danzatrice entra con il velo, celando il proprio corpo e mostrando che il mistero sarà svelato; Luna Crescente: la danzatrice si toglie il Velo e la musica si anima, accelerando i suoi movimenti; Luna Piena: la danzatrice si rivela completamente, girando, vorticando e muovendosi nello spazio; Luna Nuova: la danzatrice si rinnova con movimenti ondulatori e con il Ventre sinuoso e pulsante. In tempi remoti, il battito delle mani, lo schioccare delle dita e il canto erano gli unici accompagnamenti musicali della danza. In seguito nacquero strumenti a percussione seguiti da quelli melodici che si evolsero fino ai nostri giorni. L’abbigliamento prevede un vestito con diversi spacchi laterali, che permettono di velare e svelare legambe, un reggiseno ricamato, oppure un costume detto baladi, all’egiziana con una cintura in stoffa ed un copricapo a bandana. I sonagli, i monili e la cintura,oltre ad essere usati come abbigliamento svolgono un ruolo per far risaltare la musicalità ritmica di alcuni movimenti tipici del bacino e del petto. |
Post n°40 pubblicato il 05 Novembre 2008 da najim
Abbigliamento nel mondo arabo tra passato e presente: E’ il copricapo degli uomini Tuareg.
Questo velo, indispensabile elemento del costume tradizionale, scende a ricoprire il viso lasciando solo una fessura per gli occhi ed è donato ai giovani per sancirne l'ingresso nel mondo degli adulti. Gli uomini sposati, oltre al litham, hanno due tipi di veli: il cheche, costituito da una fascia alta una ventina di centimetri e lunga fino a tre metri,(più è lungo più indica nobiltà e importanza del proprietario) realizzato in tessuto di cotone, preferibilmente bianco o tinto di blu o nero e il tagelmoust, il velo delle feste costituito da una fascia sempre alta venti centimetri, ma che può arrivare fino a sette metri, di finissimo cotone impregnato d'indaco d'aspetto lucido e cangiante. I veli avvolti in tanti modi mai casuali, rispondono a precise esigenze estetiche e di riconoscimento. Oltre a proteggere dalla polvere e dal sole, coprono la bocca proteggendola dagli spiriti negativi, portatori del malocchio. Per questo i Tuareg non tolgono mai il velo e non scoprono la bocca davanti alle donne o a stranieri, neanche durante un tè o un pranzo. La tradizione vuole che siano state proprio le donne a introdurre tra gli uomini l'uso del "tagelmoust", pare infatti che in seguito a una battaglia in cui i cavalieri Tuareg non eccelsero per il coraggio, le donne, vergognatesi, imposero ai mariti l'uso del velo. I Tuareg sono anche detti "uomini blu" perché lo chèche tradizionale, che proviene dalla Nigeria, è tinto con un colorante vegetale indaco molto scuro e non fissato che si trasferisce con facilità, anche dopo molti lavaggi, sulla pelle. |
Post n°38 pubblicato il 30 Settembre 2008 da najim
Aid al- fitr ﻋﻴﺪ ﺍﻟﻔﻄﺮ Aid al-Fitr è la festa islamica che segna la fine del Ramadan, si celebra la " Rottura " cioè il termine del periodo di digiuno e dura 3 giorni. Si chiama anche " Id al-Saghir" ( festa minore) per distinguerla dalla "grande festa ", Id al-kabir o “Aid al-Adha” cheavviene circa 2 mesi dopo. La notte prima della festa le donne rimangono sveglie, finiscono di preparare i dolci per il grande pranzo del giorno dopo e cuociono tanti tipi di focacce e di pane tra cui il "baghrir " una pagnotta morbida ,sottile come una pizza, fatta con acqua , farina, uova e lievito.In Marocco le donne usano farsi dei bellissimi disegni sulle mani e sui piedi con l’hennè. Prima che arrivi l’alba e che sorga il sole si fa l’ultimo pasto del periodo di Ramadan con fichi, datteri, miele, frittelle, burro, latte e tè. La giornata festiva inizia con la grande preghiera comunitaria che si tiene nel luogo di riunione più importante di ogni città islamica, all'aperto o nella moschea principale. In questa occasione ognuno indossa abiti nuovi e partecipa con tutta la sua famiglia alla preghiera comune |
Post n°36 pubblicato il 31 Agosto 2008 da najim
Tratto da “Baghdad brucia” di Riverbend (il blog di una giovane irachena.) Ramadan è il nono mese dell’anno islamico ( che ha 12 mesi ma solo 358 giorni circa ). Ramadan è considerato uno dei mesi più sacri dell’anno islamico-secondo me, è il più interessante. Per tutta la durata del Ramadan digiuniamo per l’intera giornata, dalle prime luci dell’alba al calar del sole. In altre parole non possiamo né mangiare, né bere, né fumare, né masticare gomma fino alla sera, quando arriva il momento di rompere il digiuno“ |
Il calendario islamico
Il calendario islamico è basato sul ciclo lunare
Il Corano prevede che il nuovo mese inizi subito dopo la luna nuova, o meglio quando appare la prima esile falcetta di luna crescente. Prevedere questo esatto momento è molto complicato; per semplicità i calendari perpetui islamici usano la seguente regola: l'anno, che si chiama “hijri”, è composto da dodici mesi alternativamente di 29 e 30 giorni; ed è più corto di quello solare avendo solo 354 giorni. Poiché l'inizio del mese reale è stabilito in base all'osservazione diretta della prima luna crescente, non è detto che la lunghezza dei mesi sia sempre quella riportata in tabella e si possono verificare scostamenti di un giorno tra il calendario reale e quello perpetuo; sono addirittura possibili scostamenti tra il calendario di un paese islamico e quello di un altro paese parimenti islamico ma geograficamente lontano. Inoltre i mesi e le festività non cadono mai nelle stagioni in modo fisso. L’anno dell’immigrazione del Profeta Muhammad dalla Mecca a Medina, che cade nel 622 d.C., è considerato come il primo per i musulmani, quindi per il calendario islamico ora ci troviamo nell’anno 1429. I mesi islamici hanno questa frequenza: 1. Muhàrram - محرم di 30 giorni 2.Sàfar - صفر di 29 giorni 3. Rabì‘ al-àwwal - ربيع الأول di 30 giorni 4. Rabì‘ al-thàni - ربيع الثاني di 29 giorni 5. Jumàda al-àwwal - جمادى الأول di 30 giorni 6.Jumàda al-akhìra - جمادى الثانية di 29 giorni 7. Ràjab - رجب di 30 giorni 8. Sha‘bàn - شعبان di 29 giorni 9. Ramadàn - رمضان di 30 giorni 10.Shawwàl - شوال di 29 giorni 11.Dhu l-qà‘da - ذو القعدة di 30 giorni 12. Dhu l-hìjja - ذو الحجة di 29 giorni |
Post n°33 pubblicato il 02 Luglio 2008 da najim
E' una scrittura alfabetica composta da 28 lettere,ha la particolarità di essere molto ricca di consonanti e povera divocali, infatti possiede solo tre vocali che sono: a, i, u,simili aquelle della lingua italiana. Queste vocali vengono pronunciate in modoattenuato e talvolta il nostro orecchio fa fatica a distinguerle. Levocali brevi nonsi scrivono. Delle 28 lettere ben 17 hanno un suono assolutamentediverso rispetto all'alfabeto italiano. Con le consonanti di questa lingua si può produrre qualsiasi suono che la gola umana possa emettere, per questo, l'arabo è considerato una delle lingue più ricche anche da questo punto di vista. L'arabo si scrive e si legge da destra a sinistra, quindi per leggere un libro scritto in arabo bisogna iniziare dall'ultima pagina. La scrittura è solo corsiva, cioè le lettere, quasi sempre, sono attaccate una all'altra. La scrittura appare quindi una sorta di stenografia e bisogna intuire la pronuncia delle parole a partire dalle sue consonanti, per esempio MNZL (casa).
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il 12/11/2010 alle 17:30
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il 27/07/2009 alle 19:38