Era il 10 Marzo di 3 anni fa, quando per la prima volta varcai la soglia, in quel di Brescia, di quella che sarebbe stata la mia prima avventura per scelta al di fuori delle mura della mia città natale...
Il tutto era partito appena una dozzina di giorni prima, manco a farlo apposta.. il giorno di carnevale (chissà, forse una burla del destino) con una telefonata, da parte di un'azienda, quella in cui attualmente lavoro, per la quale avevo fatto un colloqui il giugno dell'anno prima, più volte ero stato "corteggiato" per delle attività, ma vuoi perchè non mi interessavano, vuoi perchè manacava ancora qualche esame al termine degli studi.. avevo sempre declinato.. ma in quell'occasione.. beh, in quell'occasione qualcosa di diverso scattò dentro di me..
Ero soddisfatto della vita che conducevo, alla scadenza del mio ultimo contratto di lavoro avevo cominciato a percepire l'indennità di disoccupazione, integravo il tutto con un paio di ripetizioni private e qualche lavoretto quà e là, cominciavo a "vedere" la fine del percorso universitario con la sospirata tesi, stavo contribuendo alla promozione nella categoria superiore della mia squadra di calcio a 5, il cuore, tra alti e bassi, da poco meno di un anno batteva in sintonia per una collega di studi.. ma.. boh.. era come se qualcosa mi rodesse dentro.. non sempre c'è bisogno do arrivare a qualcosa che non và per "ascoltarsi" e lasciare via libera a ciò che si sente..
Con le premesse appena fatte, è difficile per spiegare (spesso anche a me stesso) il motivo "vero" per cui son partito.. ma quello più plausibile e determinante è stata la voglia di essere me in maniera indipendente dal contesto in cui vivevo ed ero cresciuto, volevo fare tutto da zero, portando con me solo la mia voglia, i miei sogni, il frutto dei miei studi, le mie esperienze umane.. ma poco o niente che mi desse garanzie legate non alle mie capacità, ma al contesto in cui ero cresciuto..
Ed in 3 anni, di cose ne sono successe.. dall'avere tutto il tempo di questo mondo, dentro e fuori al lavoro, ad averne pochissimo, al cambiare attività lavorativa continuamente, pur rimanendo nella stessa azienda, girare in lungo ed in largo la Lombardia e l'Italia (con qualche "capatina" al di fuori), dai posti più piccoli e caratteristici, ai luoghi più ambiti, e soprattutto ne ho imparate di cose.. qualche volta ne ho anche insegnate (il più delle volte indirettamente.. anche perchè le migliori lezioni sono quelle che si intuiscono e che si lascia intuire..)
..ho riscoperto il piacere di leggere un bel libro.. abitudine che avevo perso avendo a che fare con gli studi..
..ho imparato a spegnere più spesso la TV, ed accendere più spesso il cervello.. anche nelle fredde sere invernali in cui sembra che si possa fare poco altro..
..ho capito che spesso le persone sentono il bisogno di abbellire le cose che sentono più "vuote", forse per scrupolo di coscienza, spesso in maniera inconsapevole, mentre quelle che vengon da dentro spesso escon belle così come sono.. ed in apparenza, per chi osserva dall'esterno, le 2 cose possono sembrano identiche mentre hanno significato completamente opposto..
..mi son permesso di recente, di rifiutare una sostanziosa offerta di lavoro a tempo indeterminato perchè non mi piaceva lo spirito dell'azienda ed il suo modo di contrattare, ed allo stesso tempo mi son preso il gusto di "sbattergli in faccia" quel che pensavo.. e non credo che avrei fatto altrettanto tempo fa..
..ho imparato a intuire (ovviamente senza essere immune da sviste) la genuinità o l'essere "costruiti" delle persone, ma ciò non vuol dir niente, perchè poi ho anche capito che persone genuine possono essere stronze, e persone "di apparenza" posson aver covati dentro di sè grandi valori umani..
..ho avuto la conferma che è meglio saper poche cose, ma saperle mettere insieme per costruire qualcosa di buono, piuttosto che che sapere tante cose, ma essere incapaci, a partire dalle proprie conoscenze, di creare qualcosa di eccellente..
..ho riscoperto, per ben 2 volte (il doppio di quelle che mi era capitato nel quarto di secolo precedente) il piacere di innamrorami di una donna..
..ho capito che per rimanere se stessi, è necessario cambiare.. perchè siamo in continua evoluzione, ed ogni cosa che facciamo, ogni evento della nostra vita a cui prendiamo parte, sia esso in maniera attiva o passiva, lascia una traccia dentro di noi, anche se non sempre ce ne accorgiamo subito..
..mi son reso conto, che i sogni che facciamo a 15 anni non sono quelli che si fanno a 20, i quali a loro volta non sono quelli che si fanno a 25, e non sono quelli che probabilmente farò a 30.. e quindi vanno realizzati prima possibile, perchè non ha senso, per me, sacrificare la possibilità di realizzare i sogni di oggi..
..ho capito che la forza di volontà è importantissima, e spesso da sola basta per ottenere cose che nemmeno immaginavamo, ma poi allo stesso tempo ho anche capito che quando tale forza va a scagliarsi contro il proprio essere, quando va in direzione di ciò che eravamo e non di ciò che siamo (e le 2 cose non sempre sono compatibili), provoca inevitabilmente degli scompensi interiori..
..ho il sentore che non è importante in quale città vivrò gran parte del resto della mia vita, e che non è nemmeno importante sapere che ci sarà un luogo dove vivrò la maggior parte della mia vita, soprattutto non è importante se prima non vivrò bene nell'involucro di carne ed ossa che circonda la mia anima ed il mio cuore..
..ho scoperto che, al di là di quanti impegni possa avere, al di là che la mia giornata possa essere piena zeppa di impegni o totalmente vuota, non ho mai di che annoiarmi, e mai di che essere stressato, e non manca mai il tempo da dedicarmi e da dedicare alle persone ed alle cose a cui tengo, senza che ci sia bisogno di qualcosa o qualcuno che debba ricordarmelo..
..ho capito che sarò davvero vivo fino a quando avrò il sentore che ho qualcos'altro da capire.. ma anche che ho da capire meglio quel che già credo di aver capito..
..sono arrivato ad essere più vicino al Mario che sento di essere, e meno vicino a quello auspicato da chi mi vuol bene, ma a queste persone basta che mi osservino, che guardino la serenità, l'autorità, la sicurezza, a volte la quasi naturalezza con cui prendo decisioni, anche importanti, per farle ricredere, e capire che la mia "way to win" intrapresa è quella da perseguire.. e che c'è una strada per ognuno di noi, e quindi per quanto bene e fedelmente possiam seguire la strada tracciata da qualcun altro con successo, non è detto che possa andar bene per noi.. ed in questo modo.. ho anche capito la differenza tra l'autentico voler bene per quello che si è e quello che si sarà a prescindere, dal "corrotto" (anche involontariamente) voler bene per ciò che si vorrebbe che si fosse..
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