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GOSSIP: Victoria's secret, al via lo show del 2014.

Post n°144 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da DukeInformer
 

Eccoci finalmente arrivati ad uno dei main event del mondo della moda, che andrà in scena domani sera a Londra, lo show di Victoria's Secret. 

Anche quest'anno, lo show della più famosa casa produttrice di moda intima operante sul pianeta, si prospetta come un evento di categoria superiore, grazie innanzitutto alla partecipazione delle "Victoria's secret angels", ovvero senza giri di parole, alcune delle modelle più belle al mondo. Per citarne alcuna, solcheranno la passerella Adriana Lima, Alessandra Ambrosio, Doutzen Kroes, Candice Swanepoel, Lily Aldridge, Behati Prinsloo e Karlie Kloss. 

Lo show, anche se non quello vero e proprio legato alla sfilata, è già iniziato qualche ora fa, con il viaggio delle "angels" su un aereo organizzato appositamente dalla casa produttrice, decollato da New York e atterrato per l'appunto a Londra, dove tutte le modelle sono state trasportate al negozio di Bond Street, per le foto di rito in gruppo e con i curiosi fans presentatisi. Lo show si preannuncia particolarmente frizzante grazie anche alla partecipazione straordinaria di artisti e musicisti che si esibiranno in contemporanea alla presentazione della nuova linea di intimo, tra i quali Taylor Swift, Ed Sheeran, e Ariana Grande. 

E per quanto riguarda la collezione? I temi anticipati dal sito ufficiale www.victoriassecret.com sono "Gilded Angels", caratterizzato dal color oro a rappresentare il lusso, con foglie d'oro e perle, "Exotic traveller" che richiama lo stile orientale, con lunghi vestiti ornati da gioielli e specchiature, "Fairy Tale" letteralmente un omaggio alla fatina Campanellino, e "Dream Girl" che trae ispirazione dagli anni '50.

Per le immagini dello show, consigliamo di visitare le pagine instagram delle Victoria's Angels, di cui trovate i nomi nell'articolo. Per le immagini ufficiali e i video, purtroppo, bisognerà aspettare il 10 dicembre. Ma siamo sicuri che ne varrà la pena.

 
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News: Ragusa, UCCISO BAMBINO, ritrovato in fondo a un fosso. Morte per strangolamento, possibile violenza fisica. (La Stampa)

Post n°143 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da DukeInformer
 

Un’auto potrebbe portare rapidamente a dare un volto e un nome all’assassino del piccolo Loris Stival. La stanno cercando polizia e carabinieri da poche ore dopo il ritrovamento del cadavere del bambino nella zona del “Mulino vecchio”. Loris vi sarebbe salito a bordo poco dopo che la madre lo aveva lasciato nei presso della scuola.  

 

CACCIA ALL’AUTO  

I cani molecolari che nelle prime ore delle ricerche hanno fiutato una traccia (erano stati portati perfino nell’abitazione della famiglia Stival, in via Garibaldi), a un certo punto del tragitto l’hanno persa, segno - dice una fonte accreditata - che in quel punto il bambino è stato preso a bordo di un’auto, probabilmente di qualcuno che conosceva perché, come hanno più volte sottolineato i familiari, Loris non dava facilmente confidenza, men che mai agli estranei. Anche per questo da tre giorni investigatori stanno setacciando il paese, visionando e acquisendo le immagini tv delle videocamere di sorveglianza di negozi, banche, privati, oltre a quelle comunali sparse per il territorio. E la sensazione è che la caccia sia vicina alla fine. 

 

TELECAMERE AL SETACCIO  

Gli inquirenti sperano anche nel colpo di fortuna: qualche telecamera tra le oltre trenta del paese, a visionarle con pazienza, può regalare un’immagine importante. Si cerca il bimbo in un’auto. Loris infatti è morto per mano di qualcuno che conosceva bene. Così bene da fidarsi di lui, marinare la scuola, e andare via assieme a bordo di un veicolo. 

 

LA PROCURA: “ABUSI NON CERTI”  

La procura di Ragusa ha scelto di tenere una conferenza stampa per lanciare un appello alla popolazione. «Garantiamo al limite anche l’anonimato, ma non crediamo che in un paese di novemila persone nessuno abbia visto qualcosa», dice il procuratore Carmelo Petralia. In paese, ovviamente, monta lo sgomento. E quindi la magistratura, temendo “la caccia alle streghe”, tiene a precisare che l’ipotesi di violenza carnale ancora non si può affermare o smentire, «in attesa della conclusione degli accertamenti peritali». L’autopsia, in tal senso, non sarebbe stata del tutto risolutiva. E’ accertato che il bimbo è morto per asfissia, cioè è stato strangolato e immediatamente dopo gettato nel canalone dove ha battuto violentemente la testa.  

 

NESSUN INDAGATO  

«La Procura indaga per sequestro di persona e omicidio, ma al momento non vi sono persone iscritte nel registro degli indagati», ha detto il procuratore, che ha invitato la popolazione a collaborare: «Ogni indicazione che può essere rilevante per le indagini. Indaghiamo a 360 gradi, non trascuriamo nessuna ipotesi, ma ci sono delle piste privilegiate», ha poi aggiunto il procuratore. 

 

LE IPOTESI INVESTIGATIVE  

L’ipotesi dell’incidente è stata scartata fin da subito per una serie di motivi. Il principale: è scomparso lo zainetto che il bambino aveva sulle spalle quando la madre l’ha accompagnato a scuola e l’ha salutato come accadeva ogni mattina. Dov’è ora lo zainetto con dentro i quaderni, le penne, le due merendine che la mamma aveva amorevolmente infilato tra i libri? Nel canalone dove è stato trovato il corpo di quel cucciolo d’uomo, lo zainetto non c’è. Lo zainetto può diventare la chiave per risolvere il mistero. Si potrebbe trovare un’impronta che non dovrebbe esserci, una traccia genetica, un segno lasciato dall’assassino. È divenuto così importante, lo zainetto, che i rifiuti di Santa Croce Camerina per qualche giorno non verranno portati in discarica. Prima i cassonetti dovranno essere vagliati. 

 
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CALCIO: Alla Juve il Derby della Mole, decide Pirlo a 2" dalla fine. Al Toro resta l'onore delle armi.

Post n°142 pubblicato il 01 Dicembre 2014 da DukeInformer
 

Vince la Juve, ma per questa voltà non si può dire meritatamente. Vince, perdonateci il gioco di parole, con un "colpo gobbo" firmato dall'eterno genio di Pirlo, con il classico tiro della disperazione, più facile da vedere in NBA a 2" dalla fine. Invece, questa volta, il finale da thriller ce lo regala una partita di calcio, una bella partita di calcio, vibrante, viva, giocata a viso aperto fino, appunto, al fischio finale. 

Allegri sceglie di affrontare il derby della Mole schierando la tanto agoniata difesa a quattro, diventata nel corso delle ultime partite un caposaldo più trovato che voluto. Squalificato Padoin, torna sulla sinistra Patrice Evra, centrocampo al completo con Pirlo in regia, Pogba e Marchisio a fare da schermo, e Vidal trequartista alle spalle di Tevez e Llorente. In porta Storari sostituisce Buffon, costretto a dare forfait all'ultimo minuto, complice un problema alla spalla. Ventura risponde con la coppia d'attacco Amauri - Quagliarella, e la consueta difesa a 3 con Maksimovic, Glik e Moretti. Sugli esterni del centrocampo a 5, Darmian e Bruno Peres.

La partita è viva fin dai primi minuti, e ci vuole poco prima che il risultato cambi: al 15' del primo tempo, una punizione di Pirlo da ottima posizione, viene intercettata con un braccio dal El Kaddouri. Orsato non si fa intimorire dagli errori di Torino contro la Roma, e fischia un rigore che, questa volta, appare sacrosanto. Vidal calcia e segna due volte, dopo la ripetizione per sovraffollamento dell'area. Palla da una parte e Gillet dall'altra.

Il Torino, nonostante lo svantaggio, rimane in campo ordinato, riuscendo a contenere gli avversari, che nel primo tempo macinano gioco piuttosto agevolmente come al solito, senza trovare mai, però, la lucidità per la giocata giusta. Proprio da un'azione manovrata della Juve nasce il pareggio del Toro. L'azione bianconera si sviluppa sulla destra palla a terra, il giro palla taglia tutto il campo in orizzontale, e si infrange sui piedi di Bruno Peres, bravo ad evitare il ritorno fisico di Pogba. Da qui in poi la Juve vede nero: Evra è forse un pò troppo alto, e sicuramente ingenuo a non provare nemmeno a stendere il suo avversario, che si allunga palla in velocità e si ritrova davanti una prateria. Ci prova Vidal in ripiegamento, ma poi si butta verso il centro invitando all'uscita (in ritardo) Chiellini, ma l'avanzata di Bruno Peres si conclude splendidamente con un destro in corsa ad incrociare che incoccia il palo, prima di terminare alle spalle di Storari. Il Torino rompe il silenzio alla voce "gol fatti" che durava da ben 12 anni, con un gol a dir poco stupendo. Il gol subito pesa sulla Juve, che da qui in poi sarà confusionaria e faticherà tantissimo a trovare una vera idea di gioco. Molto bene invece il Toro, che prende fiducia e chiude tutti gli spazi, accorciandosi fino a trequarti campo con tutti gli 11 effettivi in fase difensiva, e pronto a ripartire al primo accenno di tentennamento bianconero. Il secondo tempo è una fucina di emozioni, sulla base di questo schema tattico, e i granata sprecano due palle gol nitide, con Quagliarella che bacia il palo calciando in scivolata, e Benassi che attende un attimo di troppo al termine di un bellissimo contropiede, e si fa anticipare da Vidal. Pesa per la Juve il doppio giallo a Lichsteiner, ricevuti in pochi minuti. Generoso il secondo, ma l'entrata lontana dalla porta è uno schiaffo ai fondamentali. Entra Ogbonna per Tevez (maluccio) e Allegri passa alla difesa a 3, con il neoentrato Morata unica punta. Sembra tutto finito, dopo qualche tentativo di contropiede mal gestito dal Toro, e una Juve che ormai ha più paura di perdere che voglia di vincere. Invece cambia ancora la partita, al minuto 93. Spiccioli di partita ancora sul cronometro, Morata scambia al limite con Vidal, che premia l'inserimento di Pirlo, destro dalla distanza e palla che si infila nell'angolo basso alla destra di Gillet, dopo aver superato senza deviazioni almeno 3 paia di gambe. Beffato il Torino, che esce dal campo sconfitto con l'onore delle armi, e dopo aver dimostrato che i 19 punti di scarto non sono forse una fedele rappresentazione del vero divario tra le due squadre, piuttosto che della capacità della Juve di dar maggiore continuità di risultati. Con la vittoria di ieri la Juventus mantiene il distacco di 3 punti sulla Roma, che ha vinto 4 - 2 contro l'Inter di Mancini. 

E la sensazione è che, a prescindere dagli avversari, il campionato continuerà ad essere un affare a due per tutta la stagione.

 
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USA: dopo Michael Brown, altra uccisione in Missouri. Ucciso un 23 enne di St. Louis.

Post n°141 pubblicato il 22 Agosto 2014 da DukeInformer
 

La fiera del paradosso sta andando in onda nelle ultime ore in America: armi affidate a cowboy scellerati dal grilletto fin troppo facile. Non è abuso d'ufficio è omicidio volontario, da parte di uomini che hanno agito "to protect and serve" loro stessi da un nemico poco più che immaginario, lasciato a terra morente senza il minimo interesse per la vita umana. Come nel caso della seconda vittima partorita dagli scontri di questi giorni, conseguenza dell'uccisione di Michael Brown avvenuta il 9 agosto a Ferguson (Missouri). Questa volta la vittima è un 23 enne di St. Louis. Nessun tentativo di rianimazione, nessuna possibilità di scampo. Era giusto che morisse, abbattuto per aver sfidato il sistema. Ancora una volta torna alla ribalta il caso sull'utilizzo (oltre che sul reperimento) delle armi da fuoco nel paese dello Zio Sam. Questa volta però gli assassini-ma-innocenti-fino-prova-contraria non sono squilibrati malati di mente, che armati fino ai denti sono scesi in strada o entrati in una scuola o campo sportivo iniziando a sparare in nome di chissà quale ideale. Bensì poliziotti, uomini di legge, che non hanno perso tempo a stroncare la vita di due giovani ragazzi, il primo reo di aver rubato da un negozio una scatola di sigari del valore di 50 dollari, il secondo colpevole di averli additati come assassini avvicinandosi alla volante con un coltello, di dimensioni paragonabili a quelli presenti in ognuna delle nostre cucine, solitamente utilizzati per pelare le patate. Non siamo pacifisti incalliti, e siamo assolutamente convinti nel sostenere che l'uso delle armi debba essere consentito alle forze dell'ordine con canoni sicuramente meno rigidi di quelli imposti alle forze dell'ordine italiane, che spesso e volentieri sono obbligate dal codice penale a difendersi a colpi di pernacchie da soggetti che lanciano loro qualsiasi tipo di offesa verbale, fisica e armata. Ma così pare, francamente, un pò troppo. Che una pistola possa essere puntata da un rappresentante della legge minacciato, verso un ragazzino con in mano un coltellino svizzero, va oltre ogni più fervida interpretazione del concetto di difesa. Tanto più se poi vengono esplosi sei colpi, da distanza ravvicinata, tutti per uccidere. Che bisogno c'è? Come può essere considerata la giusta reazione all'offesa ricevuta? La polizia offre un servizio di difesa ai cittadini, intesi nel loro senso più ampio, come appartenenti a una comunità. E se quei cittadini sbagliano è giusto che siano fermati, anche in modo vigoroso. E che diamine! Ma la giustizia da marciapiede non può e non deve (più) esistere. Lo sceriffo con baffoni e pistolone, deve essere sostituito dal tutore, perché i "cattivi", in uno stato di diritto, vanno presi e rieducati.  Se preferite un gergo da serie televisiva, "sbattuti al fresco" a meditare. Non uccisi in mezzo alla strada. Ci si deve riconoscere in quegli uomini in divisa, perché rappresentanti del bene assoluto, dell'offerta d'aiuto di cui prima o poi tutti avremo bisogno, di quel senso di supporto reciproco che nasce e si sviluppa tra coetanei e consanguinei, e si consacra nel distintivo che legittima un uomo a rischiare la propria vita per l'equivalente a stelle e strisce di 1200€ mensili, pur di servire e onorare qualcosa che fisicamente non si può nemmeno toccare, che è lo Stato. Con tutto ciò che ci sta dentro.

Non ci si può permettere di non potersi più identificare in quegli uomini, che reagiscono istericamente alle proteste, sparando per dimostrare chi è che comanda. Perché così si inverte tutto. Così si azzera tutto. E di questo lusso, adesso, non ci è dato godere.

 

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Calcio: il Milan cede Balotelli. Dopo il City, Mario torna in Inghilterra. Sarà Liverpool.

Post n°140 pubblicato il 21 Agosto 2014 da DukeInformer
 

Mario Balotelli al Liverpool è cosa fatta. Il neo 24 enne attaccante del Milan passerà nelle prossime ore ai Reds allenati da Brendan Rodgers, da tempo in cerca di un sostituto per l'ormai ex Luis Suarez, passato al Barcellona per la cifra record di 80 milioni di euro.

Secondo gli ultimi particolari emersi riguardo la trattativa, il trasferimento di Balotelli porterà nelle casse del club rossonero 22 milioni di euro, permettendo alla società milanese di chiudere la propria storia d'amor e odio con l'attaccante della nazionale quasi in pari, a fronte della spesa per il suo acquisto di 23 milioni più bonus un anno e mezzo fa. Niente male, considerato il cammino mondiale negativo, che avrebbe potuto influire (e non poco) sulla valutazione del cartellino. Rifiutata quindi la prima offerta prevenuta dall'Inghilterra, prestito con diritto di riscatto. No secco della dirigenza milanista: la proposta di cessione sarebbe stata valutata solo in caso di trasferimento a titolo definitivo.

Liberatosi un posto nel parco attaccanti a Milanello, Galliani avrebbe sondato l'attaccante colombiano in forza al Porto Jackson Martinez, autore di un grande mondiale, ma già da tempo nel mirino di grandi squadre (era stato sondato dal Napoli lo scorso anno, ma la valutazione di 40 milioni aveva raffreddato l'interesse). Ora il giocatore sembra alla ricerca di una piazza rinomata, e il Milan potrebbe essere un'idea stimolante, specialmente in un anno additato da tutti come quello della rinascita. Il prezzo del cartellino del giocatore si è leggermente abbassato, ma resta comunque una clausola rescissoria da 30 milioni di euro, che in questo periodo di ristrettezza economica potrebbe configurarsi come un ostacolo insormontabile. Resta apertissima la pista Cerci, per consegnare ad Inzaghi l'attaccante esterno più volte richiesto. Il Milan, nei giorni scorsi, avrebbe già avanzato un'offerta da 12 milioni, rispedita al mittente da Cairo. Con il tesoretto Balotelli, si fa concreta la possibilità che tale offerta possa essere aumentata. Ma occhio al presidente del Toro: più di una volta Cairo si è dimostrato astuto nel mercato delle cessioni. Il malcontento maturato dalla cessione di Immobile al Borussia Dortmund per una cifra considerata non adeguata, potrebbe portare la trattativa su basi economiche diverse, con il Torino che consapevole della nuova possibilità del Milan di investire, forte di una posizione che non li obbliga a cedere a tutti i costi il suo gioiello più splendente, potrebbe alzare notevolmente la base d'asta. 

 
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