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Malattia

Post n°228 pubblicato il 25 Luglio 2011 da Nereide_81

Adesso invece di essere malata solo mentalmente, lo sono anche fisicamente. Sto proprio a posto. E di una malattia cronica progressiva poi.

Tutto questo mi legittima ad essere un po' pazza no?

E quindi non m'interessa se sicuramente non sei tu, non m'interessa se non hai nulla a che fare con me. Abbiamo fatto le 3 del mattino per due sere consecutive bevendo birra e fumando, mi sono dimenticata che queste cose non potrei farle, mi sono dimenticata anche della malattia, e questo, sai, capita molto raramente.

Ho visto il modo in cui mi hai detto che ti piaccio, con una decisione che non mi aspettavo da te. Ho capito che l'insicurezza è solo una piccola parte di quello che sei. Ho visto che anche quando sei terribilmente serio, con quell'espressione profonda, basta un mio sorriso e tu, di rimando, sorridi a tua volta. Così, adoro distrarti quando parli di cose importanti e ti stai concentrando, adoro il fatto che ti sciogli, e compare quel guizzo sincero nei tuoi occhi. Vorrei farti sorridere così sempre. E vorrei che quella notte di chiacchiere non fosse finita ancora, perché era una vita che non riuscivo a comunicare tanto bene con qualcuno, e mi ero dimenticata che a volte succede. Sono tornata a letto con una stupida emozione addosso, con la certezza che a te non era mai successo prima.

Sono passati 6 anni almeno, eri un ragazzetto. Io invece ero già donna sotto tutti i punti i vista, anche se sono pochissimi gli anni che abbiamo di differenza. Sai che penso che, nonostante questo, in qualche modo mi piacessi già, mi facevi simpatia. Non avrei mai immaginato che mi sarei avvicinata a te così tanto, in un futuro e in uno spazio così distanti. Eppure è successo.

E' passato tanto tempo, tu hai attraversato un brutto incidente, la tua prima convivenza. Sei entrato nella stanza, hai detto ciao Marta. Io ho pensato a quanto cazzo sei cresciuto, cioè sì, adesso sei un uomo fatto, con le spalle enormi come piacciono a me, ma anche la faccia. Non sorridi più. Cosa c'è che ti impedisce di sorridere? E poi capisco tutto. Non sapevo del coma, dei debiti, di tutto. Mi sembra stupidamente di essere mancata, eppure non eravamo così vicini, non avrebbe avuto senso.

Mi sembra di sentirti vicino, e gioco con i tuoi sguardi. Quella notte mi hai chiesto se davvero l'ho sentito anch'io. Come potevo non sentirlo? Non solo l'ho sentito, penso addirittura di averlo in qualche modo creato, nello stesso istante in cui ci siamo rivisti.

Ne posso avere quanti voglio, ma tu sei stato diverso fin da subito, è scattato il mio gioco, però...poi ho scoperto la tua testa, bella, idiota, dolce, di cazzo. E ho sentito che valevi ben più di una chiacchierata.

In due settimane hai rovesciato la tua vita per qualcosa che sai che non posso darti. Dici che l'hai fatto solo per te stesso, perché eri infelice e io ti ho fatto capire delle cose. Spero che sia così.

Ma non cambierei per niente al mondo i tuoi sorrisi, il fatto che ieri, sotto alla coperta, con il temporale che sbatteva alle finestre, mi hai preso la mano e mi accarezzavi la schiena. Hai cominciato ad annusare la mia pelle, piano, poi forte, come se volessi riempirti i polmoni del mio odore. Non sei un uomo fatto, ma quando lo sarai sarai bellissimo. Perché potevi fare mille cose stupide e banali, e invece hai voluto portare via con te l'odore della mia pelle. E questo va oltre a quello che la maggior parte degli uomini abbia fatto per me.

Ti penso. E ho paura di me, anche se ti ho detto che tu non dovresti averne.

 
 
 
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Mi dispiace, oltre ad essere socialfobica, sono fondamentalmente un'asociale. La diffidenza è una caratteristica pregnante della mia personalità. Non sono tipa da quattro chiacchiere, o frasi smielate. Scrivo perché mi fa bene, tutto qui. Non m'interessa di fare nuove amicizie. Sono una persona molto indipendente, ma fragile. Molto fragile. E forse anche molto forte. Mi piacciono le cose vere della vita. Le emozioni, la schiettezza, odio la formalità e le prese di posizione. Il virtuale è solo un modo per fare il punto della situazione.
 
 
 

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