Ambrosia e cicuta
Vorrei che la moralità fosse una stella filante, da soffiare e sciogliere al vento
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Post n°232 pubblicato il 25 Marzo 2012 da Nereide_81
Vorei poter scrivere di te ma mi fa troppo male e non so se ci riesco. Credevo di essere una donna...e invece hai visto, ero una bambina. Una bambina che aveva provato tutto, tranne l'amore vero, quello che ti fa venir voglia di costruire una famiglia, sposarti, e mettere su casa. Me l'hai fatto provare, caro S. S. come stronzo, cos'altro?
E pensare che non ti volevo, eri troppo vecchio, pesante, e baciavi anche male. Ti prendevo in giro con le mie amiche. Sono anche stata con altri, un paio di volte.
Non doveva essere una storia seria.
E poi puf. Mi sono innamorata. Che buffo, a dirlo così. Tragicamente buffo. Ho ceduto al desiderio di essere qualcosa, un insieme per sempre. Ho indossato quell'anello che quando me l'hai dato neanche volevo vedere. Siamo andati a vivere insieme e ho allestito con cura tutti i mobiletti della cucina, imparando ad essere una donna. A fare una lavatrice. A cucinare. A fati trovare tutto ordinato e accogliente.
Ho conosciuto i tuoi, ho partecipato alle feste in famiglia. Ho detto addio alla mia vita sfrenata, ai fine-settimana divertenti. Ho adottato la politica del film in dvd, o della pizza a domicilio. Apprezzavo i nostri giretti pallosi della domenica, la colazione a letto, il nostro cane che ci guastava i programmi, e che saltava sul letto per giocare.
Sono stata fedele, anche quando il sesso ha cominciato ad essere meno frequente, perché i problemi sul lavoro ti facevano venire subito, e diventava complicato e imbarazzante.
Ho sopportato le tue sessioni infinite ai videogiochi, e il calcio, la formula UNO, Valentino Rossi, e tutte queste minchiate.
Ho ascoltato le tue ripetizioni, e accettato i tuoi ostinati silenzi, anche quando avevo voglia di parlare di me fino all'alba. Perché di me non parlavamo mai. E neanche di te, se è per questo. Non parlavamo, punto.
Tu, piantato per terra, noioso e perfino banale, io perennemente per aria, persa nei miei squilibri e nelle mie emozioni.
Eppure, ti amavo. Ti amavo tanto. Non so dirti perché, S. C'è davvero bisogno di spiegare il perché di un amore? Quello che so è che era forte, genuino, leale. A volte ho desiderato di non esserci invischiata, perché mi sentivo infelice e incompresa, ma l'amore è sempre stato maledettamente più forte.
TI ODIO. |
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