Ambrosia e cicuta
Vorrei che la moralità fosse una stella filante, da soffiare e sciogliere al vento
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Post n°188 pubblicato il 15 Aprile 2008 da Nereide_81
Insomma, la serata si ripete. Mi sento strana. Chiaramente non sono più abituata a parlare con un uomo che non conosco, in questa maniera. Ha un accento stupendo. Ho messo in chiaro che non ci sono ambiguità, che si tratta soltanto di una serata amichevole. Eppure, capisco che lui non ci rinuncia, in fondo. Non fa nulla di imbarazzante, non mi mette tensione. Eppure la tensione c'è. Ho tanta voglia di parlare. Anzi, ho più voglia di chiedere. E' tanto che non entro a far parte di un nuovo mondo. Così passano le ore. Tante ore. Fino al momento in cui ci salutiamo. E' bello. Davvero bello. Bello in quel modo che di solito non mi piace. Bello in quel modo che mi fa sentire imperfetta. Molto più bello, di me, di quella stanza, delle chiacchiere che sono da una parte troppe, dall'altra troppo poche. Come vorrei continuassero. Come vorrei che la moralità fosse una stella filante, da soffiare e sciogliere al vento. Ma no. La moralità non è colorata. E' scura, e non scherza. Non vola. Non ride, ma nemmeno piange. E' la mia casa, le pareti, lo svegliarsi nella notte e abbracciarsi (patetico, no? E meraviglioso). Lo lascio andare e la fantasia corre. Ora lo so, chi sono. |
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