Attendo davanti al portone, quello bello, intagliato
quello colmo di scritte sull'amore eterno, tzè amore eterno,
che grande stronzata questa credenza.
Insomma sono lì, con il ragnetto nella teca che il mio amico Marius
ha disegnato apposta per lui e sorrido vedendolo felice
intessere lavorare e stare lì a ciodoloni nel suo piccolo mondo antico.
Non vi ho detto il mio nome, forse, sorridendo lo dico,
l'ho voluto omettere perchè pensavo fosse quasi scontato
come mi chiamassi,
insomma mi chiamo Spider, si direte voi un nome maschile
e forse poco adatto ad una donna,
forse collegata più ad un auto che ad un'essere vivente piena
di respiri e lacrime, ma nella mia famiglia nulla è realmente normale.
Altra Lucky che finisce sotto i tacchi e un'altra visita le mie dita
e le mie labbra.
Mi chiedo che stanno facendo quelle due, son sempre in ritardo.
Ed io fremo per salire e andar via.
La vita mi sarà meno difficile a vederla da lassù, fra quelle dune rosse.
Spazientita, ecco cosa sono.
Ragnetto continua imperterrito a disegnare fili d'argento,
ed io consumo le mie Lucky.
Uffa.
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