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I "COMPAGNI CHE SBAGLIANO"

Post n°391 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

Il terrorismo rosso, in questo Paese, è forse l'unica cosa che non è mai stato fatto "all'italiana". Questo nonostante i brigatisti fossero, nella maggior parte dei casi, figli di papà imbecilli e pseudointellettualini annoiati che giocavano alla rivoluzione. Il linguaggio delirante dei loro comunicati sarebbe un importantissimo esempio di satira involontaria, se questi non avessero anticipato o fatto seguito ad omicidi di persone inermi, ritenuti non si sa bene perché, dalle menti malate di questi rivoluzionari da due-palle-un-soldo, dei "nemici del popolo".

Discorso a parte, e doverosa parentesi, per il terrorismo "nero", che agli omicidi mirati ha sempre preferito le stragi di matrice - oggi diremmo - musulmana: ovvero il colpire nel mucchio, senza preoccuparsi di assassinare donne o bambini. E' il caso di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, dell'Italicus e della stazione di Bologna. Del resto, negli anni 70 e 80 i legami tra l'estremismo di destra e i gruppi arabi era fortissimo. I fascisti neri sono antisemiti da sempre, mentre i fascisti rossi - pur storicamente filopalestinesi - lo sono diventati solo di recente, forse per invidia dei "colleghi" che si trovavano da maggior tempo ad un livello più alto di idiozia. Chiusa parentesi.

Tornando al terrorismo rosso, gli intellettualini decerebrati dei salotti dell'epoca (e chi scrive ne ha conosciuti parecchi) hanno dapprima denunciato "oscure manovre dei servizi deviati" e, successivamente, dovendosi arrendere all'evidenza, li hanno classificati "compagni che sbagliano" e si sono comunque arrampicati sugli specchi per cercare di dare una giustificazione, anche stiracchiatissima, al loro operato. Solo in tempi recentissimi si sono ravveduti, fatto salvo un pugno di "irriducibili" del cretinismo di sinistra che ruotano intorno a Rifondazione e ai Comunisti Italiani, ma che stanno per essere isolati anche da quei partiti.

Nel frattempo, a quasi quarant'anni di distanza dalle prime seghe mentali (mortali) di Renato Curcio e compagnia, i "compagni" continuano a sbagliare. Dando in questo modo ragione al compianto Cesare Pavese che ammoniva: Gli errori ci servono esclusivamente per capire come sbaglieremo la prossima volta.

E sbagliano due volte, i compagni: una volta "sciaguratamente" e una "per fortuna".

Sciaguratamente sbagliano perché, non riconoscendo gli errori dei loro predecessori, ritengono che in Italia sia possibile sollevare le masse in una rivoluzione. Era impossibile trent'anni fa, quando ancora esisteva l'Unione Sovietica e molti comunisti credevano in buona fede al "Paradiso dei lavoratori" (nonostante i Fatti d'Ungheria e la Primavera di Praga avessero dovuto dare un violento scossone alle loro convinzioni). Lo è a maggior ragione oggi, che il comunismo reale non esiste - deo gratias - più e che, soprattutto, è stato finalmente riconosciuto a livello universale il suo vero volto: quello di una dittatura feroce alla pari, se non superiore, di quella nazista. E sciaguratamente sbagliano pensando di poter fare qualcosa di diverso - imbracciando le armi - da un sacco di danni.

Invece sono "compagni che sbagliano" per fortuna, perché sono talmente imbecilli che, nonostante tutte le precauzioni, si fanno sempre beccare. E questa volta li hanno presi prima di far fare al povero Ichino la fine di D'Antona e Biagi.

Avvertenza: fare il giuslavorista ed essere consulente del Ministero del Lavoro è un mestiere rischioso in questo Paese. E' molto più sicuro andare in curva sud all'Olimpico, durante il derby, e urlare "forza Lazio!"

Sintomatico poi che gran parte degli arrestati si muovesse nell'ambito dei centri sociali, da sempre ricettacolo di spostati e di violenti, "tana" dei fascisti rossi, no global d'accatto e pacifisti alle vongole, specializzati nel trasformare le manifestazioni pacifiche in battaglie con la polizia e nel distruggere e/o incendiare auto, negozi e quant'altro. Più che pacifisti, nipotini degnissimi di quell'Autonomia Operaia dei vari collettivi delle varie vie dei Volsci, che tanto diedero, in personale, appoggio e coperture, alle Brigate Rosse storiche.

Claudio Latino, il capo della colonna milanese, ne aveva addirittura fondato uno, di questi covi di delinquenti: il Circolo Ilic, in viale Sarca. Ufficialmente specializzato in proiezioni, dibattiti e altre attività culturali, in realtà - come la maggior parte degli altri centri sociali - "ufficio di reclutamento" per gli imbecilli fascisti rossi di cui sopra, che volevano fare il "salto di qualità"  e passare dal teppismo da week end e/o da manifestazione alla lotta armata. Si sa che il fucile o la pistola sono vissuti, psicologicamente, come un prolungamento del fallo anche dai cretini di sinistra. E sono molto più funzionali dell'abituale spranga o del sanpietrino.... o dell'estintore, che portò una sfiga pazzesca al "povero martire pacifista (col passamontagna)" Carlo Giuliani e, pertanto, è stato bandito ufficialmente dall'elenco delle armi improprie utilizzabili. Elenco reperibile in qualsiasi centro sociale, insieme al manuale di guerriglia urbana e alla guida agli avvocati del "movimento".

Penso che la prima mossa di un governo assennato dovrebbe essere quella di chiudere questi maledetti centri sociali "senza se e senza ma". Trasferire la maggior parte dei frequentatori nelle patrie galere e - come si suol dire -  buttare via la chiave. Forse non sarebbe la sconfitta definitiva del terrorismo, poiché la madre degli imbecilli è sempre incinta, ma si eliminerebbe senza dubbio un magnifico terreno di coltura. E si potrebbe recuperare un buon numero di strutture okkupate e degradate, destinandole ad usi più civili che quello, umiliante, di ricettacolo di marmaglia che sono oggi.

E' invece un fatto nuovo e piuttosto singolare che stiano emergendo collegamenti tra i brigatisti e la criminalità organizzata. Segnatamente, si parla di contatti e accordi con la famiglia Belfiore, della 'ndragheta calabrese. Ovvero, quanto di più antitetico esiste rispetto alle istanze storiche della sinistra e anche del terrorismo di sinistra. E' evidente che gli opposti si attraggono e ci chiediamo, a questo punto, a quando un "gemellaggio" anche con gli ultràs pallonari?

Post Scriptum: Uno dei capi dei fascisti rossi, Luca Casarini, ha assicurato che la manifestazione antiamericana di Vicenza sarà assolutamente pacifica. Vedremo se saprà (o vorrà) veramente tenere a freno la sua marmaglia. Si accettano scommesse.

 
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