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RIMBOMBI TRA I CALANCHI

Oggi, come premio per la pagella fenomenale di Balboa, siamo andati allo zoo di Pistoia. Giornata un pò fredda, ma con un sole spettacolare.
Per inciso, lo zoo non è granchè, ma ai vermi è piaciuto molto, pertanto main target raggiunto.

Intorno all'una, al termine della visita, con quell'aria frizzantina cominciavo ad avvertire un certo languorino da verro selvatico, per cui abbiamo imboccato la Porrettana e ci siamo messi in cerca di una trattoria col classico Menu Lampadario (*) dell'Appennino, cioè un bigoncio di carne bisunta alla brace annegata nel vino rosso.
Dopo Signorino, una deviazione indicava Spedaletto e il Ristorante Al Lago, e l'abbiamo presa, alèz!

500 m e siamo arrivati in questo tipico locale da alto Appennino, cioè un ributtante incrocio tra un bunker della Wehrmacht ed un collegio punitivo gesuita. Ha però la particolarità di un laghetto ghiacciato, che nella bella stagione, dopo aver opportunamente ripescato e macellato a tranci i cadaveri dei clienti ubriachi, viene usato come riserva di pesca.

All'interno il cameriere, stranamente gentile per essere un toscano, ci ha fatto accomodare nell'unico tavolo libero, cioè a due metri dalla porta esterna e vicino ad una comitiva di 80 pistoiesi urlacchianti.
Le premesse erano tali da farmi presagire un piccolo inferno.

Invece, abbiamo mangiato e bevuto alla grande, senza aspettare molto e senza alcun disagio.
Ficattole (cioè crescentine) saporite ma leggere, con un crudo buonissimo leggermente pepato.
E poi un trionfo di grigliata mista con pollo alla diavola, salsiccia toscana (quella un pò rossa), rosticciana e tagliata di manzo. Più patate al forno, ovviamente.
I ragazzi mangiavano alla grande, rosicchiando persino le ossa, e io potevo scorreggiare con tutt'agio delle crepitanti raffiche di Schmeisser, col culo a pochi centimetri dal tavolone dei toscani, che alimentavano così i loro guaìti da canidi con grandi boccate di merda vaporizzata.
Balboa non ci credeva ma, dopo avermi appoggiato una mano a mò di sensore sotto le chiappe, si è dovuto ricredere.

L'aria di montagna è veramente miracolosa, per il meteorismo intendo.
Ad un certo punto ho accompagnato i vermi al cesso, e mentre aspettavo che finissero di orinare, una ragazzina è uscita dal bagno delle donne.
Credendo di avere campo libero, ho quindi accostato l'ano alla porta in tamburato dietro cui pisciava la mia prole, ed ho tirato una castagna rumorosissima di almeno 5 secondi, amplificata per il rimbalzo contro il legno (trucco vecchio ma sempre efficace).
Mentre aspettavo sghignazzando come un ebete, una seconda ragazzina è uscita dal cesso, e senza lavarsi le mani nè alzare gli occhi dal pavimento, se n'è andata teschiata come se avesse appena visto Linda Blair vomitare verde.

Anche i dolci, punto debole di molti ristoranti di ogni livello, erano buonissimi.
Caffè e conto: 66 euro in quattro, facciamo anche in tre visto che i bimbi mangiano meno, e sono 22 euro a testa.
No comment.

Per rientrare abbiamo proseguito per la Porrettana fino a Casalecchio.
Conosco ogni curva, così come di molte altre strade tra Emilia Romagna, e quando sono qui mi sento sempre in pace.

Avrei solo voluto salire su un K 250 e imboccare uno di quei sentieri in mezzo ai calanchi.

Mah...

(*): è detto lampadario per la caratteristica fioritura di emorroidi di forma omologa che lo stesso provoca inevitabilmente il giorno seguente.