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CENE E PRANZI PRE-NATALE

A quanto mi sembra, premettendo però che la mia memoria ha buchi grossi come quello del culo di Malgioglio, mai come in questi ultimi due-tre anni si sta diffondendo la mania delle cene di gruppo pre-natalizie.

La cosa fantastica è che quasi mai vengono organizzate con gli amici storici, quelli di sempre intendo, ma sono sempre happenings aziendal-sportiv-hobbistici.
In sostanza, in molti casi, ti trovi a condividere forzosamente una serata con persone delle quali in fondo non te ne frega un cazzo.

Per meglio precisare, tanto lo so che poi vi incazzate, voglio dire che in un gruppo medio di 15 persone, ce ne sono 2-3 a cui teniamo, 3-4 così così, e 8-10 che conosciamo magari anche poco.
Ed io, devo ammetterlo, di socializzare con estranei - arrivato a questa età - me ne sbatto sinceramente i coglioni.
Ho bisogno di tempo, di voglia, di andare per gradi.
Ho bisogno di capire se quella persona mi piace o no, se sia o meno una testa di cazzo.
E una cena o una festa non sono l'occasione giusta per mostrarti il lato vero delle persone, anzi.

Così mentre siamo lì, a spargere sorrisi più o meno falsi (quelli che ad un certo punto ti accorgi che ti fa male la faccia), magari seduti vicino ad una persona di sesso opposto sconosciuta e che non ispira nessun interesse - per non parlare di eventuali parole - le persone che amiamo davvero sono impegnate in una cena analoga in qualche altra parte del mondo. 

Ci sono quelli che riescono a fare i simpatici, raccontando cosa gli è successo durante le vacanze, con grida belluine e risate alla Joker (quello interpretato da Jack Nicholson).
In realtà stanno pensando che devono andarci piano con il pinot nero, altrimenti l'indomani potranno giocare a poker con le proprie emorroidi durante la riunione-fiume sul budget.
E intanto le due vicine di posto fingono di ascoltarlo divertite, ma i loro sogghigni sono dovuti al pensiero, curiosamente simbiotico, che il tessuto della gonna della mora al banco è così liso che forse potrebbe anche cagarci attraverso.

Io ho sempre trovato queste rappresentazioni estremamente faticose.
E' un mio limite, l'ho sempre avuto, ma più passano gli anni meno ho voglia di applicarmi ad un'attività capace letteralmente di sfibrarmi.

Lo ripeto però, non è sempre così.
Ad esempio le cene con i miei (ex) colleghi mi piacciono.
Casomai lì il rischio è diverso, magari può essere la tristezza del constatare che la non-frequentazione ci sta lentamente dividendo.
Ma questa è un'emozione sincera e quindi ci può stare.
Anche la Delez-cena mi è garbata - ho conosciuto gente di cui avevo sentito parlare un sacco di volte e sono pure stato premiato...

Per fortuna, con l'età almeno sto imparando a dire di no, qualche volta.