noeasywayout
Quelli che sognano di giorno sono consapevoli di tante cose che sfuggono a quelli che sognano solo di notte. (Edgar A. Poe)
Post n°696 pubblicato il 16 Luglio 2013 da sciffo
With a vow to defend No retreat, baby, no surrender
(...)
Nel frattempo le ore passano, le maglie bianche stanno debordando per tutta la piazza. Non è possibile trattenere il sorriso nel trovarsi di fronte, magari senza preavviso, alcune grinte a dir poco spettacolari, sembrano i componenti invecchiati della banda della Magliana in un documentario su History Channel, altri degli evasi da un manicomio - forse lo sono. Qua e là, spunta anche qualche viso da bravo “ragazzo”, un po’ in soggezione davanti alla torma di cinghiali. Hanno la stessa espressione esterrefatta di quando si presentarono al loro primo allenamento. Per dirla tutta, vedo la jersey anche addosso a qualcuno che so bene non essere mai sceso in campo, neppure in panchina: qualcuno di loro è visibilmente a disagio, altri meno, ma tutti sono fuori contesto, come degli imbucati ad un compleanno dove non conoscono il festeggiato.
Ma proprio mentre sto per addentare un provvidenziale panino, arriva il momento della foto di gruppo, e devo così abbandonare ogni speranza di mettere nello stomaco qualcosa che contrasti i montanti effetti dell’alcool. E soprattutto di quelle mischie terrificanti che si creavano ad ogni placcaggio sulla linea di scrimmage, in quel nostro football old style, dove risalivi il backfield solo per trovarti disperatamente sepolto sotto un cumulo di triceratopi sprigionanti eau da toilette ”Chanel 4° quarto”. Dopodichè, con fatica organizzativa notevole, veniamo inquadrati in file di sei, rigorosamente (o quasi) in ordine per numero di maglia. A sinistra invece mi compare all’improvviso Donato il Giaguaro, che non avevo ancora incontrato, e mi tornano in mente alcune serate selvagge che iniziavano a casa sua, con una grigliata a base di salsicce semicarbonizzate e pasteggiando con oscene vodke alla pesca, i cui nefasti effetti sul fegato sono avvertibili ancora oggi.
Ci schieriamo allineati in formazione dog’s dick sul centro del campo, e vengono posate sul prato, perfettamente tirato, le maglie dei giocatori e dei dirigenti che non sono più tra noi. Sono undici, maledizione, mica pochi. Ma è quasi ora di kickoff. E’ un tipo di football molto diverso dal nostro, molto più spettacolare, per carità, ma anche molto meno fisico, e il ritmo delle segnature è talmente elevato che sembra di assistere ad una partita di basket. Ma la verità è anche che non me ne frega assolutamente niente, stasera sono qui per vedere gli amici, il resto è puro contorno. E così, un minuto dopo sono al bar con Lorenzo, e in un walzer di birre a stomaco vuoto, ricostruiamo il vuoto di informazioni su quel che abbiamo combinato negli ultimi vent’anni.
|
Post n°695 pubblicato il 15 Luglio 2013 da sciffo
Well, now young faces grow sad an'old And hearts of fire grow cold We swore blood brothers against the wind Now I'm ready to grow young again
Ventidue anni.
Faccio il conto del maledetto tempo che passa, sempre più subdolo e bastardo, mentre guido verso l’appuntamento fissato ai giardini dell’Acquedotto. Ebbene si, sono già passati ventidue anni da quando sono uscito dal giro della squadra. Sono tanti, cazzo. Sono pochi minuti di auto, ma il tempo si fa adesso relativo, mentre con la mente ripercorro con precisione il roster della “mia” squadra, quella di metà anni ’80, ruolo per ruolo.
Comunque sia, ormai ci sono: troppo tardi per ogni ripensamento, se mai ce n’è stato davvero uno. Essendo l’invito esteso a trentatre anni di giocatori, ci sono anche quelli delle generazioni successive. Alcuni li conosco altrettanto bene per averli allenati, altri invece, più giovani, non li ho mai incontrati prima, ma quella maglia ci accomuna tutti, e provo un’empatia per me insolita anche per i volti che non conosco.
E nel fondo di quegli stessi sguardi, potranno passare anche cent’anni, ma saranno conservati per sempre quei momenti, e la stilla di quella fiducia. Perché anche nel vivo della battaglia, le debolezze di ciascuno messe inesorabilmente a nudo, abbiamo continuato a combattere insieme, fidandoci e sostenendoci l’un l’altro. A volte abbiamo vinto, altre perso, ma senza mai nascondersi: non c’era alcun posto dove farlo, sul gridiron. Sono stati anni passati ad alternare allenamenti in campo a pomeriggi in palestra, sempre assieme, a litigarsi i dischi di ghisa da 20 kg per gli stacchi, le estati sul campo d’atletica, le sbronze, le partite a touch football spaccandosi le ossa, cose che non si possono dimenticare. E infatti lo stesso affetto provo per i compagni dell’attacco, ci si menava come fabbri in allenamento, ma con il sorriso dietro la mascherina, e sapevamo bene che, al momento giusto, avrebbero dato tutto per segnare, anche perché nessuno li avrebbe mai picchiati forte quanto noi, e viceversa. Li guardo e, come già mi è successo, mi chiedo se il nostro ruolo in campo, attaccante o difensore, non si sia riflessa poi anche nelle scelte di vita successive di ciascuno di noi. |
Post n°694 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da sciffo
Non so come li ricorderò a dieci, forse vent'anni da oggi - ammesso di esserci ancora. Il mondo intorno sta cambiando, è un processo iniziato già da tempo ma forse iniziamo a rendercene conto davvero solo di recente. L'unica cosa sicura è che possiamo solo cercare di mantenere la barra del timone il più salda possibile. Ci occorre anche un'idea di futuro, un obiettivo. Quando ascolto uno dei tanti leader politici europei, mi faccio l'idea che loro pensino a un mondo di soldatini di piombo, impiegati di banca o dipendenti pubblici, buoni consumatori di prodotti delle multinazionali, diligentemente tassati, la cui grigia vita sia dedicata al mantenimento dei privilegi cardinalizi di pochi, pseudo-illuminati oligarchi. E' questo che vogliamo, a cui aspiriamo? Si, di persone con il sogno di essere soldatini di piombo ce ne sono tante, ma non abbastanza.
|
Post n°693 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da sciffo
Perchè, allora, un adulto di mezz'età dovrebbe avvicinare il judo? Yin e Yang, luce ed ombra, giorno e notte, bene e male, vuoto e materia. L'universo. Il miglioramento che si ottiene con la pratica assidua dei kata negli altri aspetti del judo, randori e combattimento, sia pur lento ed inizialmente non percepibile, è incredibilmente profondo, ed irragiungibile in altro modo. Ma la verità ultima è che, oltre la ricerca della perfezione nella forma, il kata è un rifugio da tutto ciò che di spiacevole e inutile esiste nel mondo, un luogo spazio-temporale dove non esiste altro che il "qui ed ora", un respiro libero in armonia con il Creato, il che non è altro che il cuore della filosofia Zen. |
Post n°692 pubblicato il 19 Gennaio 2013 da sciffo
I live for my dream and a pocketful of gold
O forse è solo l'età che avanza, non ti concentri più sull'urlo del motore che accelera, anche perchè l'accelerazione è finita. Tornavo dal mare, il 31 dicembre. Ero lì sul portocanale deserto, i raggi di sole che colpivano con una vibrazione musicale i pennoni dei pescherecci, con centinaia di gabbiani che giocavano ad evitarne i rimbalzi lucenti. E non c'è altro da dire al riguardo. Venti minuti dopo, stavo guidando attraverso vere badlands, quella terra di nessuno tra Comacchio e Ostellato, dove il paesaggio perfettamente piatto è fatto di campi verdi senza apparente fine, e canali che li tagliano come cicatrici di un passato oscuro. Ci passi tremila volte, più veloce che puoi, e ti trasmettono solo voglia di arrivare più in fretta in un altro luogo, uno qualsiasi. Un airone bianco, immobile. |
Inviato da: Wetter
il 10/08/2018 alle 11:01
Inviato da: Weather
il 10/08/2018 alle 11:00
Inviato da: Pogoda
il 10/08/2018 alle 11:00
Inviato da: Speed Test
il 10/08/2018 alle 11:00
Inviato da: Sat24
il 10/08/2018 alle 10:59