nomizo
"....direbbero, io penso, che quell'uomo è fuori di sè, e che, per aver sentito qualcosa da qualche libro, o per aver usato casualmente dei modesti farmaci, ritiene di essere diventato medico, senza avere alcuna competenza dell'arte..." (PLATONE-"Fedro")
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Post n°12 pubblicato il 07 Maggio 2013 da nobileateniese7
il culto dovuto agli dei * (Sequenza dal film " IL DIVO" di Paolo Sorrentino)
** Dalle " Leggi" di Platone ( libro IV, 716D)
".....Consideriamo inoltre questo precetto che segue a quelli già detti, e che, io credo, è il più bello e il più vero dì tutti i precetti, secondo cui per l'uomo buono far sacrifici in onore del dio ed innalzare sempre ad essi preghiere e fare offerte e venerarli in ogni modo, è il mezzo più bello, più nobile, e più efficace per conseguire la vita felice, e gli si addice in modo particolare, mentre al malvagio avviene per natura tutto il contrario. Il malvagio infatti non è puro nell'anima, mentre è puro chi ha qualità opposte, e non è bene che un uomo buono o un dio ricevano doni da parte di uno che si è macchiato di colpe: vano infatti è l'enorme sforzo compiuto dagli empi per pregare gli dèi, mentre è assai opportuno quello compiuto da tutte le persone pie. Questo è dunque il fine cui si deve mirare: ma quali sono i dardi per questo fine, e come si possono scagliare? E, ancora, quali cose possiamo portare fra le cose dette come le più giuste? Prima di tutto gli onori, diciamo, che dopo aver assegnato agli dèi Olimpici e a quelli che proteggono la città, assegnamo agli dèi sotterranei: e distribuendo loro in numero pari le parti sinistre delle vittime che sono di seconda qualità, si raggiungerà il fine della pietà nel modo più giusto, mentre le parti destre che a queste sono superiori, in numero dispari, agli dèi che poco faabbiamo menzionato......" |
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Kostis
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Solo in un’emozione, in una saggezza, in una moralità, ancorate alla inspiegabile e meravigliosa presenza nell’uomo dell’Eterno, è possibile affermare la sua suprema dignità su tutto. Non so se il DIVO sia buono o cattivo, ma è proprio nella riflessione di Ivan Karamazov che io trovo il nesso con il personaggio del video.
Kostis
ciao kostis.
Notevole riflessione che chiama in campo inmmense riflessioni non virtuali ma supportate dalla realtà. Prendiamo ad esempio un interessante libro " Il concetto di Dio dopo Auschwitz" del filosofo Hans Jonas. In esso l'autore si chiede, come l’evento dello sterminio degli ebrei interroghi la nostra coscienza religiosa, il nostro concetto di Dio. Che senso conservano, di fronte a una rivelazione così evidente della potenza del Male nella società e nella storia, parole come fede in Dio, giustizia o misericordia, e soprattutto speranza? E' terribile questa riflssione? Allora il filosofo si chiede con turbamento, rinnovando il sentimento disperato di Giobbe: «Dio permise che ciò accadesse. Ma quale Dio poteva permetterlo?». Ciò che viene in primo piano in questa riflessione è il dolore delle vittime, l’assurdo del loro morte, insomma il Male allo stato puro, prima di ogni razionalizzazione e giustificazione storico-universale o filosofica, prima di ogni teodicea( La teodicea (giustizia di Dio) è una branca della teologia che studia il rapporto tra la giustizia di Dio e la presenza nel mondo del male).Anzi, la tesi radicale di Jonas è quella che proprio l’evento di Auschwitz renda impossibile in futuro una teodicea, nel significato tradizionale del termine, cioè una giustificazione di Dio, una giustizia di Dio. Tu affermi che sarà Dio a discernere alla fine il malvagio dal giusto. Lo dai come ultima speranza. Sei ottimista, forse.
Kostis
Kostis