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Alghero, 17 maggio 1943

Post n°29 pubblicato il 07 Ottobre 2011 da francoceravola
 

17 maggio 1943

Erano tutti lì a "Su Paradisu"
sgomenti, terrorizzati!
Il lugubre rombo dei bombardieri,
i boati, il fumo denso degli incendi
portavano sulle alture di Villanova
il tanfo della guerra.
"Alghero brucia! Ecco le fiamme!"
Alghero muore
fra tuoni e schegge arrugginite,
Alghero muore, dissanguata di sole,
dolorosa scogliera,
Alghero muore in quest'anno carico di terrore.

E noi piccoli e incoscienti,
fra il riso e il pianto,
a lume di candela continuavamo i giochi
nel retrobottega del ciabattino,
fra le botti piene,
con l'odore del mosto e delle pelli.

Ricordi mamma?
Hai visto cadere le bombe sulle tue torri!

Più tardi
siamo scesi negli stretti vicoli
chiusi da cumuli di macerie annerite
coperte dal silenzio.

E abbiamo cercato i ricordi
fra le canne putride dei solai crollati,
là, fra corpi tumefatti e mani impietrite
che aggrappavano disperate la vita.
Poi vennero le notti ingiallite
e nere menzogne calarono dai balconi di Piazza Civica:
"Non ci sarà più guerra" Hanno detto!
Ma l'odioso lavoro, negli opifici della morte continua.
Ecco i fucili! Ecco le bombe!
Ecco il lucido piombo che corrode le carni
e precipita nel nulla gli affetti e le speranze.
Come potete accettare, uomini, di coltivare il seme dell'orrore?
Lasciate che questi neri strumenti
arrugginiscano ingrippati, in disparte,
via, lontano dalla vita!

Ancora ieri, nel nostro soggiorno,
scorrevano le immagini di Beirut martoriata
e gli Afgani e gli Iraniani uccisi
ed i Cileni torturati
e il valzer della guerra, sguaiato, sgraziato, orrendo,
suonava nei timpani campane a morto.
Ora non più!
Ora io voglio portare i bambini nei prati
per correre e gridare e riempirsi di verde e di sole.
E voglio vedere sinuose e lucide forme di fanciulle
stese sulla bianca sabbia del lido
abbandonate al sole, velate di bruno,
sulle rive di un mare trasparente e tiepido.
Voglio costruire fortini d'amore
ed innalzare muraglie di pace.
Voglio andare fra le stelle,
con veloci astronavi, incontro alla luce.

 

Ho scritto questa poesia in ricordo del bombardamento di Alghero del 17 maggio 1943. La mia famiglia era sfollata a Villanova Monteleone e proprio da un punto panoramico,  abbiamo potuto vedere il bombardamento. Ero molto piccolo, e nella poesia ho descritto l'evento ponendo l'accento sui particolari che più di altri hanno lasciato tracce nella mia memoria.

Il testo della poesia ha poi dato origine ad una canzone che ha partecipato ad un Festival della canzone algherese a metà degli anni ottanta. La musica è stata composta da Enrico Ceravola e Gavino Fonnesu.

Il testo in algherese è scritto secondo la pronuncia.

UNA CANZO' PE' LA PAU

L'Alghè s'anzen                            Alghero si accende
mira las framaras                          guarda le fiammate
L'Alghè mori                                 Alghero muore
Asvanara de sol                            svenata di sole
Aspragia dururosa                         Spiaggia dolorosa
L'Alghè mori                                Alghero muore
Ama 'l cor unfrat de por                  con il cuore gonfio di paura
Son passaz coma colbus                   Son passati come corvi
Lus aereoplans tigniz de negra     gli aeroplani tinti di nero
gitant bombas arreu                      lanciando bombe in quantità
damunt de 'cheglias casas probas      sopra quelle povere case
I musaltrus criaturas                       e noi bambini
giugavan a glium de candera          giocavamo a lume di candela
ne la butiga del sabatè                  nella bottega del ciaattino
tra le botti del vino                          tra le botti del vino
Ta racoldas o ma'                            Ti ricordi o mamma
tu has vist cara las bombas            tu hai visto cadere le bombe
damunt de las torras.                      sopra le torri.
Mès talt sem dabasciaz                  più tardi siamo scesi
nels carrarols tancaz                      nelle strade chiuse
de las parez calguras                     dai muri caduti
i havem salcat lus racols                 e abbiamo cercato i ricordi
tra la boviras dasfetas.                   tra i soffitti distrutti.
Ara no mès                                  Ora non più
Ara io vul pultà                             ora io voglio condurre
an campagna las criaturas            in campagna i bambini
pe' sa umprì de velt                   per riempirsi di verde
I vul vera beglias mignonas          e voglio vedere belle ragazze
culgaras en la rena                    sdraiate sulla sabbia
a custat de una mar trasparenta   vicino ad un mare trasparente
Vul fabricà fultins de amor          Voglio costruire fortini d'amore
i muraglias de pau                    e muraglie di pace
vul anà a mig de las astreglias     voglio andare tra le stelle.

 

 Bombe su Alghero

La foto che raffigura uno scorcio di Alghero colpita dalle bombe è tratta dalla pubblicazione "Cinquant'anni fa il bombardamento" a cura di Mariantonietta Izza.

L'autore della foto è il dottor Arturo Usai, che alla sua professione ha sempre affiancato l'attività di fotografo e regista. Le fotografie presenti nella pubblicazione sono state scattata la mattina successiva l'evento, il 18 maggio 1943.

Il dottor Arturo Usai è venuto a mancare il 25 novembre 2012 all'età di 95 anni. Lo ricordiamo per le sue fotografie e i suoi filmati su Alghero che documentano importanti momenti della città.

Altre fotografie della stessa pubblicazione si trovano nel blogspot:

http://alghero-ieri-oggi.blogspot.com/

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