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la calcolatrice.

Post n°412 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da noteinblu

ci sono luoghi che non mi appartengono.

eppure ci vado lo stesso.

capita raramente. ma ci vado.
Sono quei posti dove so già che non mi divertirò, dove so già che spenderò 10 euro per entrare, con la consumazione e il guardaroba inclusi.
(ma se non bevo alcolici, se posso bere un bicchiere di succo di frutta prima di uscire di casa e lasciare il cappotto in macchina?)

ci sono delle ragazze che non conosco a questa festa.
(sono single, lo so, annoso problema da quando Anna mi ha lasciato)
Non sono mai riuscito a conquistare una ragazza che popolano quel genere di situazioni, lo desidero con tutto me stesso, come desideravo entrare nel gruppo degli adolescenti maschi/femmine del cortile conciliatore di via San Francesco #56 e #58.
Non mi interessava e forse proprio per questo non ne facevo parte ma ci volevo entrare comunque.
per infrangere le regole?
per il gusto del paradosso?

ma se mi portassi a casa una di quelle ragazze stasera che male ci sarebbe?
partendo dal presupposto che comunque non sarebbero il tipo con cui potrei dividere la vita per il resto della mia vita che ci vado a fare dico io?
magari trovo l'unica che è li per la mia stessa confusione... e non la potrei portare a casa perchè non ci verrebbe

- la vita comunque non è un film -

perchè ci vado allora?
Non lo so, me lo sto chiedendo anch'io.

forse per spendere 10 euro e sentirmi in colpa.

 
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Commenti al Post:
calda.mente
calda.mente il 02/01/09 alle 13:11 via WEB
A volte sono le situazioni che ti scelgono e tu non fai altro che lasciarti trasportare,(sto parlando impersonalmente, non riferendomi a te in particolare. Non mi permetterei), per noia forse o più probabilmente perchè non riesci ad essere padrone di te stesso al punto da agire per ciò che vorresti davvero. E così ti lasci "conquistare" da ciò che non faresti, ti lasci "rapire" dai gusti che non ti piacciono.. ed il risultato è pessimo. Come se avessi violentata la tua personalità, come se, ancora una volta, fossi stato vinto da una forza di causa maggiore: te stesso. La vera lotta, quella più sofferta, è verso noi stessi. Capirsi, conoscersi, guardarsi dentro e scegliere di conseguenza, sono gesti difficili. Occorre molta forza. Ma se la raggiungi, la libertà è garantita: la vera libertà, quella dell'anima. Ti capisco. Capisco le tue parole. Ma passerà. Ma solo se lo vuoi. Un abbraccio.
(Rispondi)
 
 
noteinblu
noteinblu il 08/01/09 alle 23:06 via WEB
un sorriso il tuo messaggio me lo ha lasciato, è il primo dopo la mia "rottura" di molto tempo fa. La mia mail si è rifiutata di segnalarmelo e solo per caso l'ho notato adesso e mi scuso per il grave ritardo anche se era del tutto inconsapevole. Tornando alle parole.. Il mio problema è l'ottimismo, alle volte una buona dose di diffidenza sta alla base di una bella esperienza. Tra rimanere in casa e andare in un luogo che non conosco, frequentato da persone che non conosco (nonostante i segnali di pericolo) rinuncerò a fatica a scegliere la seconda a meno di casi particolari (ispirazione fulminante da mettere in musica/film imperdibile). Qualcosa di me stesso l'ho capita ma mi piace comunque mettermi in gioco e credo sia necessaria più forza per fare questo piuttosto che restare a casa a fissare il soffitto. (ti ringrazio per aver stimolato il mio ragionamento e avermi portato una risposta alla mia domanda) Ricambio l'abbraccio. ps Alla fine i 10 euro non li ho spesi, mi sono unito ai musicisti, mi sono preso il mio bello strumento percussivo e mi sono divertito ad improvvisare con le mie scarsissime competenze a riguardo. Quando ho avvertito la giusta dose di stanchezza ho infilato le coperte.
(Rispondi)
 
 
 
calda.mente
calda.mente il 09/01/09 alle 08:36 via WEB
E' bello leggerti. Trasmetti tranquillità. Buona giornata.
(Rispondi)
 
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