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« OLBIA GALLURA Porto Cerv...OLBIA GALLURA. IL MOSTRO... »

OLBIA GALLURA > Il treno dei desideri all'inconrario va..

Post n°66 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da olbiesi

 











 Mah! In tutta questa vicenda: c'è qualcosa che non va!? Se sì, allora, molti cittadini, amministratori, presenti e passati, non possono non sapere quando  arriverà questo super treno con molti soldi per tutti.

 


 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009

LA LOCOMOTIVA IMMOBILIARE


         3 ol FFSS 010209


«Nuova stazione, quel progetto è superato»


Il sindaco Giovannelli rinnega il piano con la torre presentato nel 2006 in Comune


di Luca Rojch


 4 ol FFSS 010209 5 ol FFSS 010209


OLBIA. Demolisce la torre in pochi secondi. Cemento simpatico, che scompare più rapido dell’inchiostro. Il sindaco Gianni Giovannelli usa parole esplosive che cancellano il progetto di un gigante di cemento nel cuore della città. Si fa largo con il piccone della dialettica e abbatte la torre alta 30 metri. Disconosce il progetto della giunta precedente per la nuova stazione, datato 2006, e per lui irrealizzabile. Il treno continua a fare manovre. Immobiliari. Prima che il cemento faccia presa troppo rapida sull’opinione pubblica il sindaco vuole levarsi da dosso gli abiti non suoi da palazzinaro spregiudicato, da contrabbandiere di suolo pubblico.
 Qualcosa di più di una questione di prestigio. Giovannelli non ha gradito l’esordio col botto del comitato “Salviamo il cuore di Olbia”. «Quel progetto mostrato non ha nessun valore - spiega Giovannelli -. Risale al 2006, alla giunta precedente, ma non è mai stato preso in considerazione da noi. Rfi non l’ha mai neanche visto. Non è corretto riesumarlo oggi e spacciarlo come attuale. È superato. Noi abbiamo firmato un protocollo in cui è previsto l’arretramento della stazione, lo smantellamento di tutti i binari, a parte la linea che porta a Golfo Aranci. La conferenza di servizi firmata a Roma non prevede altro. Non è stato presentato nessun tipo di progetto definitivo. Non si è parlato di volumetrie o di metri cubi. Tutto è ancora possibile». Ma la speranza di un esproprio proletario dura un battito d’ali. «È chiaro che Rfi è proprietario di quell’area - continua Giovannelli -, È una società che ha iscritto nel suo patrimonio il valore di quelle aree. Non possiamo presentarci da loro e dire che all’inizio del Novecento quei nove ettari erano nostri e che ora ce le devono rendere gratis». Giovannelli non fumerà il calumet con i ferrovieri. «Dobbiamo dimostrare maturità - continua - io non sono contro la proposta di creare una pista ciclabile, una metropolitana di superficie, un parco. Ma non possiamo pensare di fare solo verde. Penso a piazze, ma anche a palazzi. Non possiamo ipotizzare una città in cui non si possa più costruire nulla. Servono scuole, servizi, strutture per la collettività, ma anche uffici e appartamenti. Ho lavorato con la maggioranza per ridurre la quota destinata all’edilizia residenziale, quella che incide sul Puc. Ma non possiamo pensare di imporre a un privato la cessione coatta di un suo bene. Né trovo corretto prendere un progetto vecchio, superato, e messo da parte e spacciarlo come un’idea portata avanti da questa maggioranza. Si può discutere su cosa fare nel tracciato lasciato libero dai binari, ma i presupposti devono essere diversi. La partita per la riqualificazione di quel pezzo di città è ancora da giocare. Devono presentarci un progetto coerente. Il piano deve poi passare in consiglio». Ma Giovannelli non scarta le proposte avanzate dal comitato. «L’idea di fare una metropolitana di superficie trova sostenitori anche nella maggioranza - spiega -. Ne abbiamo parlato anche con Trenitalia. Ma c’è una difficoltà tecnica che deve essere presa in considerazione. Per fare la metropolitana di superficie servono dei muretti di protezione ai lati dei binari».
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009

IL DOLOROSO RIENTRO A SCUOLA


E ora il sorriso di Alberto fiorirà in un giardino


La 3ª M della Pais creerà un angolo verde da dedicare al compagno morto martedì


 3 ol mal 290109 1 ol malat 290109


OLBIA. I compagni di classe di Alberto Virdis torneranno a scuola domani. E un team di psicologi dello sportello di ascolto del Comune sarà al loro fianco. Per rendere meno traumatico possibile il rientro, per avere il sostegno di cui hanno bisogno. Il loro cuore è distrutto dal dolore, la loro mente vorrebbe immaginare una realtà diversa. Ci vorrà tanta forza, per ricominciare.
 Ed è per questo che gli specialisti non lasceranno quei ragazzi soli, con l’aiuto dei dirigenti scolastici (la preside Paola Deturco e la sua vice Maria Pina Spano) e dei professori.
 Alberto ha lasciato un vuoto incolmabile e sarà durissimo, soprattutto per i suoi compagni, non vederlo più seduto col suo sorriso stampato in quel secondo banco.
 Ma supportati dalle insegnanti, potranno continuare a fare qualcosa per lui. Affinché possano sentire sempre la sua presenza. Da qualche tempo, proprio la 3ª M stava lavorando su un progetto finanziato dalla Regione: l’idea era quella di realizzare un piccolo giardino all’interno del cortile della Ettore Pais. Si farà, quel giardino. Con un amore e un trasporto particolare, perché verrà dedicato proprio ad Alberto.
 Intanto, prosegue l’attività di sorveglianza delle circa 200 persone sottoposte a profilassi antibiotico da parte del servizio di igiene pubblica della Asl dopo la morte di Alberto, ucciso da sepsi menigococcica alle 18 di martedì scorso. Un caso che sta seguendo la dottoressa Piera Marceddu, sotto la supervisione del direttore Tonino Saba.
 E la conferma arriva proprio da loro: familiari, alunni, medici e insegnanti che sono stati a strettissimo contatto con Alberto e che hanno preso una (per gli adulti) o 4 pasticche di antibiotico (per i bambini), stanno tutti bene. E più passano le ore, più diminuiscono le possibilità di un contagio.
 Proprio l’altro ieri mattina, gli esperti della Asl, avevano incontrato nella palestra della Ettore Pais tutti i genitori degli alunni che frequentano la scuola media.
 Lo scopo era quello di tranquillizzarli, di far capire che non c’è rischio di epidemia e che l’eventuale trasmissione del germe può essere possibile (e non è detto che accada) solo attraverso le goccioline di saliva. Ma anche se fosse avvenuto il “passaggio”, quel maledetto germe verrebbe ucciso dall’antibiotico. (s.p.)
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 01 FEBBRAIO 2009


Per il presidente della Corte d’Appello potrebbero sopravvivere come sezioni staccate


«Chiudere Tempio e Lanusei»


Olbia potrebbe diventare nuova sede di tribunale


TAGLI&PROTESTE «Troppi avvocati, albo chiuso»


1 ol trib 010209 2 ol trib 010209


CAGLIARI. Una nuova sede di tribunale a Olbia, chiusura immediata per quelle di Tempio Pausania e di Lanusei, che dovrebbero sopravvivere soltanto come sezioni staccate. E’ la proposta del presidente della Corte d’Appello Vincenzo Oliveri, sulla quale si è in parte allineato il procuratore generale Ettore Angioni. Una proposta destinata certamente a sollevare aspre polemiche. Per Oliveri non ci sono alternative: «In Gallura nell’ultimo decennio - ha sostenuto - si è registrata una progressiva espansione urbanistica del centro di Olbia, con la concentrazione in quel territorio di numerose imprese commerciali e il correlativo massiccio incremento di processi civili e penali. Ebbene, quella città è rimasta sede di sezione staccata del tribunale di Tempio, nel quale invece gli affari penali e civili hanno subìto un decremento. Ragioni di una più appropriata distribuzione nel territorio degli uffici giudiziari imporrebbero il trasferimento della sede del tribunale ordinario da Tempio a Olbia e ove necessario l’istituzione di una sede distacca a Tempio, oltre che un più adeguato dimensionamento dell’organico, composto da soli undici giudici».
 Stesso ragionamento per l’Ogliastra: «Non appare giustificata - ha detto Oliveri - avuto riguardo all’esiguo movimento di processi civili e penali, la sopravvivenza del tribunale di Lanusei, che ha un organico di sei giudici. Tale ufficio potrebbe essere accorpato al tribunale di Nuoro». Ha aggiunto Oliveri: «Mi rendo conto che questi tribunali sono custodi di un’antichissima tradizione giuridica e rappresentano per l’economia di una determinata realtà locale qualcosa di molto importante - ha chiarito il magistrato - ma alla fine una scelta dev’essere fatta per razionalizzare le già esigue risorse e contenere la spesa pubblica».
 «In Sardegna - ha detto nella sua relazione il procuratore generale Ettore Angioni - il problema non è il numero dei magistrati ma la loro distribuzione e quella del personale giudiziario». Ed è da qui che parte la richiesta di rivoluzionare le circoscrizioni giudiziarie per potenziare le sedi più cariche di lavoro a discapito delle minori: «Bisogna procedere subito, superando con coraggio qualsivoglia resistenza politica - ha sostenuto Angioni - perchè oggi non è più possibile tenere in piedi tribunali distanti un’ora d’auto l’uno dall’altro, con costi non più sostenibili e produttività insufficiente». Chiusa la fase della riorganizzazione, per Angioni il passo successivo dovrebbe essere «l’albo chiuso per gli avvocati» il cui numero è oggi «abnorme»: «A Cagliari - ha spiegato - i legali sono più numerosi che in tutto il Belgio...». Quindi lo studio e il varo in tempi brevi di un nuovo codice penale «con la previsione di una forte depenalizzazione» e la «riformulazione dei due codici di procedura». (m.l)
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