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OLBIA GALLURA Lo scenario politico. Lo scontro diventa sempre più aspro nella maggioranza

Post n°84 pubblicato il 14 Marzo 2009 da olbiesi

 

da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

LA CRISI IN COMUNE

15 ol pol 140309 16 ol pol 140309 17 ol pol  140309 18 ol pol 140309

Lo scenario politico. Lo scontro diventa sempre più aspro nella maggioranza

Giovannelli: «Non taglierò mai i tre assessori»

Il sindaco coinvolge i partiti, ma chiude a qualsiasi ipotesi di decapitazione della giunta

Rimangono oscuri i motivi dello strappo dei 13 dissidenti che chiedono più spazio all’interno dell’esecutivo

di LUCA ROJCH
 OLBIA. Cammina lieve sulle rovine del Palazzo. Gianni Giovannelli non ha l’aria dimessa del sindaco sotto sfratto, ha più il passo da gattone mannaro. Pronto a rispondere al golpetto con colpi di maglio. Poche parole per smontare la ghigliottina per assessori che i suoi consiglieri del Pdl hanno eretto nella piazza mediatica, e nessuna paura di ritornare al voto. Da una parte predica bontà e comprensione meglio di Gandhi, dall’altra si prepara alla madre di tutte le battaglie. Non dà nessuna speranza di vedere cadere le teste dei tre assessori, Marzio Altana, Vanni Sanna e Gesuino Satta, chiesti da una parte della sua maggioranza. I motivi politici rimangono lontani. A cementare il gruppo dei dissidenti del Pdl la richiesta al sindaco tre assessorati, i più pesanti. E la sensazione che Giovannelli sia vittima del fuoco amico. Finito in una lotta per la leadership del partito, in cui il Comune è solo una prova di forza. Giovannelli ha poche palpitazioni e nessun giro di parole per spiegare la sua linea. «Io non sacrificherò i tre assessori per sostituirli con tre tecnici - dice -. Non posso accettare una richiesta simile. In questo caso preferirei dimettermi. Il discorso deve essere allargato. Così come ho fatto. Ho coinvolto le segreterie dei partiti per sederci intorno a una tavolo comune e discutere». Giovannelli tenta l’impresa impossibile. Uscire dall’angolo in cui la richiesta dei 13 dissidenti del Pdl e il via libera del coordinatore Fedele Sanciu sembrano averlo stretto. «Io ho compreso l’interpretazione autentica delle parole di Fedele - continua Giovannelli -. Ho parlato con lui in prima persona. Lui non ha dato il via libera alla decapitazione di tre assessori. Ha appoggiato la scelta di discutere tutti insieme della situazione in Comune. Sia come Pdl, sia come coalizione. Sono convinto che si possa uscire da questa situazione. Ma tutto il discorso deve essere fatto in modo più ampio. I 13 del Pdl chiedono più visibilità, non si deve limitare lo sguardo ai 10 assessori, ma anche alla composizione delle commissioni, alla presenza nelle partecipate del Comune. A questo deve essere sovrapposto un altro aspetto. Tra 10 giorni tutti faremo parte del Pdl. Mi chiedo a quel punto cosa ci sia da rappresentare». Giovannelli non si nasconde. Fissa anche il punto di non ritorno di questa crisi. Il bilancio. Dovrà essere approvato in aula entro il 31 marzo. «Se non avrà il via libera dell’aula si andrà tutti a casa e ognuno dovrà rispondere delle proprie scelte - afferma -. I lavori delle commissioni devono riprendere da subito. Anche questo sarebbe un segno di apertura. Non possiamo bloccare la città, così come ritengo difficile spiegare da parte di chi vuole la rottura totale la prospettiva di un anno e mezzo di commissario prefettizio». Il sindaco non sembra gradire troppo l’argomento crisi, più preoccupato dell’asfalto che scompare della quattro corsie Olbia-Sassari che del tentativo di asfaltare la sua giunta. I dissidenti del Pdl in una lettera indirizzata a Giovannelli hanno ribadito di volere la giusta rappresentanza nella giunta con la scelta di tre assessori tecnici per Urbanistica, Lavori pubblici e Attività produttive, ma di non voler mettere in discussione il sostegno al sindaco. Loro ci tengono a sottolineare che la loro è una rivendicazione politica e non un diktat. Ma Giovannelli non sembra avere nessuna sindrome di Stoccolma. «Da più parti sento dire che nessuno ha qualcosa contro di me. Non mi soddisfa se poi di fatto con determinate scelte vengo messo in discussione. Anche io dico che il rimpasto si può fare, ma solo dopo che ci si è seduti tutti intorno a un tavolo, insieme ai partiti. Si deve ragionare rispetto all’assetto totale di tutte le cariche».
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

di Enrico Gaviano

«Sanciu copre i suoi errori»

Dura replica di Matteo Sanna al senatore azzurro

19 ol sanna 140309OLBIA. Il Pdl non è ancora nato, ma già le frizioni in Gallura sono evidenti. Aria caldissima, torrida, che rischia anche di compromettere l’assetto del consiglio comunale di Olbia in cui il centrodestra vanta una maggioranza bulgara. Dopo l’attacco di Sanciu che ha accusato Matteo Sanna di delirio di onnipotenza per il successo elettorale, la replica del confermato consigliere regionale non si è fatta attendere. Parliamo dei due attuali coordinatori di Forza Italia e An in Gallura, che di questo passo più che fondersi nel Pdl, rischiano di squagliarsi. «Quello del senatore Sanciu - attacca Matteo Sanna - è solo il goffo tentativo di coprire gli errori a ripetizione che ha commesso».
 «Intanto - snocciola Sanna - ha eliminato Giovanni Pileri dalla lista, non voleva candidare Renato Lai, ha imposto Peppino Mela, che io peraltro stimo»
 Sanna non si sente addosso la responsabilità della mancata assegnazione dell’assessore al Pdl gallurese. «Noi abbiamo cercato di ottenre in quota An un rappresentante. Poi il nome designawto (Anna Maria Manca, ndr) è saltato per logiche cagliaritana. Di certo, però, non è mai stato preso in considerazione un esponente azzurro, visto che quì hanno accuratamente evitato di candidare un rappresentante di Forza Italia».
 E la mancata firma nel documento presentato a Cappellacci? Sanna scuote la testa e replica. «Un documento che è stato preparato domenica 8 marzo nel pomeriggio, vale a dire quando le scelte erano fatte. E poi, di che ci lamentiamo? Comunque la Gallura ha un valido rappresentante, Bastianino Sannitu, per giunta con una delega di peso».
 Semmai Matteo Sanna invita Sanciu a un’analisi accurata dell’esito elettorale. «Anche perché molti di coloro che mi hanno accordato il voto, mi hanno anche raccomandato - sottolinea con ironia - di non allearmi con il senatore». Comunque Matteo Sanna respinge l’ipotesi di voler prendere in mano il Pdl gallurese. «Non voglio fare il commissario. Ma credo che ci sono molti rappresentanti di An che lo possono fare. Staremo a vedere, anche perché sinora Forza Italia ha dominato la scena grazie al nostro desiderio di collaborare: sindaco, parlamentari, candidato alla presidenza della provincia, presidenza dell’autorità portuale. Hanno avuto tutto. Ora il voto dice che è anche tempo di dare pure a noi il giusto spazio».
 Sanna non sopporta le dichiarazioni rilasciate da Fedele Sanciu a proposito del suo comportamento. «Il senatore dice che sono in delirio di onnipotenza. Sbaglia di grosso, io sono un semplice consigliere regionale che vuole lavorare per il territorio. Lui sta pensando a equilibri di potere, invece di occuparsi del mancato finanziamento della 4 corsie Olbia-Sassari e del dramma degli allevatori galluresi».
 Non c’è, in ogni caso, un patto con Settimo Nizzi. «Nessun accordo - sottolinea Sanna -, ma posso dire che sotto il profilo politico stimo molto più il deputato che il senatore. Nizzi è sincero, quando deve dire qualcosa lo fa guardandoti in faccia».
 Il futuro, insomma, per il Pdl, prepara scontri da arena più che incontri politici. «Ma io sono aperto al dialogo - fa sapere Matteo Sanna -. Di certo le premesse non sono buone, anzi sono pessime. Penso alla vicenda della crisi in consiglio comunale di Olbia. Il rimpasto non serve, sarebbe una presa in giro agli elettori. Nessuno pensi di toccare il vicesindaco Altana, faceva parte del ticket elettorale. Un accordo di ferro che non può essere sfiorato».
 La chiusura è al fulmicotone. «Non ho bisogno di padrini, sia chiaro. Ma posso anche dire che nel territorio mi sono guadagnato il consenso e i voti. Fedele Sanciu, invece, non è stato eletto senatore, ma semplicemente nominato».
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 da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

«Non siamo disposti a firmare una mozione di sfiducia»

L’opposizione non vuole mandare a casa il primo cittadino, ma chiede coerenza politica

  20 ol pol 140309 21 ol pol 140309OLBIA. La crisi mediatica si consuma tra primi piani, conferenze stampa, e scazzottate catodiche. La lotta fratricida nel popolo delle libertà si celebra sotto i riflettori, lontano dalle aule del consiglio. L’opposizione rimane seduta in platea a sgranocchiare i pop corn in attesa di andare di nuovo al voto. Ma chi spera di vedere il centrosinstra indossare il cappuccio del boia rimarrà deluso.
 Nessuna riunione ufficiale per decidere una strategia comune. Ma una linea già tracciata nel codice genetico. Nessuno sembra disponibile a firmare una mozione di sfiducia per mandare a casa il sindaco Gianni Giovannelli. Per far cadere la giunta servono 21 firme. I 15 del centrodestra che contestano l’esecutivo non bastano. Se i Cristiano popolari sembrano pronti a sostenere in qualche modo Giovannelli, anche nel resto dell’opposizione ci sono aperture. «Non firmerò mai una mozione di sfiducia contro un sindaco eletto - dice Marco Varrucciu -. Ma è fondamentale che la città comprenda. Siamo davanti a una nuova presa in giro degli elettori. È una crisi senza motivo, una semplice spartizione di poltrone». Durissimo anche il consigliere Carlo Careddu, Pd, che chiede una formalizzazione in aula della crisi. «Mi sembra doveroso portare la crisi nelle sedi istituzionali - afferma Careddu -. Per ora sembra di vivere non in una repubblica democratica, ma in una mediatica. Non firmeremo una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Ma Giovannelli deve valutare se ha ancora il sostegno politico della sua maggioranza e deve essere conseguente. Sfuggono le motivazioni della crisi. Per ora abbiamo parlato di poltrone non di programmi. È singolare che quelli del Pdl chiedano tre assessorati tutti in qualche modo legati al cemento». (l.roj.)
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da La Nuova Sardegna SABATO, 14 MARZO 2009

IL COMMERCIO IN CRISI

Nuovo outlet, è subito polemica La proprietà: assunti 50 olbiesi

27 ol outlet 140309di TIZIANA SIMULA
 OLBIA. Dice di essere rimasta allibita quando ieri ha aperto il giornale e ha scoperto di essere finita nel mirino dei commercianti, travolta dalle contestazioni della categoria. Una reazione che respinge. «La città dovrebbe essere contenta per l’apertura dell’outlet che oltretutto darà lavoro a cinquanta olbiesi, non capisco tutto questo malumore», attacca Daniela Fargion. Il 4 aprile aprirà la sua nuova attività commerciale, sulla strada panoramica Olbia-Costa Smeralda, un mega outlet che sta facendo storcere il naso agli operatori locali, preoccupati per l’inevitabile impatto che l’iniziativa avrà sulle attività locali che già faticano a fronteggiare la crisi economica.
 L’imprenditrice scende in campo per difendere il suo progetto e per spazzare via equivoci e inesattezze, dice. «La superficie di vendita dell’outlet è di 2 mila metri quadri e non di 4 mila - precisa -. Complessivamente sono 3.750 metri quadri, compresi i magazzini e la successiva apertura di due nuovi spazi che avverrà tra un mese, ma solo 2 mila sono destinati alla vendita». L’imprenditrice spiega che il dato era stato inserito in una bozza pubblicitaria che non è, però, quella che verrà diffusa, «evidentemente è stata messa in giro ma doveva essere ancora corretta». Un errore, insomma. Come quello relativo a un presunto accordo con l’Autorità portuale che, secondo quanto scritto nella brochure, aveva lo scopo di convogliare verso l’outlet i crocieristi sbarcati all’Isola Bianca. Accordo già smentito dal presidente della Port Autority Paolo Piro e confermato ora anche dalla stessa imprenditrice. «Ne abbiamo parlato ma non si è arrivati all’accordo», spiega.
 Chiarito ciò, Daniela Fargion replica alle contestazioni della Confcommercio che attraverso il presidente Italo Fara, ha dato fiato alle preoccupazioni degli operatori locali mentre anche ieri sera l’argomento è stato al centro di un’assemblea del Consorzio centro città.
 «La città dovrebbe essere contenta di questa iniziativa che darà un posto di lavoro a cinquanta olbiesi che potranno lavorare tutto l’anno - conclude l’imprenditrice -. Ho già contattato la Confcommercio, martedì ci incontreremo e avremo modo di chiarire molte cose».
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