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« OLBIA-SASSARI Non nasce ...OLBIA GALLURA, LA CRISI ... »

OLBIA GALLURA Vertice di maggioranza: i nizziani all’attacco di Giovannelli «Vogliamo quei tre assessorati»

Post n°90 pubblicato il 24 Marzo 2009 da olbiesi

 

 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 MARZO 2009

AVANZA L’ESERCITO DEI NUOVI POVERI

L’assalto dei mille al market della solidarietà

Si moltiplicano le famiglie in difficoltà, distribuiti 14mila pasti caldi all’anno

di Luca Rojch

11 ol sol 240309 12 ol sol 240309 13 ol sol 240309OLBIA. C’è una città che non va sui Suv, non guarda le vetrine griffate, non vive con ansia la data della prima del Billionaire. È la città invisibile del bisogno, quella del consumismo consumato, di chi non arriva alla terza settimana. Gente che cammina a testa alta e pancia vuota e ogni settimana bussa al supermarket della solidarietà. Con pazienza si mettono in fila per un pacco di pasta. Per un cappotto e un paio di scarpe usati. È la fame della porta accanto, quella sussurrata nella società della bulimica opulenza. L’esercito di affamati dalla crisi bussa alle porte degli istituti di assistenza. Un popolo con la mano tesa. Non solo extracomunitari. Nel mercato unico anche la miseria diventa globale.
 La fila si ripete identica da tre mesi in via Tavolara. Ogni lunedì la Rete solidale apre il suo supermarket della solidarietà. Vestiti, pasta, scatolette, pelati, tonno. Fuori ad attendere un’umanità dolente. Tutti guardano per terra, quasi a rendersi invisibili. Attendono il loro turno fuori da un palazzo anonimo. Solo un cartello a far capire dove è il market della solidarietà. Ma l’insegna sarebbe inutile. Basta seguire il capannello di persone. «Ora non sono tanti - racconta il responsabile del centro, Robert Sarek -. Abbiamo attivato il servizio a domicilio per alcuni. È più semplice. Le prime volte fuori si erano presentate 200 persone. Ci sono state difficoltà di ordine pubblico. Per questo abbiamo scelto questa seconda via». Robert è polacco. Un passato da prelato, un presente da volontario tra i vincenziani. Una delle associazioni che con coraggio si dedica ad aiutare le persone in difficoltà. In questi tre mesi hanno bussato alla porta del centro oltre mille famiglie. Una piccola fetta dell’esercito del bisogno. I coraggiosi. La metà di loro è straniera. Il resto rimane nell’ombra. «Dobbiamo essere grati al Comune - spiega Robert -. La maggior parte dei beni arriva grazie ai finanziamenti che ci sono dati dall’assessorato ai Servizi sociali. Il resto arriva dalle donazioni dei privati. Ora cerchiamo di firmare una convenzione per riuscire a ottenere dai centri commerciali gli alimentari che stanno per scadere. Adesso vengono buttati». Mentre Robert parla i volontari continuano a imbustare kit di sopravvivenza che vengono distribuiti alle famiglie. Pasta, pane, zucchero, latte, tonno. Accanto un altra stanza in cui sono divisi i vestiti che vengono dati a chi si presenta. Fuori dalla porta qualche extracomunitario, tanti italiani. Sono quasi tutte donne. Alcune spingono il passeggino. È la città parallela, quella che arranca per arrivare alla fine del mese. «Siamo 40 volontari che cercano di dare una mano alla comunità - continua -. Confidiamo nel buon cuore di chi ci vuole aiutare». Allunga un bigliettino. C’è un numero di cellulare 366.5257184. «È il numero della Rete solidale - dice -. Chi vuole darci una mano può chiamare. Se qualcuno vuole portarci degli abiti o alimenti può venire tutti i lunedì mattina dalle 10». La rete solidale è nata dalla collaborazione di Associazione solidarietà, Laboratorio interculturale, le parrocchie di San Paolo, Sacra Famiglia, Salette, San Simplicio. Ma l’esercito del bisogno si moltiplica. Le dame vincenziane distribuiscono ogni anno oltre 14 mila pasti caldi agli indigenti in città. La Caritas dà un aiuto economico a più di 800 famiglie.
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 MARZO 2009

«Aiutiamo tutti, gli extracomunitari e anche gli olbiesi»

14 ol sol 240309OLBIA. Non rimane sorpreso dei numeri da record della povertà in città. L’assessore ai Servizi Sociali, Tiziano Pinna, conosce nei dettagli l’emergenza povertà a Olbia. Ha il quadro dei numeri e tutte le iniziative, compresa la Rete solidale, che vengono finanziate dal suo assessorato. «Cerchiamo di dare risposte a tutte le esigenze - spiega Pinna -. Da chi ha bisogno di un pasto caldo a chi non riesce a pagare l’affitto. C’è una fascia di poveri che con la crisi è diventata più robusta. Non ci sono solo extracomunitari. Molti di loro sono anche nostri concittadini. Un grande aiuto è dato dai volontari che ogni giorno dedicano parte del loro tempo ai più deboli». Ma l’assessorato si occupa anche di altri aspetti. «Abbiamo la gestione degli asili nido - continua Pinna -. Una parte di questi viene dato a costo zero per le fasce più deboli. Ora dovrebbero sorgere altre due strutture». Pinna ritorna sull’emergenza povertà. «Noi diamo più o meno 250 contributi per aiutare chi non riesce a pagare gli affitti - spiega -. Ma si devono avere requisiti di reddito e il contratto di locazione deve essere registrato. Le iniziative da parte dell’assessorato non mancano. Merito anche degli uffici che lavorano in modo eccellente». Un capitolo a parte è riservato alle case popolari. «In questo caso dobbiamo sfatare una sorta di falso mito - continua Pinna -. Non è il Comune a costruirle, ma un ente regionale, L’Area. Noi ci limitiamo a dare i terreni in cui edificare gli alloggi. Ci sono tante domande per avere una casa popolare, ma se la Regione non le costruisce non possiamo farci nulla. Da diversi anni abbiamo dato la disponibilità di un’area alla fine di via Vittorio Veneto. Cambiano giunte e presidenti, ma da Cagliari non parte il via ai lavori». L’assessore non nasconde la crisi. «Esiste e ha effetti anche in Gallura - conclude -. In città continua a esserci anche una forte immigrazione dalle zone interne. Ma se prima si trovava un lavoro con facilità, ora è diventato difficile. Anche questo contribuisce a far crescere la povertà». (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 MARZO 2009

«Vogliamo quei tre assessorati»

Vertice di maggioranza: i nizziani all’attacco di Giovannelli

15 ol assess 240309OLBIA. A passi rapidi verso il baratro. La guerra lampo è diventata di trincea. Il colpo di stato è diventato un colpo di stallo. La riunione di maggioranza somiglia a un pranzo cordiale fatto di portate al veleno. I dissidenti del Pdl non fanno un passo indietro. Chiedono i soliti tre assessorati.
 Urbanistica, Lavori pubblici, e Attività produttive. Per non farsi mancare nulla mettono nel pentolone anche la presidenza dell’Stl. Il sindaco Gianni Giovannelli non vuole fare la fine dell’esploratore in Africa. Legato come su uno spiedo girevole mentre viene cotto a fuoco lento. Registra le richieste dei tre assessorati, ma non si sbilancia. Per ora Giovannelli rimane in equilibrio, ma cavalcare la sua maggioranza sembra sempre più complicato. Difficile che il primo cittadino ritorni sui suoi passi. Dieci giorni fa ha respinto la richiesta del Pdl. Ha dichiarato intoccabili i tre assessori.
 Il prossimo passo sarà il confronto dell’aula. La roulette russa del voto al buio sul bilancio. Deve essere approvato entro il 30 in aula. Giovannelli potrebbe decidere di dimettersi se venisse bocciato da parte della sua maggioranza. Ma anche i 13 del pdl devono correre. Entro una settimana la loro richiesta diventerà più complicata da sostenere. Nel Pdl confluirà quasi tutta la maggioranza. Diventerà difficile distinguere nel monocolore azzurro chi è più azzurro degli altri.
 Per ora arrivano gli echi di una riunione delle due maggioranze. Da una parte i sostenitori del sindaco, dall’altra il gruppo del Pdl che chiede le teste dei tre assessori. Nello stesso tempo loro dicono di non volere mandare a casa Giovannelli, ma agitano l’ostacolo del bilancio come l’asticella su cui farlo inciampare. Nella riunione anche l’intervento dai toni roventi del consigliere onorevole di Forza Italia, Settimo Nizzi. Ha ribadito la richiesta dei tre assessorati portata avanti dal suo gruppo. Parole che sono andate oltre le richieste del capogruppo Pdl Gianpiero Palitta. Tra i dissidenti ci sarebbe anche qualche assessore. Ma tutti negheranno, come succede nei migliori gialli, anche se accadono nella casa azzurra. (l.roj.)
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 MARZO 2009

IL CASO

Veleni anche in commissione Valerio Spano diserta i lavori

OLBIA. Berchiddeddu come una fortezza inespugnabile. La commissione Lavori pubblici rimane alla porta. Nessuna metafora. Il delegato per Berchiddeddu, Valerio Spano, ha le chiavi degli uffici del Comune nella frazione. Lui al sopralluogo non si presenta, e i consiglieri senza sede devono ritornare a casa. La commissione dura meno di un minuto. Giusto il tempo di una telefonata. Perché il delegato non ha avuto nessun vuoto di memoria. Al presidente, Massimo Bacciu, che lo chiama al cellulare, lui risponde: «Non mi presento per motivi politici». Bacciu ci resta malissimo e lo fa mettere a verbale. Così l’unica commissione che non era stata bloccata dallo sciopero di una parte della maggioranza, viene cancellata dalla presa di posizione del delegato. La denuncia arriva dai tre consiglieri della minoranza, Antonio Loriga, Luigi Damigella, e Piero Putzu. Con il presidente Bacciu e Marco Vargiu si sono ritrovati per fare il sopralluogo. «Abbiamo garantito il numero legale - dice Loirga -, ma dopo la telefonata del delegato che annunciava la sua defezione per motivi politici ci siamo rimasti malissimo. Mi spiace perché questa commissione ha lavorato in modo buono». Sulla stessa linea Damigella. «La commissione è stata spostata a venerdì. Se Spano non si dovesse presentare l’opposizione chiederà le dimissioni al sindaco. Non può essere la città a pagare per le lotte interne della maggioranza. Non possiamo essere messi sotto scacco da un delegato. Credo che il lavoro della commissione debba essere preso in maggiore considerazione da parte della maggioranza che per sue beghe personali blocca la città». (l. roj.)
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 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 MARZO 2009

di Luca Rojch

Montagne di vecchi copertoni: è la madre di tutte le discariche

16 ol coper 240309 17 ol coper 240309

OLBIA. L’impero del copertone è destinato a scomparire. Spazzatura della civiltà meccanica che non si riusciva più a nascondere. L’impresa che doveva smaltire i pneumatici non è più riuscita a tenere dietro al lavoro. Le gomme si sono moltiplicate fino a diventare un mare nero. La situazione ha un po’ sbandato. Giorno dopo giorno è venuto su un deposito di gomme di 10 mila tonnellate nella zona industriale della città.
 Una distesa nera pericolosissima. L’amministrazione ha fatto un calcolo. Se dovesse prendere fuoco il deposito brucerebbe in modo ininterrotto per oltre un mese. Un risultato che ha fatto è scattare l’allarme.
 È partita la corsa contro il tempo per disinnescare la bomba ecologica. Il Comune ha già diviso in tre tronconi gli interventi per cambiare volto a un’area vasta della zona industriale. La Ecological Crumbing, la società che ha ammucchiato i copertoni in questi anni, non ha bonificato l’area. Scaduti tutti gli ultimatum il Comune ha messo mano al portafoglio. Solo un anticipo, il costo per il risanamento dell’area sarà a carico di chi ha creato il danno ambientale. Tutta l’operazione delicatissima è portata avanti dall’assessorato all’Ambiente, guidato da Marco Piro.
 «Saranno fatti interventi in tre tempi - spiega il responsabile della bonifica Leonardo Blumetti -. Il primo è stato già portato a termine. Sono state smaltite 1500 tonnellate di gomme, per un costo di 430 mila euro. Ora siamo alla seconda fase in cui dobbiamo portare via altre 3 mila tonnellate. L’appalto costa quasi un milione di euro. Raccogliamo le gomme secondo una tecnica suggerita dai vigili del fuoco. Ci hanno imposto di fare delle isole di copertoni grandi al massimo 150 metri quadri e altre due metri. In questo modo in caso di incendio i mezzi dei vigili sono in grado di intervenire. In caso contrario sarebbe impossibile per loro riuscire a spegnere in tempi rapidi l’incendio». La gomma quando brucia sviluppa diossina, una sostanza tossica pericolosissima per l’uomo. In caso di incendio del deposito anche l’aeroporto verrebbe chiuso. Solo i mezzi antincendio che devono sostenere i disastri aerei sono in grado di fronteggiare un simile incendio. Il risultato si potrà vedere solo quando sarà completato anche il terzo lotto. Che prevede un investimento di 2 milioni di euro per rimuovere 6 mila tonnellate di pneumatici. Solo in quel momento la bonifica dell’area sarà completata. La fine dei lavori è prevista per dicembre.
 Ma l’ufficio ambiente del Comune, creato nel 2005, porta avanti una serie di iniziative fondamentali per salvare la città. Oltre alla attività di monitoraggio delle discariche abusive, c’è anche l’impegno per salvaguardare aree a rischio.
 Una delle prossime azioni da parte degli uffici dell’assessorato sarà la bonifica della blocchiera all’ingresso della città, accanto all’aeroporto. Il tetto della fabbrica di blocchetti abbandonata è fatto tutto di cemento amianto. Mille metri quadri di onduline che potrebbero immettere nell’aria fibre cancerogene. La bonifica partirà in tempi brevissimi, appena lo consentirà la macchina della burocrazia.
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da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 MARZO 2009

Imprese e sindacati dicono no alle nuove tariffe per la Tarsu

18 ol tars 240309 OLBIA. Il fascino della spazzatura strega anche i sindacati. Nella querelle sui cassonetti entrano a gomiti alti anche Cgil, Cisl e Uil. I sindacati scrivono una lettera al sindaco Gianni Giovannelli in cui contestano le modifiche alle tariffe della Tarsu, approvate dalla giunta. I sindacati si schierano con le imprese e con i loro lavoratori. Un altro passo nella guerra infinita sulla spazzatura nella zona industriale. Il Comune ha ridotto del 70 percento le tariffe per le imprese, ma secondo le aziende l’amministrazione aveva promesso loro di tagliare del tutto i costi per la Tarsu. Delusi anche gli artigiani e le famiglie che hanno visto crescere le tariffe. Ora intervengono anche i sindacati. «Tanti imprenditori si lamentano per l’aggravio dei costi della Tarsu e per i criteri di calcolo che sono stati applicati dal 2004 - riporta il documento -. Ma le rimostranze arrivano anche per la gestione del servizio che ha lasciato lo smaltimento del costo di quasi tutti i rifiuti, quelli speciali, a carico delle imprese. Molte ora devono pagare cartelle in cui sono addebitati tre anni consecutivi di servizio». Un servizio tutto virtuale. Non c’erano neanche i contenitori. «Queste scelte dell’amministrazione creano difficoltà alla macchina produttiva - conclude -. Il nuovo quadro delle tariffe del 2009 penalizza le famiglie. Speriamo in un intervento risolutore da parte del sindaco e chiediamo un incontro con il sindaco per parlare delle tariffe della Tarsu». (l.roj.)
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