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MONTI, GALLURA, Crescono rabbia e sdegno dopo l’ultima morte. Sabato nuova protesta a Su Canale

Post n°95 pubblicato il 29 Marzo 2009 da olbiesi

 

 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 29 MARZO 2009

LA SASSARI-OLBIA E I FONDI NEGATI

«Tutti su quella strada, per il diritto alla vita»

Crescono rabbia e sdegno dopo l’ultima morte. Sabato nuova protesta a Su Canale

20 monti 290309 21 monti 290309

di Tiziana Simula

SU CANALE. In una giornata funestata dall’ennesima morte nella strada maledetta, la rabbia e lo sdegno diventano ancora più forti, la protesta più accesa. La mobilitazione popolare rivendica il diritto alla vita. Che significa riavere indietro i 474 milioni di euro sottratti alla Sardegna che avrebbero dovuto raddoppiare le corsie sulla Olbia-Sassari, un’infrastruttura promessa dal Governo e poi negata, che per la Gallura e per l’intera Sardegna, significa sicurezza ma anche lavoro e sviluppo. Un’offesa per le comunità locali. Che sabato porteranno la loro protesta sulla strada, su quella lingua d’asfalto segnata da troppe croci, l’ultima, tre giorni fa, al bivio per Ardara. A guidarla, sarà il Comitato “Pro strada Olbia-Sassari, 474 milioni di euro per il diritto alla vita”.
 Una protesta che partirà dal basso -, dal comitato spontaneo dei cittadini rappresentato dalle comunità di Monti, Chirialza, Su canale, Enas ed Olbia - per coinvolgere tutti: amministratori locali e provinciali, consiglieri regionali, parlamentari, forze politiche e sindacali, associazioni, comitati e semplici cittadini. L’invito è a scendere tutti in strada per manifestare il dissenso per la mancata realizzazione della quattro corsie. L’iniziativa è stata illustrata ieri dal comitato spontaneo ribattezzato comitato “Pro strada Olbia-Sassari”. L’appuntamento è per sabato, il ritrovo è alle 10 a Su Canale, davanti all’Aghiloia: da qui, partirà il corteo che a piedi raggiungerà il ponte di Sos Cannalzos, una marcia lunga due chilometri. Al rientro, i manifestanti si fermeranno a Masone Mannu, dove sarà allestito un gazebo e si darà vita a un sit-in per l’intera mattinata. «La nostra vuole essere un’azione forte per manifestare tutta l’ indignazione contro il gesto vergognoso del Governo - attacca Patrizia Desole, una delle referenti di Su Canale -. I 474 milioni di euro sono nostri, sono fondi Fas della Sardegna e li rivogliamo indietro. Soldi che sono stati dirottati in un calderone di spese correnti mentre devono essere impiegati per la realizzazione di infrastrutture nelle zone sottoutilizzate. In tutti i luoghi dove si è svolto il G8 sono state create opere faraoniche mentre alla Sardegna, che ha messo a disposizione un territorio bellissimo, viene negata una strada indispensabile», ha aggiunto. Ripercorrendo, poi, la storia dei fondi negati: dall’ordinanza del 29 agosto 2008 con cui si destinavano le risorse per la realizzazione delle opere correlate al G8, fino al decreto legge del 23 ottobre dove i soldi per la quattro corsie non c’erano più, per arrivare alla delibera del Cipe che ha confermato la cancellazione della strada. La presidente del movimento Rita Padre, ha ripercorso, invece, la storia del Comitato strettamente legata al progetto della quattro corsie, il cui tracciato originario minacciava case e terreni. «Con la Regione avevamo avviato delle trattative da cui eravamo usciti vincenti - ha ricordato -: in questo progetto sono state accolte le nostre richieste e noi vogliamo che si realizzi questo tracciato. Se nulla accadrà dopo la manifestazione, scenderemo ancora in strada», ha annunciato. «Il nostro obiettivo è salvare i soldi e questo progetto», ha ribadito Domenico Putzu, referente di Chirialza, frazione dove le trattative con la Regione avevano salvato terreni dagli espropri e due case dalla demolizione. «Questa strada non risponde più alle esigenze del territorio», ha aggiunto Antonello Cervo, referente per Olbia ed Enas, sottolineando l’importanza di una nuova arteria stradale moderna per creare sviluppo. Poi, il problema della sicurezza. «Nei due chilometri che percorreremo durante la manifestazione - ha detto Paolo Sanna -, ci sono stati 5 incidenti mortali in 4 anni: una vittima ogni 500 metri».
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