Creato da eureka.anna il 25/02/2007

Essenza

Sguardi...occhi che guardano oltre...

 

 

Post N° 82

Post n°82 pubblicato il 08 Marzo 2008 da eureka.anna

 Il bisfenolo A, una sostanza organica presente come additivo specifico in numerose materie plastiche che sono a diretto contatto con il cibo e con l'organismo umano, come ad esempio nella laccatura interna delle lattine di alluminio, nei biberon, nelle otturazioni dentali o nelle tubature dell’acqua, può avere effetti devastanti sullo sviluppo cerebrale del bambino. L’allarme arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Endocrinology.

 

.Già dal 1936 è noto agli scienziati che il bisfenolo A può essere causa di disturbi del sistema endocrino, ma i ricercatori dell’University of Cincinnati hanno scoperto che questi disturbi hanno effetti negativi sul tessuto cerebrale a dosi sorprendentemente basse. “Questo studio è anche il primo a mostrare che i meccanismi di segnalazione tipici degli estrogeni sono attivi durante lo sviluppo cerebrale fetale e infantile in regioni del cervello che non si credeva fossero coinvolte ormonalmente”, spiega Scott Belcher, professore associato di Farmacologia e Biofisica Cellulare all’University of Cincinnaty College of Medicine. Il bisfenolo A agisce come un estrogeno artificiale, ed è già stato accusato di favorire lo sviluppo del tumore della mammella e della prostata, ma solo recentemente la comunità scientifica ha lanciato l’allarme per possibili rischi a lungo termine dovuti all’esposizione a bisfenolo A durante la gravidanza. “Le molecole di bisfenolo A vengono utilizzate per la sintesi di polimeri plastici e resine largamente utilizzati in molti prodotti di uso quotidiano”, avverte Belcher. “Si tende a pensare che le plastiche siano composti stabili, ma invece il legame chimico tra le molecole di bisfenolo A è altamente instabile, e quindi c’è un elevato rischio che la sostanza si diffonda nell’acqua, nelle bevande o nel cibo che sono a contatto con le materie plastiche nelle quali è contenuta”.

 

 Studi sperimentali hanno dimostrato che il bisfenolo A mima l’azione degli estrogeni, essenziali nello sviluppo cerebrale,  a tal punto che anche dosi minime di questa sostanza possono inibire del tutto l’azione degli estrogeni sulla crescita neuronale. Si stima che 0,23 parti per trilione di bisfenolo A possano avere effetti inibitori drammatici sullo sviluppo neuronale a pochi minuti di distanza dall’assunzione. “Si tratta di concentrazioni con l’esposizione fetale alla sostanza, a livelli che possono essere presenti anche nell’acqua potabile”, spiega Belcher. Il fatto che il bisfenolo A abbia effetti devastanti anche a così basse concentrazioni può facilmente causare una mancata individuazione della sostanza con i metodi di misurazione standard del rischio chimico. Una considerazione molto importante, data la larga diffusione nell’ambiente della pericolosa sostanza.

 
 
 

Post N° 81

Post n°81 pubblicato il 04 Marzo 2008 da eureka.anna

 
 
 

Post N° 80

Post n°80 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da eureka.anna
 

Al liceo ero una ragazza molto studiosa e sempre partecipe di tutte le attività scolastiche, avevo un senso del  dovere e del rispetto nei confronti dei miei genitori e dei miei insegnanti molto forte....mi ha sempre caratterizzato la mia umiltà...e la consapevolezza di poter imparare dagli altri.
Non avevo paura a stare da sola e andare al liceo in un paese che non conoscevo senza amicizie non mi spaventava.
Quando scendevo in palestra c'erano  anche i ragazzi più grandi, giocavano a pallone ed erano sempre molto rumorosi.
Non riuscivo a capire come mai il pallone veniva sempre dalla mia parte, anche se mi spostavo, finchè un giorno capii una cosa assurda... una cosa che non avrei mai immaginato....che io ero il loro bersaglio!
Non potevo credere a questa cosa sensa senso io che ero abituata alle mie cose precise e rispettose per gli altri,  invece era proprio così...facevano a gara a chi mi colpiva...fu tremendo per me quel giorno lo ricordo perfettamente, non pensavo che le persone potevano arrivatere a tanto! io mi vergognavo molto di questa situazione e speravo che nessuno della mia classe se ne accorgesse!
Era una forma di violenza alla mia persona, non mi confidai con nessuno, come ero solita fare, abituata a risolvere da sola i miei problemi.

Iniziarono per me dei giorni amari, dove mi nascondevo nel gruppo, in palestra diventavo quasi invisibile, e se un ragazzo veniva visto in mia compagnia, veniva a sua volta deriso, ed io continuavo ad esser sola.

Un giorno successe qualcosa ebbi un'illuminazione, bastò una semplice parola a farmi capire la mia forza, a farmi capire quanto valevo, quanto io potevo essere grande, e cosa avrei dovuto fare.
La risposta stava dentro di me, doveva solo uscir fuori

Iniziai  a gurdarli  in faccia, bastava guradarli negli occhi per capire quanto erano piccoli....
non avevo paura delle loro risate, e questo li sorprendeva...iniziai a combattere la stupidità con un arma grandissima...l'intelligenza!

Iniziai a non avere più paura avevo uno scudo intorno a me ed era la mia personalità.
Non ho mai copiato nessuno, nemmeno sui banchi di scuola, copiavano tutti da me.
Mi accorsi a poco a poco che molte ragazze iniziavano ad imitarmi, camminavano come me, si vestivano come me, ammiravano il mio taglio di capelli...in realtà lanciavo quasi una moda...la moda di essere sè stessi...
Il mio passo era fermo ed io ero sicura di me, se ci ripenso loro non sono mai stati niente...presi singolarmente cadevano ad una folata di vento
La mia paura è durata poco alla fine vince sempre l'intelligenza e la stima per sè stessi, ho sempre avuto un senso di pietà nei loro confronti ed ho pregato affinchè cambiassero atteggiamento, cosa che qualcuno ha fatto.

 
 
 

Post N° 79

Post n°79 pubblicato il 17 Febbraio 2008 da eureka.anna
 

Un altro ragazzo vittima del bullismo

Andrea ha 13 anni,  va benissimo a scuola, in tutte le materie. Ma invece di tirare calci al pallone va a scuola di danza.
Andrea lo hanno picchiato due suoi compagni di classe, una seconda media di un paese  di Torino, con calci e pugni e botte alle gambe e alle ginocchia.
Lo hanno insultato, umiliato, sfottendolo in modo pesante per quella sua passione così poco usuale tra i ragazzini.
Volevano spaccargli le gambe: «E adesso prova a ballare se ci riesci».
Il bullismo è un fenomeno molto diffuso nelle scuole e si manifesta  anche in modo meno eclatante di questo episodio.
Ma in tutti i casi esso instaura nella vittima una ferita che si porterà per tutta la vita.
Eppure i bulli presi singolarmente sono dei ragazzi considerati normali ma umiliare chi è più debole fa sentire grandi...fa sentire che puoi avere potere.

Ricordiamo un altro ragazzo di 14 anni che si è suicidato nel novembre scorso ad Ischia in seguito ad episodi di bullismo.
sono storie molto tristi...ma molto vere.

 
 
 

Post N° 78

Post n°78 pubblicato il 15 Febbraio 2008 da eureka.anna

Kabul
Succede che in Afganistan un soldato italiano muore. Succede che in Afganistan i talebani se ne fregano delle beghe da campagna elettorale e ammazzano. 
E' morto Giovanni Pezzullo. Faceva quello che fanno gli altri militari italiani tutti i giorni: aiutare la popolazione a costruire un nuovo futuro. La sua morte è stata rivendicata dai talebani. Un avviso, una minaccia, per tutti i cittadini che andranno a votare: «è meglio che vi ritirate, qui comandiamo noi». Nel 2007 sono morti oltre 200 soldati. Il nuovo anno ha contato 13 vittime. Nel momento del dolore ricordiamo perché sono lì i nostri ragazzi: sono lì per non permettere che il fanatismo sia l’unica alternativa sociale e politica, sono lì ad aiutare la gente comune, a dargli una speranza, a costruire un sogno. Oggi qualcuno già dice che dovremmo andarcene, dovremmo ritirarci perché loro sparano. Lo urla con tutta la sua ipocrisia la Sinistra arcobaleno, la Cosa Rossa o come caspita si chiama.
I compagni tornano a vestirsi da pacifisti, ad appendere le bandiere della pace, a riattaccarsi le spillette, ad organizzare cortei.
Quando c’erano le poltrone da conservare era meglio tacere sull’Afganistan, meglio non parlarne. Chiedete a Turigliatto che, in preda ad una crisi di coscienza, rifiutò di appoggiare la politica estera del governo Prodi.
Tra qualche settimana si voterà per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero. Loro non lo voteranno, il Pd e il PdL non faranno mancare il loro sì. È il buon senso che lo impone.  Diliberto dice che «le truppe italiane debbono andarsene dall’Afganistan». Gli fa eco Giordano: «Siamo contrari alla missione». Poi ci sarebbe Pecoraro Scanio, ma ve lo risparmiamo, facendo un favore a voi e a noi. Era questa la sinistra dell’Unione, che diceva di non volersi allineare. Erano una cosa strana, contrari all’impegno in Afganistan ma favorevoli a quello in Libano.
Oggi torna il rigurgito del pacifismo a intermittenza, per di più annaffiato da tanta demagogia. Sia chiaro: la pace la vogliamo tutti. Ma bisogna costruirla.
Proprio come faceva il maresciallo Pezzullo

 
 
 

Post N° 77

Post n°77 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da eureka.anna
 
Tag: Foibe

Mappa delle foibe

 

 10 febbraio"Giornata del Ricordo", per commemorare per le vittime delle foibe.

E' una legge approvata il 30 marzo 2004 a stabilire l'importanza della data del 10 febbraio per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati.

Un dramma tutto italiano che avvenne nel 1945, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, a Trieste, dove, a differenza delle altre città italiane, la liberazione è coincisa con l'inizio di quaranta giorni di terrore.


Il termine "foiba" è una corruzione dialettale del latino "fovea", che significa "fossa": le foibe, infatti, sono voragini rocciose, profonde anche 200 metri, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua nell'altopiano del Carso, tra Trieste e la penisola Istriana.


Le foibe furono utilizzate per infoibare, ossia spingere nella foiba, migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito.

«La violenza e la vendetta con eccidi ed esodi di massa - recita una nota di Palazzo di Città -
hanno costituito il tragico epilogo di quella parte di storia che portò l’Italia alla guerra civile, alle rappresaglie ed ai massacri di massa nel corso del secondo conflitto mondiale.

Il “Giorno del Ricordo” vuole rendere omaggio a tutte quelle vittime che furono rese ostaggio delle armate del dittatore Tito: molte di esse furono costrette all’esodo dai territori dell’Istria e della Dalmazia, molte altre furono passate per le armi e gettate nelle foibe.

Per molti anni quelle vittime sono state dimenticate, scrivendo una pagina di storia distorta e priva della verità degli accadimenti così come erano stati drammaticamente vissuti.

Mai più, quindi, discriminazioni: violenza, vendetta e morte non hanno colore e vanno condannate con la forza della ragione e del primato della libertà e della democrazia».

 
 
 

Problema rifiuti...

Post n°76 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da eureka.anna

Quando finirà questa storia? 

è come nel "terzo mondo" si vedono cose allucinanti
ma tutto va a rilento, ci sono stati i mezzi e le capacità
per risolvere il problema...ma nessuno lo ha mai fatto!!

é una vergogna per tutto il mondo

stiamo tornando indietro all'età della pietra.

 
 
 

Neurofibromatosi

Post n°75 pubblicato il 09 Febbraio 2008 da eureka.anna

http://www.neurofibromatosi.org/

Con il termine di neurofibromatosi si intendono almeno sette diverse malattie genetiche accomunate dalla presenza di tumori benigni che si sviluppano a livello dei nervi. Ognuna delle patologie ha però particolari peculiarità diagnostiche, importanti ai fini di una specifica sorveglianza periodica e differenziata.

La forma più frequente è la NF1, che interessa oltre il 90% dei casi e colpisce un nato ogni 3.000: si calcolano oltre un milione e mezzo di malati nel mondo, di cui almeno 20.000 in Italia. Nel 50% dei casi, la malattia viene ereditata da un genitore affetto che la trasmette alla metà dei suoi figli (casi familiari); altrimenti compare spontaneamente in figli di genitori sani (casi sporadici).

La NF1 è facilmente riconoscibile sin dai primi anni di vita per la presenza sulla pelle di almeno 6 macchie color caffè-latte. Con il passare del tempo compaiono i neurofibromi, nella forma di noduli localizzati in varie parti del corpo.

A parte questi problemi prevalentemente estetici e a lenta evoluzione (talora, però, importanti a livello psicologico), la NF1 ha un'evoluzione per molti altri aspetti imprevedibile.

Nel 20% dei casi si associano infatti alcune gravi manifestazioni (tumori cerebrali ed extracerebrali - in particolare del nervo ottico, del surrene, delle ossa - scoliosi, convulsioni, ritardo mentale, ipertensione, bassa statura, pubertà anticipata ecc.), mentre il 30-40% dei soggetti presenta dei disturbi di apprendimento (scarsa memoria o concentrazione, difficoltà di lettura, di scrittura o di linguaggio) che necessitano di un supporto adeguato sin dalla prima infanzia.

L'imprevedibile decorso della malattia e la mancanza di una cura risolutiva impongono di effettuare periodici controlli medici multispecialistici presso sedi qualificate, grazie ai quali poter eventualmente intervenire con cure sintomatiche, tanto più efficaci se precoci.

E' il caso di parlare anche della NF2, molto meno frequente (1/40.000 nati), che ha le stesse caratteristiche di ereditarietà della precedente ma è, di regola, più grave, in particolare per la costante presenza di tumori che colpiscono il nervo acustico (neurinomi), di uno o di entrambi i lati, e/o un'altra parte del cervello o del midollo spinale.

A seconda della localizzazione possono essere presenti sordità e/o altri seri disturbi neurologici che iniziano a manifestarsi verso i 20 anni di vita o anche più tardivamente. Numerosi pazienti presentano inoltre una sorta di cataratta (opacità sottocapsulare posteriore giovanile) causa di grave danno della vista, e un numero variabile di macchie caffè-latte (di regola poche) e di neurofibromi.

La cura dei suddetti tumori è quasi sempre chirurgica, talvolta radiante, oppure si avvale di entrambe le tecniche, ma i risultati sinora ottenuti sono stati deludenti. Recente è la scoperta del gene sia per la NF1 (1990) che per la NF2 (1993), il che consente la diagnosi prenatale dei casi familiari e, soprattutto, offre la speranza di poter cogliere il traguardo di una cura risolutrice di queste malattie.

 
 
 

Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da eureka.anna
 
Tag: Eritrea

Cartina dell'Eritrea

Adotta un progetto in Eritrea
 

L'Eritrea è uno dei paesi per i quali i sostenitori italiani dell'UNICEF possono effettuare donazioni finalizzate a un progetto specifico che l'UNICEF realizza nel paese. Diverse scuole, aziende italiane e cittadini, attraverso il Comitato Italiano per l'UNICEF, stanno già offrendo il loro contributo

Il progetto che puoi adottare con la tua donazione si intitola "Acqua e igiene per le scuole in Eritrea" e ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni igieniche nelle scuole, fornendo acqua e servizi igienici adeguati, per incentivare l'accesso a scuola delle bambine.
 
Per saperne di più,
visita la pagina dedicata al progetto
"Acqua e igiene per le scuole in Eritrea"

 L’Eritrea è stata devastata da 30 anni di guerra e tutte le infrastrutture economiche sono state distrutte. Ancora oggi il Paese vive in uno stato di grande emergenza a causa della dittatura esistente e delle continue tensioni sulla definizione dei confini tra Eritrea ed Etiopia. Giovani e anziani sono obbligati alla leva militare e sono costretti ad abbandonare così le proprie famiglie, pena la morte o il carcere a vita.
A questi problemi si aggiunge inoltre la siccità cronica che affligge il Paese. Questa situazione così difficile grava soprattutto su donne e bambini, che privi di acqua e di cibo sono facili vittime di malattie ed infezioni.

 
 
 

Post N° 73

Post n°73 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da eureka.anna
 
Tag: Shabana

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Shabana, una bambina Afghana di nove mesi, era affetta da neurofibroma, un tumore del tessuto nervoso. Se non controllato, un neurofibroma può causare numerosi danni nervosi, causando perdita delle funzionalità delle aree stimolate dai nervi interessati. Il 17 Agosto 2005 l'unità di medicina riabilitativa dell'ospedale di Maiwand, supportata da medici francesi e dall'organizzazione italiana non governativa "operazione sorriso", che provvede alla formazione dei dottori, opera Shabana. L'intervento dura 4 ore.

Gabriele torsello, il fotografo rapito in Afghanistan, ha assistito Shabana e stava cercando di farla curare in Europa.

Una iniziativa di grande umanità!

 
 
 

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