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« Ancora sulla sanitàEcco la sua colpa: è posseduto! »

Obbligata ad abortire a 13 anni. Ma è tutto vero?

Post n°63 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da spes74
 

E' successo a Torino.
La notizia (la prima) è di ieri, 17 febbraio.

La Stampa la riporta così:
"Valentina, 13 anni, è poco più di una bambina. Eppure non voleva separarsi da chi sentiva crescere dentro di sé. Ha pianto, ha urlato, ha insultato, ma alla fine ha vinto la legge ed è stata costretta ad abortire. Lei allora ha ricominciato a piangere, a strepitare. «Me l’avete fatto ammazzare e adesso m’ammazzo io, m’ammazzo» ha detto ai genitori. Non stava scherzando, il dolore e la disperazione sono esplosi ad un livello tale da richiedere un ricovero d’urgenza al reparto psichiatrico del Regina Margherita. [...]
Le hanno vietato di incontrare il suo ragazzo, uno studente di 15 anni, perché cercano di proteggerla dalle emozioni forti ma anche dal desiderio di scappare. «Io qui non ci voglio stare - continua a ripetere - non sono pazza, sto solo male come un cane per quello che i miei genitori e i giudici mi hanno obbligato a fare».  [...]
Valentina voleva quel bambino, lo voleva a tutti i costi. Ma a una minorenne non è concesso di scegliere: il consenso all’aborto spetta alla famiglia. [...]
«Sei troppo piccola, non puoi rovinarti la vita così». Valentina voleva andare avanti. «Non posso buttare questo bambino - ha implorato - cercate di capirmi». Nessuno le ha dato retta.  [...]
Il primario di neuropsichiatria infantile, Roberto Rigardetto, è preoccupato.
«Valentina ha chiaramente subìto una violazione terribile - osserva - perché l’aggressione che ti condanna all’aborto è la stessa di quella che vieta di farlo.». Secondo il professor Rigardetto, inoltre, è impropria anche la permanenza in ospedale. «Valentina non è una malata psichica, la sua patologia è il dolore subìto. Starebbe meglio, prima di tornare a casa, in una comunità alloggio». Sempre che ci voglia andare."

Ma oggi, 18 febbraio, c'è un altro articolo di approfondimento su La Stampa.
"Non puoi tenere questo bambino. Con quali soldi lo faremo crescere? Devi abortire, e papà non lo dovrà mai sapere». Il dramma di Valentina, 13 anni comincia qui. Dalle parole della mamma. Una nuova pagina di una vita già distrutta, mentre dentro di lei ne stava crescendo un’altra. Adottata, ha vissuto il trauma della separazione dei nuovi genitori. È stata affidata alla madre, con la quale ha però un rapporto talmente difficile e conflittuale da esser scappata più volte da casa. Fino alla scelta inevitabile: «Non puoi tenere il bambino» [...]
«Papà non deve sapere». Ma Valentina è disperata, poco prima dell’interruzione di gravidanza finisce all’ospedale Mauriziano in stato confusionale: ha assunto droga e alcol. Da qui viene trasferita all’ospedale Sant’Anna dove, poi, è stato eseguito l’intervento. [...]
A firmare il consenso è stata lei. Insieme alla madre. Per legge, però, mancando il consenso del padre, si è dovuto richiedere l’intervento di un giudice tutelare. E il giudice, Giuseppe Cocilovo, le ha dato il permesso di prendere autonomamente una decisione. «Non c’è stata alcuna imposizione da parte della magistratura» dice una nota del Tribunale di Torino. [...]"

Quando ci sono di mezzo i bambini, perchè di una bambina si tratta, qualsiasi decisione diventa difficile da prendere.
Valentina viene già da una situazione problematica: è stata adottata, ha vissuto la separazione dei genitori adottivi e con la madre (alla quale è stata affidata) ha un rapporto molto difficile, tanto da farla scappare di casa più di una volta.
In questo contesto è maturato un altro dramma: una gravidanza a soli 13 anni e il successivo aborto.

La situazione è complicata da qualsiasi angolo si decida di vederla: la bambina si ritrova suo malgrado ad affrontare un'altra "situazione di vita" traumatica, la madre deve cercare di prendere la decisione più giusta per tutti, i medici devono curare le sue ferite, sia fisiche che psicologiche.

Decidere di portare avanti una gravidanza a quell'età probabilmente è da incoscienti: non so se si possa essere maturi e consapevoli abbastanza da decidere di avere un bambino a 13 anni; bisogna pensare anche al futuro, non soltanto al presente ed essere responsabili per se stessi e per la nuova vita che arriva.
Ovviamente ogni contesto è a se stante e qualcuno potrebbe anche sentirsi pronto ad affrontare tutto quello che ne consegue.

Io però credo che situazioni del genere, facile più a dirsi che a farsi, sarebbero da evitare a monte: la famiglia ha un ruolo primario ma non meno importanti sono la scuola e le istituzioni.
Quello che spesso manca è il dialogo all'interno della famiglia perchè l'argomento sesso è ancora tabù; non si pensa che magari è meglio provare ma superare un certo imbarazzo piuttosto che poi affrontare traumi quali gravidanze indesiderate e aborto o peggio ancora malattie (e morte) causate dall'ignoranza.
Per quanto gli ormoni possano "impazzire" durante l'adolescenza, i ragazzi non sono stupidi: se si parla con loro di certe cose ne capiscono l'importanza.
Ci sono poi la scuola e le istituzioni: nella formazione, anche psicologica dei ragazzi, hanno un ruolo molto importante.
Dedicare una parte dell'orario scolastico all'educazione sessuale, fatta in un certo modo e non all'acqua di rose, aiuterebbe senz'altro dei ragazzi confusi e alle prese con uno dei periodi più difficili della vita di ognuno ad acquisire informazioni importanti e maggiore consapevolezza di tante situazioni e rischi che potrebbero crearsi.

La cosa però che mi da più da pensare in riferimento a tutta questa vicenda e che trovo gravissima (ovviamente se dovesse rivelarsi veritiera) è la doppia versione dei fatti dovuta all' "interessamento" di persone esterne.
Il giorno prima pare che la bambina sia stata obbligata ad abortire, il giorno dopo sia i medici che hanno seguito l’evento sia il Magistrato hanno confermato la volontarietà dell’aborto e la non forzatura da parte di nessuno.
Il primario del reparto di psichiatria sostiene che la ragazza non ha mai affermato di essere stata costretta; lei e la madre hanno fatto istanza al giudice tutelare per abortire senza chiedere il consenso del padre e il giudice ha autorizzato la ragazza a prendere la decisione in piena autonomia.

Allora quali sono i reali motivi che hanno scatenato la sua crisi psicologica?
E' plausibile che qualcuno esterno alla famiglia sia intervenuto sulla già debilitata salute mentale di Valentina creandole ad arte dubbi e sensi di colpa convincendola di aver ammazzato qualcuno?

Mi auguro sia solo una montatura ma se tutto ciò fosse vero lo trovo molto grave: fare leva su una bambina che ha già subito dei traumi pesanti a soli 13 anni e strumentalizzare questa situazione solo per  rinnovare la polemica contro l'aborto da parte di movimenti pseudo pro-vita (chiamiamoli così) lo trovo aberrante!


Fonte: lastampa.it

PUBBLICATO SU MENTECRITICA


Aggiornamento: piccola considerazione personale. Vedo che la notizia, vera o meno, non ha ricevuto tanto interesse, salvo che sul sito dei mangiapreti dell'uaar ove è stata molto sentita.
C'è il primo "Obbligata ad abortire a 13 anni" e il secondo "Approfondimento sulla 13enne costretta ad abortire".
Alla faccia della carità cristiana e di liberoblog: meglio parlare di Mastella e di D&G (questo c'è al momento nella home di Libero)!!!

Anche se la notizia è stata strumentalizzata, a me pare che il fatto è quanto mai reale e che chi ci si ritrova non è mai preparato a sufficienza per affrontarlo...

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Commenti al Post:
sternina
sternina il 19/02/07 alle 19:18 via WEB
Fossi una mamma, non so se accetterei che mia figlia di 13 anni possa affrontare una cosa del genere... Da persona, dico che nessuno deve permettersi di obbligare ad abortire. E' abominevole. ma la situazione mi sembra davvero complessa... Si parla di situazione familiare più volte rimaneggiata, si parla anche di droga e alcol. Si parla di una gravidanza a 13 anni... Sesso a 13 anni... Sì, so che esiste ma ancora mi dà da fare... Sarà che mia sorella ha 13 anni, ed è davvero una bambina... non riesco a immaginarlo. Si parla anche di ignoranza... Quante compagne della mia età a 14 anni ancora non sapevano a cosa servisse quella protuberanza maschile...o si spaventavano delle proprie mestruazioni... mah...
 
 
spes74
spes74 il 19/02/07 alle 22:00 via WEB
E' vero tutto quello che dici e ogni caso è una storia a se... E' difficile giudicare e io non sono abituata a farlo ma pensare che questa storia possa essere stata strumentalizzata mi da veramente fastidio, quasi più della storia stessa!
 
deacon70
deacon70 il 19/02/07 alle 22:01 via WEB
L'unica vittima di tutto questo è Valentina.Forse aveva trovato finalmente l'Amore tra le braccia del suo fidanzatino,quell'Amore che forse non aveva mai conosciuto avendo un passato da orfana e poi da figlia di separati,quell'Amore più grande di lei dei suoi 13 anni quell'Amore che le hanno negato con un intervento e che forse rimarrà come marchio indelebile per tutta la sua vita.TRISTE.ciaoo deacon70
 
 
spes74
spes74 il 19/02/07 alle 22:36 via WEB
Sicuramente è solo lei la vittima ma bisogna anche considerare molte cose: a 13 anni si è abbastanza inconsapevoli su tutto e senza una "guida" è difficile affrontare certe situazioni; certo è che ogni imposizione è sbagliata. Quello che più mi infastidisce però, come dicevo prima, è che tutto questo possa essere stato strumentalizzato: violenza su violenza!
 
mstatus
mstatus il 19/02/07 alle 22:15 via WEB
Chi ci rimette è soltanto la bambina, come accadde l'estate scorsa per la bimba colombiana violentata dal padrino, e con successivo aborto. Come padre di una bambina di circa quell'età, cerco di immedesimarmi nella situazione, ovvero che farei in quel caso? Boh! Sinceramente non lo so: nessuno ti insegna ad essere madre o padre, e a sapere come reagirai! L'unica cosa che sanno dire, quando c'è qualchecosa, è che la colpa è della famiglia. Se si tratta di una strumentalizzazione, potevano risparmiarsela, la bambina ne ha già abbastanza. A titolo personale, pur essendo di parte, dopo aver avuto la figlia, accetto di meno l'idea dell'aborto, se non in casi estremi (come questo forse). Ma questo si comprende solo quando hai figli. Non so se sono un buon padre, o mia moglie è una buona madre, ma cerchiamo di instaurare un clima di fiducia, di modo che se ci sono problemi mia figlia non abbia timore a parlarne con me o sua madre (di solito parlano tra di loro). Prima si consultano, poi mi informano: io sono l'ultimo a sapere. Cmq non importa va bene lo stesso. Ho visto che la notizia, pur non essendo stata diffusa più di tanto su libero, è stata molto sentita e commentata sul sito dell'UAAR.
Ti metto il link Approfondimento sulla 13enne costretta ad abortire
Ciao, e complimenti per aver trattato questo tema, che ho visto poco "sentito", salvo su uaar.
 
 
spes74
spes74 il 19/02/07 alle 22:42 via WEB
Grazie mstatus... Non è stato semplice affrontare questo tema perchè, anche se non ho figli, mi immedesimo e mi infastidisco quando sento certe cose! Molto bello il tuo intervento e soprattutto molto bello il rapporto instaurato con vostra figlia: il dialogo è importante e aiuta sicuramente ad evitare situazioni altrimenti dettate dall'ignoranza su argomenti ancora tabù. Non è certamente solo colpa della famiglia ma credo, purtroppo, gran parte... Grazie per il link, è molto interessante e sono contenta anche io che almeno da qualche parte se ne parli! Ciao e baciotto
 
mstatus
mstatus il 20/02/07 alle 10:28 via WEB
Nell'aggiornamento hai citato D&G (argomento di primari aimprotanza), ti metto il link all'Uaar, con i relativi commenti sullo spot
Spot Dolce e Gabbana.
Ciao e un baciotto!
 
 
spes74
spes74 il 20/02/07 alle 20:44 via WEB
Grazie mstatus, mi piace la tua puntualità... Si, proprio primaria importanza: non c'era spazio per notizie "futili" di violenze sui bambini!!
 
tusaichi83
tusaichi83 il 23/02/07 alle 14:17 via WEB
storia difficile. ma credo abbiano fatto la scelta giusta. (assurdo lo stravolgimento dei fatti nella prima versione) e assurdo il fatto che il padre non dovesse essere a conoscenza di tal fatto. mah.
 
 
spes74
spes74 il 23/02/07 alle 15:05 via WEB
Sono d'accordo, a quell'età è difficile che possa decidere da sola una cosa più grande di lei e anche sul fatto del padre (dovrebbe sapere). Soltanto mi auguro che sia falsa l'ipotesi della strumentalizzazione altrimenti, come ripeto, sarebbe violenza su violenza...
 
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