Forse...

Cazzi la randa, Fantozzi

Adesso (per fortuna!) non gliene frega più niente a nessuno, ma vi ricordate una dozzina di anni fa l'avventura di Luna Rossa nell'America's Cup? Quando c'era gente che arrivava in ufficio la mattina con le occhiaie fino alle ginocchia per aver passato la notte a "gustarsi" le regate? Personaggi che fino ad allora avevano al massimo noleggiato un pedalò a Milano Marittima disquisivano con competenza su strambate, boline e spinnaker, sottintendendo che se ci fossero stati loro al posto di quei due disgraziati di De Angelis e Grael, Luna Rossa avrebbe stravinto a mani basse. Oggi la parola magica che consente a tutti di esibire insospettate competenze e discutere scuotendo gravemente la testa non è più "Luna rossa" ma "spread". Pensate che questa magica parolina compare addirittura in un box del blog della nostra amica smutanbannata. In altre parole, anche chi fino a ieri credeva che il Conto Arancio fosse un allarme prima del conto in rosso, adesso improvvisamente si sente degno di un posto nel Comitato esecutivo della BCE. Solo ieri mi è capitato di sentire un conoscente discettare sullo spread e sul suo ineluttabile legame con le malefatte di Berlusconi e le virtù di Monti. Resistendo alla tentazione di farmi gli affari miei e di limitarmi ad assentire gravemente al suo sproloquio, gli ho spiegato un pochettino il concetto, e il peso tutto sommato non così gravoso del nostro misero teatrino politico su questo parametro. Ma ho commesso (volutamente) un piccolo errore: non ho mai usato la parola "spread", bensì il vituperato equivalente italiano, "differenziale". L'ho visto man  mano spegnersi, ed assumere un aspetto sempre più cefalesco, fino a quando non ha potuto fare a meno di rivolgermi la domanda: "Sì, ma questo cosa c'entra con lo spread?" Ma non importa, ormai l'uomo Del Monte ha detto sì, abbiamo il nostro nuovo governo, con buona pace dello spread. E prepariamoci a ripagare l'ICI, magari dopo una bella revisione degli estimi. Cazzi, cazzi la randa, Fantozzi!