Due giorni fa su "Sarchiaponicon" è stato pubblicato un post (Vive le France) che descriveva una serie di interventi messi in atto del governo Hollande per affrontare la crisi. Il post metteva in evidenza come, pur in una situazione obiettivamente meno grave di quella italiana, le misure prese dai francesi fossero risultate ben più incisive e tempestive di quelle adottate in tempi decisamente più lunghi dall'ondivago e confuso "governo" italiano. Era un po' curioso vedere pubblicato in un noto covo di quei "berluscones" così sagacemente descritti dal "clan" un post che elogiava l'operato di un governo "di sinistra", ma d'altronde il fatto poteva essere giustificato da una certa invidia verso quei paesi che hanno la fortuna di avere una sinistra un po' diversa da quella italiana. Cero, non ci vuole molto ad averne una migliore della nostra, ma questo è un altro discorso...
Il problema invece sta nel fatto che quel post è risultato essere una delle tante "bufale" circolanti sul web. Con il senno di poi non è difficile notare qua e là alcune incongruenze che avrebbero dovuto far suonare un campanello d'allarme e spingere a qulche dubbio, ma il "falso" nel suo complesso non era fatto poi così male. Quello che conta però è il fatto che nel giro di soli due giorni, civilmente ed educatamente, è stato accertato in un dibattito interno tra biechi ed ottusi "berluscones" che quel documento era fasullo e chi lo ha pubblicato ha ritenuto opportuno un esplicito "mea culpa". E in tutto questo non c'è nulla di strano, è quello che dovrebbe accadere normalmente. Ci si assume la responsabilità di ciò che si scrive, lo si difende se è il caso o si ammette serenamente il proprio errore. Tra l'altro, ammettendo un errore quando lo si è commesso, si guadagna enormemente in credibilità. Sarebbe troppo facile il paragone con tutta le recente serie di menzogne spudorate raccontate dal "clan" e difese a spada tratta offendendo buon senso, logica e interpretazione dei testi. Ma lasciamo perdere il passato. Leggete questo siparietto comparso ieri dal "capoclan", il genio della lampada. Lui scrive:
"Solo per essere precisi, Di Pietro sta si dalla parte della giustizia sociale ma non del bene comune, nel senso che non è di ideologia comunista, come lo sono invece la Federazione della Sinistra e in gran parte anche il partito di Vendola. Ciò nonostante Di Pietro fa molte battaglie di sinistra, cosa che ad esempio non fa il PD, che a parole è di sinistra."
Il che non è nemmeno poi così insostenibile, più o meno ci siamo. Forse è un po' eccessiva questa entusiastica replica:
"TROVO QUESTA RISPOSTA STRABILIANTE DAL PUNTO DI VISTA DI ONESTA INTELLETTUALE , CONCORDO ."
Strabiliante....addirittura! Ma forse ha ragione: il Genio non ha scritto una balla e lo ha fatto quasi in italiano. Potrebbe anche essere considerato strabiliante. Ma il bello è la lapidaria e compiaciuta risposta del Genio:
"Da queste parti l'onestà intelletuale è normalità, dovresti saperlo."
Già, è normalità. Vediamo come solo il giorno prima era stata manifestata questa onestà intellletuale. Il mellifluo caffeborghetti scrive:
"mi piace leggere parole semplici ma oneste e non condivido certo chi afferma che assoluzione o prescrizione sono uguali nei FATTI..e siamo alla scalata degli specchi..."
Il genio replica:
"Ciao, chi afferma che assoluzione e prescrizione siano uguali nei fatti o è ignorante o è in malafede. L'assoluzione indica innocenza, quindi, nei fatti, siamo di fronte ad una persona non colpevole, mentre la prescrizione indica una colpevolezza che non può essere portata a compimento per questione di tempi, quindi, nei fatti, siamo di fronte ad un delinquente! Al delinquente che non è andato in galera gli sembra la stessa cosa, all'opinione pubblica che lo giudica invece non gli sembra proprio la stessa cosa, soprattutto se il delinquente in questione è un politico che vuole essere votato!"
Qui non c'è più nulla di strabiliante, siamo tornati a più abituali standard lessicali e di contenuto!
Veramente, per onestà intelletuale, vigerebbe il principio della presunzione di innocenza. Non si può essere considerati colpevoli fino al completamento dell'iter processuale. Se la magistratura inquirente non è stata in grado di portare al dibattimento in aula l'indagato entro i termini previsti, per quest'ultimo non può che continuare a valere la presunzione di innocenza. Piuttosto non sarebbe male andare a valutare perché siano stati raggiunti i termini della prescrizione. Ma apparirebbe una critica alla Magistratura.......
WORK IN PROGRESS.....a breve il Genio e i suoi accoliti ci forniranno altre grandi prove di onestà intelletuale.....
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ouisted il 23/07/12 alle 08:59 via WEB
Secondo me questo discorso è assolutamente relativo, perchè anche chi fosse assolto con formula piena non è detto che sia realmente innocente, significa soltanto che secondo quelle indagini è risultato estraneo, ma secondo QUELLE indagini, mentre se una persona è una persona perbene o meno lo si capisce da tante cose, atteggiamenti, e quindi il discorso parlamentare lo dovremmo fare solo da un punto di vista delle sentenze, e da qui la differenza tra assolti e prescritti o condannati, rimanendo il fatto che poi voteremmo secondo coscienza, non secondo condanna. Per esempio, anche se Berlusconi fosse, per assurdo, assolto da tutti i suoi processi, per me rimane il più grosso delinquente della storia italiana.
Questo (giustamente evidenziato anche da Kiwai che gli ha dedicato un apposito box) è l'ultimo delirio del Bufalgenio, che tanto ama riempirsi la bocca con parole di cui ignora totalmente il significato, come giustizia, legalità, rispetto delle regole! Qui siamo al “Dagli all'untore” di manzoniana memoria. Bastano e avanzano l'accusa, il sospetto, se necessario anche la calunnia ed ecco che la colpevolezza è provata al di là di ogni ragionevole dubbio. Che bisogno c'è di quei fastidiosi orpelli costituiti da processi, avvocati, magistrati, leggi? Robaccia da borghesi berlusconiani, meglio una sana, immediata giustizia proletaria, una colpevolezza sancita da quell'autorevole e indiscutibile ”per me”, più che sufficiente per essere contemporanemente inquisitore, giudice e carnefice.
“La brevità, gran pregio”, cantava Rodolfo. E, incidentalmente, il nostro esalta anche la brevità dei commenti, minacciando l'esclusione “a peso”. Anche l'esprimere un concetto articolato, un pensiero compiuto è un pericoloso crimine intellettuale. Meglio una bella sequenza di commentini di due righe, semplici insulti e slogan (stile Mutanda Bugiarda , tanto per capirsi).
Ma comincio a vedere qualche speranza. Pur tra le severe maglie della sua censura stalinista il dissenso cresce, il suo “popolo” comincia a vederlo sempre più simile ad Assad o a Gheddafi. E anche nel suo ultimo post, dedicato ad uno dei suoi cavalli di battaglia le voci discordanti cominciano a farsi sentire. Gli rimangono solo i pretoriani più ottusi e fedeli. Come quello che gli ha scritto il commento del 22/07/12 alle 14.08. Scusate la citazione che impone una ricerca, ma mi disgustava essere più esplicito. Tra l'altro quel commento, e altri di quel post, meriterebbero una certa attenzione da parte della Redazione.
(Rispondi)
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il 19/11/2013 alle 14:05
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